brainiac76
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lunedì 5 novembre 2007
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s'è svejatooooo
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Aò regà forse non tutti se ne sono accorti ma qui ci si è risvegliato er sor Spielberg!! Lo apprezzavo dai tempi de lo Squalo o Duel poi l' ho smarrito fra Colori Viola e Amistad...Con The Terminal, La Guerra Dei Mondi e questo Munich possiamo finalmente salutare un nuovo(vecchio) regista! Finalmente tornato ad una vena critica sembra aver ritrovato il suo sguardo reale sull'umanità..che mi spiace dirlo, ma è cinica e debole come la dipinge in questo buon film il nostro Senor Spielbergo!
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lino
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venerdì 17 agosto 2007
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se torna a girare e.t. ci guadagna
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Ho finito di vedere il film con una rabbia addosso unica: rabbia contro un regista che sempre più a torto secondo me viene considerato un grande. abusa in maniera spropositata di sangue e cadaveri, assolutamente scorretto dal punto di vista storico. come al solito gli ebrei sono i buoni per antonomasia offesi e costretti alla vendetta e nonostante tutto anche quando uccidono possono mettersi la tuta da supermen e salvare i parenti delle vittime o chi rischia con loro. i palestinesi? una marea di esseri vili e oscuri a cui viene data parola in brevissimi spazi rispetto all'attenzione data agli ebrei. ho sentito qualcuno paragonare spielberg ai grandi del neorealismo italiano; beh, penso che non ne sia degno nemmeno di allacciargli le scarpe.
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Ho finito di vedere il film con una rabbia addosso unica: rabbia contro un regista che sempre più a torto secondo me viene considerato un grande. abusa in maniera spropositata di sangue e cadaveri, assolutamente scorretto dal punto di vista storico. come al solito gli ebrei sono i buoni per antonomasia offesi e costretti alla vendetta e nonostante tutto anche quando uccidono possono mettersi la tuta da supermen e salvare i parenti delle vittime o chi rischia con loro. i palestinesi? una marea di esseri vili e oscuri a cui viene data parola in brevissimi spazi rispetto all'attenzione data agli ebrei. ho sentito qualcuno paragonare spielberg ai grandi del neorealismo italiano; beh, penso che non ne sia degno nemmeno di allacciargli le scarpe. il film è la classica brutta americanata da 4 soldi con un'osceno finale di richiamo alle twin towers. mio giudizio: osceno
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reduntex
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mercoledì 8 agosto 2007
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Hi all,
My name is John , I’m new to the forum and just want to say hi to everyone.
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daniele
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giovedì 5 luglio 2007
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monaco:1972
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Ottimo film che ricostruisce bene le vicende storiche dell'attacco del settembre nero a Monaco(1972)in cui un gruppo di terroristi palestinesi rapì, e poi uccise,un gruppo di atleti israeliani, e del post-attacco, in cui agenti del mossad vengono mandati in missione per uccidere i mandanti dell' attacco terroristico.
Afner(Eric Bana) e i suoi compagni sono persone abbastanza inesperte che non hanno mai ucciso nessuno: infatti nelle prime missioni i protagonisti sono un pò turbati nell' assolvere il loro delicato e difficile compito.
Spielberg è bravo a ricostruire la storia e a "romanzarla" ( vedi le vicende familiari del protagonista).
Molto espressivo il protagonista nel mostrare il suo sbigottimento e anche stupore nell' uccidere i nemici, poichè anche loro sono esseri umani.
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Ottimo film che ricostruisce bene le vicende storiche dell'attacco del settembre nero a Monaco(1972)in cui un gruppo di terroristi palestinesi rapì, e poi uccise,un gruppo di atleti israeliani, e del post-attacco, in cui agenti del mossad vengono mandati in missione per uccidere i mandanti dell' attacco terroristico.
Afner(Eric Bana) e i suoi compagni sono persone abbastanza inesperte che non hanno mai ucciso nessuno: infatti nelle prime missioni i protagonisti sono un pò turbati nell' assolvere il loro delicato e difficile compito.
Spielberg è bravo a ricostruire la storia e a "romanzarla" ( vedi le vicende familiari del protagonista).
Molto espressivo il protagonista nel mostrare il suo sbigottimento e anche stupore nell' uccidere i nemici, poichè anche loro sono esseri umani.
Carattere antagonista al suo è quello di un altro del gruppo(Daniel Craig) che invece gode a sparare ai palestinesi.
Bella l' idea dei flashback per ricostruire le ore di angoscia a Monaco il cui finale è svelato quasi in contemporanea alla fine del film.
Le ultime scene ci fanno capire che Afner non è più lo stesso dopo la missione e che forse non lo sarà mai più.
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livio
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mercoledì 13 giugno 2007
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film tosto ma messaggio pessimista
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Spielberg è un grande regista, su questo non ci piove. Un grande regista rimane tale sia quando gira film impegnati come Munich o Schiendler's list sia quando sforna filmetti da vigilia di Natale come La Guerra dei Mondi o Jurassic Park. Munich è un film tosto, che affronta un tema scottante senza però prendere le parti di nessuno. Tutti hanno ragione, nessuno ha torto. La violenza e la guerra sono l'unica via. La pace appare lontana e quasi impossibile. Messaggio pessimistico quello di Munich. Bella fotografia, attori molto bravi, soprattutto il protagonista Eric Bana. l'unica scena che non ho capito è stata l'ultima, quando Avner/Bana, mentre fa sesso con la moglie, rivede gli eventi finali all'aeroporto del sequestro degli atleti israeliani.
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Spielberg è un grande regista, su questo non ci piove. Un grande regista rimane tale sia quando gira film impegnati come Munich o Schiendler's list sia quando sforna filmetti da vigilia di Natale come La Guerra dei Mondi o Jurassic Park. Munich è un film tosto, che affronta un tema scottante senza però prendere le parti di nessuno. Tutti hanno ragione, nessuno ha torto. La violenza e la guerra sono l'unica via. La pace appare lontana e quasi impossibile. Messaggio pessimistico quello di Munich. Bella fotografia, attori molto bravi, soprattutto il protagonista Eric Bana. l'unica scena che non ho capito è stata l'ultima, quando Avner/Bana, mentre fa sesso con la moglie, rivede gli eventi finali all'aeroporto del sequestro degli atleti israeliani. Ma che voleva dire?
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marcus
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giovedì 31 maggio 2007
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bello
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Non posso dire che sia il miglior film di Steven Spielberg ma comunque lo ritengo un bel film fatto su una storia realmente accaduta e presentato con un cast del tutto soddifacente...anzi no buono. Basta vedere gli attori scelti...direi buoni per questo genere di film storico(es: geoffrey rush o daniel craig ma anche niente male eric bana e company). Approvo i voti alti e critico coloro che dicono che è un brutto film ma anche coloro che esagerano!!!
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spielberg
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martedì 29 maggio 2007
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spielberg
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massimiliano
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venerdì 24 novembre 2006
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munich, una storia vera
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E' la storia vera di un gruppo di agenti del Mossad inviati in missione non ufficiale dal governo israeliano, a trovare ed uccidere gli organizzatori e gli autori del sequestro dove trovarono la morte undici atleti olimpici israeliani, durante le olimpiadi di Monaco del 1972.Steven Spielperg con maestria, realizza una trasposizione dei fatti, curata nei minimi particolari. Le ambientazioni dell'epoca sono perfette. Ottimo il montaggio. La scelta degli atori è perfetta. Spiccano sicuramente Mathieu Kassovitz e Ciaràn Hinds.
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luigi
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mercoledì 25 ottobre 2006
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un capolavoro
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un film trobbo capolavoristico, non trovo le parole per dire quant'è bello, diretto dal mio regista preferito, dopo le kakatelle di the terminal e la guerra dei mondi, spielberg torna con grande cultura e grande decisione, proiettando sullo schermo uno dei suoi film migliori,,, un film con morale autentica e importante,,,,,, che lo spiega anche il protagonista,,,, che nel mondo non ci sarà mai pace, molto belle le musiche di john williams, anche se non puo' battere il mio musicista di film preferito, ovvero: James Newtonhoward,,,,,,,, il mio doppiatore preferito, ovvero claudio santamaria, nei panni del protagonista,,,( ha fatto anke e solo BatmanBegins), da vedere....... per chi vuole ricordare momenti storici importantissimi.
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camilla
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venerdì 6 ottobre 2006
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una speranza per un nuovo avvenire
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Monaco 1972: la narrazione di Spielberg comincia laddove è appena conclusosi l’attentato terroristico in danno degli 11 atleti olimpici israeliani. Il ritmo del racconto è serrato, e non concede spazio a valutazioni morali; alla violenza deve seguire violenza e condurre dunque all’uccisione sistematica delle menti realizzatrici dell’attentato, così come pianificato da parte servizi segreti israeliani. La vendetta è vissuta con sublimazione quasi spirituale, è un male da compiere, purché sia fatto in fretta, senza pensare, come osserva lo stesso Carl, complice e membro della piccola squadriglia di cinque uomini assoldata per le esecuzioni e capeggiata dal giovane, e ideologicamente motivato, Avner.
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Monaco 1972: la narrazione di Spielberg comincia laddove è appena conclusosi l’attentato terroristico in danno degli 11 atleti olimpici israeliani. Il ritmo del racconto è serrato, e non concede spazio a valutazioni morali; alla violenza deve seguire violenza e condurre dunque all’uccisione sistematica delle menti realizzatrici dell’attentato, così come pianificato da parte servizi segreti israeliani. La vendetta è vissuta con sublimazione quasi spirituale, è un male da compiere, purché sia fatto in fretta, senza pensare, come osserva lo stesso Carl, complice e membro della piccola squadriglia di cinque uomini assoldata per le esecuzioni e capeggiata dal giovane, e ideologicamente motivato, Avner. Il gruppo, animato da un fine -individuale e collettivo contemporaneamente- superiore, assiste apatico, senza porsi domande, allo spargimento di sangue che esso stesso sta generando.
In un clima di crescente sospetto, le menti degli improbabili killer comprendono mano a mano, ma ormai tardi, di essere divenute pedine di un gioco di cui ignorano le regole e da cui è impossibile tirarsi fuori, e coscienti dunque di ciò, con nuovo dolore, non possono fare a meno di ergersi a giudici delle loro nefande azioni, di cui ora si, sfuggono le giustificazioni: con enfatico pentimento e, quasi profeticamente, prima della sua uccisione, Robert annuncia “il sangue versato ricadrà su di noi”.
Avvolto ormai da una spirale di paranoia, Avner sente di portare con sé il dramma dell’intero popolo israeliano, ma anche il dramma, tutto personale, di chi sente ormai vacillare le ragioni del suo odio e nel contempo acquisisce consapevolezza che le violenze compiute non fermeranno il terrore. Di ciò il giovane capo ha conferma nell’incontro con il nemico-fratello palestinese che, altrettanto fanaticamente, annuncia il proseguirsi di una “lotta che ben potrà essere infinita, portata avanti dai molti figli della Palestina “.
Anche in questa occasione il narratore Spielberg, sapientemente, non prende posizione, ma concede che lentamente l’irrequietudine di Avner maturi in senso di tradimento nei confronti dell’alter ego palestinese, il quale, drammaticamente trova la morte di li a poco l’incontro, proprio sotto i suoi occhi impotenti; ma il cammino per la personale redenzione è ancora lungo, e mentre ognuno dei membri della squadriglia segue il proprio destino, il racconto prosegue lungo il dramma umano di Avner, che in un clima di psicosi, perseguitato dal proprio passato, non sa fare altro che rivivere quotidianamente l’orrore dei propri crimini.
Solo il rifiuto successivo del giovane uomo per la commissione di nuovi attentati fa venir finalmente fuori la consapevolezza maturata del male commesso, nonché il progressivo ripudio acquisito per la lotta armata come criterio risolutivo del conflitto israelo-palestinese, che, nonostante il diniego di Avner, troverà, almeno per ora, comunque nuovi militanti.
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