g_andrini
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mercoledì 2 marzo 2016
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surreale
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E' una pellicola particolare, di buona qualità, con scelte espositive ben riuscite. E' difficile da comprendere, a mio parere, perché è molto sottile riguardo quanto vuole trasmettere, mai banale.
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kimkiduk
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lunedì 1 luglio 2013
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grande film
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Tutti si nasce uguali quello che ci cambia è dove si vive e con chi. Qualsiasi cosa può scatenare una belva ed una piccola cosa può uccidere la belva. Questo film ce lo fa capire e ci dice che dentro di noi il male ed il bene vivono accanto. Un bambino che rappresenta se stesso cambia la vita a Tsotsi. Lui emarginato per primo dal padre rinasce e chiede scusa a tutti soprattutto a se stesso cercando di dare quello che non ha avuto. Piccolo film ma grande film giustamente premiato. Sceneggiatura semplice che non sbava in niente. Reale nella sua semplicità. Recitato da attori non professionisti meglio di attori navigati. Quello che un pò stona è la bontà/pietà della società bene e della polizia, molto probabilmente più spietata nella difesa del "bene" che sociale nella correzione/comprensione di commette il "male".
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Tutti si nasce uguali quello che ci cambia è dove si vive e con chi. Qualsiasi cosa può scatenare una belva ed una piccola cosa può uccidere la belva. Questo film ce lo fa capire e ci dice che dentro di noi il male ed il bene vivono accanto. Un bambino che rappresenta se stesso cambia la vita a Tsotsi. Lui emarginato per primo dal padre rinasce e chiede scusa a tutti soprattutto a se stesso cercando di dare quello che non ha avuto. Piccolo film ma grande film giustamente premiato. Sceneggiatura semplice che non sbava in niente. Reale nella sua semplicità. Recitato da attori non professionisti meglio di attori navigati. Quello che un pò stona è la bontà/pietà della società bene e della polizia, molto probabilmente più spietata nella difesa del "bene" che sociale nella correzione/comprensione di commette il "male". Forse un segno di speranza o forse la voglia che questo possa accadere. Non certo un capolavoro, ma i capolavori sono rari e difficili.
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dario
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lunedì 23 agosto 2010
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interessante
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Tutto merito della regia e dell'interpretazione. La storia, una redenzione improvvisa e imprevista, è un po' tirata per i capelli, ma regge grazie ad un'ottima secchezza narrativa e ad un impianto scenico di prim'ordine. C'è fatica nel passare dalla violenza al pentimento, tuttavia i continui richiami all'ingiustizia sociale puntellano bene il primo fenomeno, mentre cenni umanitari di fondo in qualunque individuo fanno ancor meglio nei confronti del secondo. Il pretesto, tutto sommato banale, a sostegno della redenzione non convince del tutto, anche se l'interprete vive la sorpresa con impegno non indifferente. Qualche eccesso sentimentale non riesce a rovinare lo spettacolo.
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Tutto merito della regia e dell'interpretazione. La storia, una redenzione improvvisa e imprevista, è un po' tirata per i capelli, ma regge grazie ad un'ottima secchezza narrativa e ad un impianto scenico di prim'ordine. C'è fatica nel passare dalla violenza al pentimento, tuttavia i continui richiami all'ingiustizia sociale puntellano bene il primo fenomeno, mentre cenni umanitari di fondo in qualunque individuo fanno ancor meglio nei confronti del secondo. Il pretesto, tutto sommato banale, a sostegno della redenzione non convince del tutto, anche se l'interprete vive la sorpresa con impegno non indifferente. Qualche eccesso sentimentale non riesce a rovinare lo spettacolo.
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heyjoe
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sabato 28 giugno 2008
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cult
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Si chiama Tsotsi e vive in Sudafrica, appare come un criminale disposto a tutto per guadagnare e nessuno ha più fiducia in lui dopo che picchia un suo compare e poi ne uccide un altro. Solo la madre lo aiutava ma purtroppo è morta di AIDS e in più il padre abusava di lui. Ignaro del vero carattere di Tsotsi lo spettatore vede in lui un Gangster , ma si sbaglia, è un ragazzo che nasconde la sua bontà dietro alle apparenze ed è frutto di un ambiente che lo ha traumatizzato. D'obbligo il finale, molto simbolico.
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marik
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mercoledì 28 novembre 2007
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tsotsisti!!!!
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sn andata a vedere qst film cn la scuola e ho pensato "sarà il solito film noioso dove stai tutto il tempo a dormire sulle comode poltrone del cinema"...e invece....nn è stato per niente così..infatti mi sn appasionata e alla fine ho anke pianto perchè è molto bello la trasformazione di tsotsi...da criminale a ragazzo cn un cuore e capace di dare affetto!!! ve lo consiglio..
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tritacarne automatico
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venerdì 30 marzo 2007
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real cinema.
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Nel Mare Magnum dei "film per il sociale" prodotti da Hollywood e non, sono molte le pellicole di spicco, piene di grandi nomi e grandi mezzi; si potrebbe ricordare "Bordertown", appena uscito nelle sale, esempio lampante di quanto suddetto. Pellicola, a dirla tutta, assai "stonate": i grandi vip immersi nella povertà sanno troppo di artificiale, diciamocela tutta.
Ecco perché un film come "Il suo nome è Tsotsi", realizzato con attori debuttanti, risulta fresco e degno della dicitura "cinema per il sociale": sono pochi ma incisivi momenti in cui le contraddizioni dell'Africa si mostrano in maniera lampante.
Oltre ad essere "film per il sociale", però le disavventure di Tsotsi permettono anche al regista di tessere un arazzo di emozioni, ben bene confezionate per commuovere il pubblico.
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Nel Mare Magnum dei "film per il sociale" prodotti da Hollywood e non, sono molte le pellicole di spicco, piene di grandi nomi e grandi mezzi; si potrebbe ricordare "Bordertown", appena uscito nelle sale, esempio lampante di quanto suddetto. Pellicola, a dirla tutta, assai "stonate": i grandi vip immersi nella povertà sanno troppo di artificiale, diciamocela tutta.
Ecco perché un film come "Il suo nome è Tsotsi", realizzato con attori debuttanti, risulta fresco e degno della dicitura "cinema per il sociale": sono pochi ma incisivi momenti in cui le contraddizioni dell'Africa si mostrano in maniera lampante.
Oltre ad essere "film per il sociale", però le disavventure di Tsotsi permettono anche al regista di tessere un arazzo di emozioni, ben bene confezionate per commuovere il pubblico.
Film dalla duplice vita, quindi, che "vola" generalmente basso senza astruse raffinatezze intelletuali o meramente tecniche, forse per paura di cadere in fallo. Il risultato è compatto e convincente; gli attori non sono semplici macchiette stereotipate ma personaggi nell'accezione più elevata del termine; la regia è curata e senza sbavatura, linda; mentre la colonna sonora è un gustoso variegare di stili, canti africani e rap di periferia, sottolineando il fatto che il 50% del merito non va al compositore ma alle travolgenti melodie autoctone, vecchie di migliaia di anni, perse nel tempo.
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andrea lade
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giovedì 6 aprile 2006
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più che discreto
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Avrei preferito una sceneggiatura molto più complessa per un background sociale così distante dal mio. Non mi basta vedere gli occhi seppur profondi del protagonista ed assistere ad una storia dall'evolversi un po' fiabesco. I caratteria mio avviso non sono molto studiati e le interazioni comunicative sono improvvisate. Il rapporto tra Tsotsi e la donna-balia è troppo veloce e superficiale il rapporto tra gli amici della gang rimane acerbo , e necessiterebbe maggiore approfondimento,soprattutto in vista del fratricidio imminente.
Suggestivo comunque nel complesso anche grazie alla fotografia,alla colonna sonora e alla crudezza di alcune scene non stemperate dall'esteriorità occidentale. Un po' sopravvalutato
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lou
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mercoledì 29 marzo 2006
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more than the oscar
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For those of us who grew up in South Africa, Tsotsi is the very real story of very real people. All the desperation and hoplessness of the shanty town popultion with no real family or homes is brought startlingly to life in this film. The film certainly deserved an Oscar but the young actor deserved far more for his burning sincerity in the role as Tsotsi. Not since the movies of Marlon brando has a young man held such a total hold on an audience.
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salvo
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mercoledì 22 marzo 2006
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redenzione
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il film, che ricorda vagamente city of god, è un inno alla redenzione, anche quando sembra impossibile che ciò avvenga. Il messaggio di speranza si mischia ai contrasti tra la baraccopoli immennsa e le luci solo accennate di qualsiasi sud del mondo. Ottima la colonna sonora. Solo paradise now poteva togliere l'oscar come miglior film straniero.
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