luigi chierico
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martedì 25 giugno 2013
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tra la vita e la morte
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Nove mesi per venire alla Luce, un tempo così breve,da essere incalcolabile, per tornare al buio : esserci-non esserci. Il fragore del scooter che si schianta contro l’auto e poi al suolo, il casco volato via che rotola sul selciato, il sangue che si confonde con la pioggia, quaderni e fogli sparsi : il giovane corpo della fanciulla inerme, il silenzio tutto attorno, poi una sirena, una barella.
Le pagine dei quotidiani ne sono piene e lasciano riflettere, ma come deve essere terribile il coinvolgimento !
Dinanzi al rischio di perdere la persona più amata, che lotta per la vita, il protagonista si chiede: cosa ho fatto per meritarmelo? Preso dallo scrupolo confessa il suo peccato per una assoluzione,perchè sia una preghiera esaudita.
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Nove mesi per venire alla Luce, un tempo così breve,da essere incalcolabile, per tornare al buio : esserci-non esserci. Il fragore del scooter che si schianta contro l’auto e poi al suolo, il casco volato via che rotola sul selciato, il sangue che si confonde con la pioggia, quaderni e fogli sparsi : il giovane corpo della fanciulla inerme, il silenzio tutto attorno, poi una sirena, una barella.
Le pagine dei quotidiani ne sono piene e lasciano riflettere, ma come deve essere terribile il coinvolgimento !
Dinanzi al rischio di perdere la persona più amata, che lotta per la vita, il protagonista si chiede: cosa ho fatto per meritarmelo? Preso dallo scrupolo confessa il suo peccato per una assoluzione,perchè sia una preghiera esaudita. Così Timoteo, dopo oltre 15 anni, racconta il suo peccato.
Un amore forte, proibito, totale, ricambiato con la vita. Italia ha sacrificato una figlia illegittima nella speranza di una vita migliore, punita, forse, pagherà con la propria vita. E’ arrivato per Timoteo il momento del redde rationem? Deve sacrificare sua figlia?
I sensi di colpa lo aggrediscono, lo opprimono, allora si confessa, prega, implora, chiede perdono ad Italia e ad Angela che non lo ascoltano, che ”non sa dove sono andate ma sa dove sono”.
La fiamma di un amore al di là delle convenzioni, che è stato donazione, felicità, considerazione per una povera donna, vittima di ogni sopruso, si riaccende in un finale in cui un posto, lasciato vuoto all’interno del proprio cuore, viene occupato ed una scarpa rossa viene restituita. I morti tornano tra i morti, i vivi tra i vivi, i morti e i rinati nel cuore, uniti in unico affetto.
Il film di Sergio Castellitto, come il libro mi Margaret Mazzantini, è struggente come lo sono alcune pagine della nostra vita, che non vorremmo mai leggere.
Italia, di modestissime origini, che vive nella misera e nel buio, per compagno un cane cieco, è interpretata da una bravissima Penelope Cruz, calatasi così tanto nel personaggio da aver subito una metamorfosi nell’aspetto fisico ed estetico;, tanto meno è Penelope tanto più è Italia. La figura di questa donna che lei ha abbracciato,abbandonando tutto il suo fascino e la sua eleganza, è talmente ricca di sentimento, di riconoscenza, illuminata di una bellezza interiore, da farla preferire all’attrice.
Regia e interpretazione di Sergio Castellitto eccezionali: vissuti i momenti terribilmente drammatici , la lotta impari contro la morte tanto improvvisa, quanto tragica, il trasporto nelle manifestazioni d’amore sentimentale e carnale.
I 6 premi Donatello sono ampiamente meritati.
chigi
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loretta
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lunedì 22 marzo 2004
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bello, ma il libro lo è ancora di più
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a differenza del libro che fin dalle prime pagine ti coinvolge e ti lega a lui sino all'ultima pagina, il film per i primi 30 minuti è abbastanza statico.
Certo era difficilissimo trasformare i pensieri cosi profondi di timoteo in immagini, ma alla fine Sergio castellitto(che adoro!!!) ci riesce benissimo. Bravissimo Penelope Cruz, un pò meno la Gerini ,avendo letto il libro mi aspettavo infatti una donna più sofisticata
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oriettacutigni
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venerdì 24 agosto 2018
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l'amore e' ben altro
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ho rivisto questo film a distanza di anni,mi era sembrato bello.Purtroppo dopo dodici anni in cui sono molto cresciuta personalmente e soprattutto come donna non so come possaessere considerato commovente.Una storia di un amore distruttivo,in cui lei,sottoproletaria viene sfruttata,stuprata e poi muore.Non e' un film sull'amore ,ma sulla bestialita' di un uomo egoista che la usa sessualmente,la fa abortire e poi soffrire come una bestia. Vuole salvarla alla fine ?Ipocrita,voleva anche essere un omaggio alle donne. Ma va in ..............Carissime basta lacrime per amori demenziali e distruttivi viva la vita.Di medici porci del genere ce ne sono tanti.
via
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barbara
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venerdì 26 marzo 2004
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bello!
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un film,un attore,un regista...l'emozione di rivedere trasportati sulla pellicola i velati sobbalzi del cuore provati leggendo un libro...qualche difetto(la canzone di Toto Cutugno suonata a gran volume,a volte poca fluidità narrativa)ma gli si concede! però sono poco obiettiva:adoro Castellitto e il libro della Mazzantini mi ha fatto piangere "di gusto"!
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manuela
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venerdì 12 marzo 2004
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e' grandioso!!!
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Con questo film il regista ha analizzato una famiglia colpita da una disgrazia. Il padre, Timoteo, con i suoi flash back racconta la storia extracognugale, con cui ha provato vereamente l'amore e la felicità. E' un pugno nello stomaco perchè la storia lo comporta. Le musiche a mio parere sono perfette e si intonano perfettamente con il film, in particlolare la canzone di Vasco. Il finale è molto particolare, sta al pubblico interpretarlo, poichè è una scelta del regista. Bravissimi tutti gli attori, sono molto azzeccati nei loro ruoli e coinvolgenti.
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marcella
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domenica 14 marzo 2004
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non ti emozionare
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La pioggia, scenografia dei due momenti più intensi e significativi della vita del protagonista - l'incidente della figlia in principio e l'ultimo rapporto consumato con Italia tra i vicoli bui - nonchè protagonista delle ultime scene sembra voler dare la sua benedizione purificatrice a tutto quello che è accaduto durante questa vita vissuta in parallelo tra due mondi. L'apparente tranquillità familiare e l'altra vita, vissuta altrove, fonte di intense emozioni. Potenziali emozioni che i protagonisti non riescono ad esprimere, non riescono a trasmettere allo spettatore. Il tutto confezionato facendo uso di flash back spesso prevedibili e sostenuti da una colonna sonora che troppo spesso si insinua in modo violento e poco coerente nella narrazione.
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La pioggia, scenografia dei due momenti più intensi e significativi della vita del protagonista - l'incidente della figlia in principio e l'ultimo rapporto consumato con Italia tra i vicoli bui - nonchè protagonista delle ultime scene sembra voler dare la sua benedizione purificatrice a tutto quello che è accaduto durante questa vita vissuta in parallelo tra due mondi. L'apparente tranquillità familiare e l'altra vita, vissuta altrove, fonte di intense emozioni. Potenziali emozioni che i protagonisti non riescono ad esprimere, non riescono a trasmettere allo spettatore. Il tutto confezionato facendo uso di flash back spesso prevedibili e sostenuti da una colonna sonora che troppo spesso si insinua in modo violento e poco coerente nella narrazione. Brava Claudia Gerini.
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miriam
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giovedì 16 agosto 2007
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migliore la prossima
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Premesso che non ho letto il libro e quindi non farò un confronto,sbagliato sempre per la semplice ragione che si tratta di 2 linguaggi indipendenti e troppo diversi per essere accostati analizzerò solo quello che è il film:una grande confusione pegiorata di buchi di sceneggiatura (evidentemente,immagino,presenti nel romanzo della Mazzantini a cui si è fedelmente ispirato).Non si capisce perché quest'uomo sia attratto da questa ragazza che forse a qualcuno sarà sfuggito VIOLENTA senza nemmeno conoscerla.Sono 2 estranei e tali rimangono durante una "relazione" in cui l'atto iniziale è reiterato con apparenti rimozioni da una parte e memefreghismo dall'altra (e gli stati d'animo citati valgono per entrambi).
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Premesso che non ho letto il libro e quindi non farò un confronto,sbagliato sempre per la semplice ragione che si tratta di 2 linguaggi indipendenti e troppo diversi per essere accostati analizzerò solo quello che è il film:una grande confusione pegiorata di buchi di sceneggiatura (evidentemente,immagino,presenti nel romanzo della Mazzantini a cui si è fedelmente ispirato).Non si capisce perché quest'uomo sia attratto da questa ragazza che forse a qualcuno sarà sfuggito VIOLENTA senza nemmeno conoscerla.Sono 2 estranei e tali rimangono durante una "relazione" in cui l'atto iniziale è reiterato con apparenti rimozioni da una parte e memefreghismo dall'altra (e gli stati d'animo citati valgono per entrambi).Certo la Cruz è intensa,disfatta però non comunica NIENTE,non è certo la Magnani ne "La rosa tatuata" seppure con le dovute differenze di trama.Lui è troppo concentrato a rendere quello che non c'è,insomma diciamo che è un'esperimento che sicuramente gli servirà in futuro per altre regie (non necessariamente cinematografiche) e basta.
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puck
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venerdì 19 marzo 2004
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vogliamo le vere brutte
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povere attrici bruttine ora che va di moda l'attrice bella che si imbruttisce. La Cruz recita col trucco ed'è l'unica cosa che si può permettere. Abbiate il coraggio di ammetterlo: viste mai scene di sesso meno credibili? Testate sulla schiena, scopate sulle conchiglie... ma se uno è violento fa ben altro e il film non se lo può certo permettere. Bravi Castellitto e Gerini.
Sembra un fillm scritto nella villa di Sabaudia da due che cercano di immaginare una vita diversa, quella di una sottoproletaria, ma non ci riescono perché non sanno proprio cosa significa. Perfetto per una prima serata televisiva, magari in una bella villetta sul mare.
Fra un pò il cinema non servira più a niente. Viva la tv.
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povere attrici bruttine ora che va di moda l'attrice bella che si imbruttisce. La Cruz recita col trucco ed'è l'unica cosa che si può permettere. Abbiate il coraggio di ammetterlo: viste mai scene di sesso meno credibili? Testate sulla schiena, scopate sulle conchiglie... ma se uno è violento fa ben altro e il film non se lo può certo permettere. Bravi Castellitto e Gerini.
Sembra un fillm scritto nella villa di Sabaudia da due che cercano di immaginare una vita diversa, quella di una sottoproletaria, ma non ci riescono perché non sanno proprio cosa significa. Perfetto per una prima serata televisiva, magari in una bella villetta sul mare.
Fra un pò il cinema non servira più a niente. Viva la tv.
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