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sabato 5 agosto 2023
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due stelle?!?
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Ci sono i gusti personali e poi c’è l’onestà intellettuale. Due stelle per questo film è dettato dal tuo gusto personale. Denzel, senza parlare ancora della regia, vale come minimo la terza stella. Il fratello Tony, venendo al suo ruolo, realizza il proprio Gladiatore omaggiando il fratello. Fotografia potente. Uccide il personaggio nel finale senza sconti per nessuno. Crasy ha vissuto nel male la sua vita e riportare a casa la bambina è il suo modo per salare tutto ciò che gli rimane in quanto credente, la sua anima. Colonna sonora incredibile. Il dialogo all’ospedale tra Giannini e l’innominabile coprotagonista de “Il Cacciatore” splendido. Le tue due stelle sono impietose.
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enrico bertuccioli
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mercoledì 26 ottobre 2022
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il perdono è una cosa tra loro e dio, io provvedo
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penso che questo sia uno di quei 4/5 film che non riesco a smettere di riguardare sempre, molto al di sopra di quelle serie dozzinali che spesso danno sui canali a pagamento, l'interpretazione di creasy e' superlativa, il messico che fa da sfondo e' quello che in molti ci immaginiamo, colorato, caotico e pericolosissimo....
il cammeo di giannini e' la cigliegina sulla torta
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giovanni morandi
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mercoledì 28 settembre 2022
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tony scott e il riscatto di denzel giovanni morand
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Questo film di Tony Scott (2004) è pura poesia: un uomo in preda ai fantasmi di un passato di mercenario, che non trovava che nell'alcool un modo per dimenticare...ormai pronto al suicidio. Ma avviene un miracolo (la pallottola che non esplode "non" è l'ultima verità); ma l'affetto ricambiato per una bambina che vuole proteggere e lo farà...fino all'ultimo. Superfluo sottolineare la bravura di Denzel, ma anche da sottolineare quella dell'allora ragazzina (9 anni) Dakota Fanning.
"Ognuno è bravo in qualcosa, Creazy (Washington) ha la sua arte nell'uccidere", così C. Walken a G.
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Questo film di Tony Scott (2004) è pura poesia: un uomo in preda ai fantasmi di un passato di mercenario, che non trovava che nell'alcool un modo per dimenticare...ormai pronto al suicidio. Ma avviene un miracolo (la pallottola che non esplode "non" è l'ultima verità); ma l'affetto ricambiato per una bambina che vuole proteggere e lo farà...fino all'ultimo. Superfluo sottolineare la bravura di Denzel, ma anche da sottolineare quella dell'allora ragazzina (9 anni) Dakota Fanning.
"Ognuno è bravo in qualcosa, Creazy (Washington) ha la sua arte nell'uccidere", così C. Walken a G.Giannini, per descrivere quello che farà D. Washington per vendicare la piccola Pita (D.Fanning) rapita a Città del Messico, mentre era sotto la sua protezione.
Alla fine, riesce a parlare col capo dei rapitori, e decide di scambiare la propria vita con quella della bambina, non prima di aver fatto fuori anche il Capo della polizia corrotto, e d'accordo con i sequestratori. Ottima anche l'interpretazione del nostro Giannini e della giornalista, che aiuta Creazy.
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samanta
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martedì 29 marzo 2022
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l''importanza di s. giuda
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Può apparire strano ma il protagonista nascosto di questo action thriller è San Giuda (detto Taddeo) uno dei 12 apostoli e cugino di Gesù.
John Creasy (Denzel Washington) è un ex agente dei servizi segreti americani che ha alle spalle un imponente curriculum di operazioni speciali e una lunga serie di omicidi. Creasy è in crisi esistenziale, è un alcolizzato senza lavoro, va in Messico a trovare un vecchio amico e collega Paul (Christopher Walken) che dirige un'agenzia di sicurezza. Paul propone all'amico un lavoro come guardia del corpo di una bambina "Pita" (Dakota Fanning) di 9 anni: il padre Samuel è un giovane imprenditore messicano che conduce una vita da ricco però si trova in difficoltà finanziaria, la madre è una giovane americana Lisa (Radha Mitchell).
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Può apparire strano ma il protagonista nascosto di questo action thriller è San Giuda (detto Taddeo) uno dei 12 apostoli e cugino di Gesù.
John Creasy (Denzel Washington) è un ex agente dei servizi segreti americani che ha alle spalle un imponente curriculum di operazioni speciali e una lunga serie di omicidi. Creasy è in crisi esistenziale, è un alcolizzato senza lavoro, va in Messico a trovare un vecchio amico e collega Paul (Christopher Walken) che dirige un'agenzia di sicurezza. Paul propone all'amico un lavoro come guardia del corpo di una bambina "Pita" (Dakota Fanning) di 9 anni: il padre Samuel è un giovane imprenditore messicano che conduce una vita da ricco però si trova in difficoltà finanziaria, la madre è una giovane americana Lisa (Radha Mitchell). Creasy accetta il lavoro a Città del Messico ma viene coinvolto in traffici criminali, Samuel è costretto a pagare poco ma ha bisogna di una guardia del corpo perché stante l'alto numero di sequestri di bambini la società assicuratrice non gli rinnoverebbe la polizza assicurativa di 10 milioni di $, Creasy accetta e onestamente rivela i suoi problemi con l'alcool che rallentano la sua capacità. Samuel però non bada a questo e pressato dal suo disonesto avvocato americano Kalfus (Mickey Rourke) accetta la proposta infame di fare un finto sequestro organizzato, con la partecipazione della corrotta Polizia Giudiziaria, da una banda di criminali la "Hermandad" capeggiata dal famigerato "La Voce". Creasy inizia il suo lavoro e nel corso dei mesi da una fase di disinteresse nei confronti della bambina che è sola perché il padre è occupato dal lavoro e la madre dagli impegni sociali l'uomo passa ad un'amicizia profonda con la bambina che grazie ai suoi allenamenti vince una gara di nuoto cui ci teneva moltissimo (nella finale non c'erano i gentori). "Pita" per riconoscenza gli regala una collana d'argento con una medaglia raffigurante San Giuda il santo dei miracoli impossibili, Paul che è presente commenta all'amico "E' proprio il tuo santo!". La bambina viene rapita e Creasy ferito gravemente, l'asssicurazione paga i soldi, metà vanno dati alla Voce che li dividerà con l'avvocato ma durante lo scambio avviene l'uccisione di un delinquente nipote del capo, lo scambio fallisce e al telefono viene comunicato che la bambina è stata uccisa. Ci sono vari colpi di scena tra cui la scoperta della verità ma Creasy sebbene non ancora guarito, stermina i rapinatori e scopre che la bambina è ancora viva, ma muore prigioniero della Voce.
Il film del 2004 ha la regia di Tony Scott (fratello di Ridley) che morirà suicida nel 2012, è un buon regista con molti successi all'attivo (Top Gun), amico di Denzel Washington che ha impiegato in molti film (Dejà vu, Pelham 1-2-3, Allarme rosso, Unstoppable). Denzel Washington uno dei migliori attori di Hollwood, interpreta esemplarmente un personaggio alcolizzato, oppresso da colpe per i crimini commessi che ha perso la fede. all'amico Paul chiede "Dio ci predonerà?" "Credo di no!" è la risposta. L'affetto per la bambina cambierà la sua vita, quando Alice scompare creduta ucciso Creasy ritorna l'ex killer della CIA e fa strage delle persone coinvolte dal rapimento, riuscirà anche a restituire alla madre la bambina. Morirà stringendo la medaglia di S.Giuda percorrendo quel cammino di fede che non gli era riuscito sebbene leggesse la Bibbia. Il film si dipana con tensione alternata da momenti di relax, il thriller è ben congegnato, anche se danno un pò fastidio i flash ripetuti, la sceneggiatura è valida con un buon approfondimento psicologico, il finale è molto ben congegnato. Bravissima Dakota Fanning, diventata adulta dopo il 2012, ha avuto una discontinua carriera cinematografica, in parti di comprimaria, molto bravi Christopher Walken e il nostro Guglielmo Giannini nella parte del direttore di un'agenzia federale di investigazione, mediocre il padre di "Pita", una nullità espressiva la madre.
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carloalberto
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lunedì 23 agosto 2021
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riuscito revenge-movie ideologico
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Tony Scott e Denzel Washington sono un’accoppiata formidabile e questo thriller d’azione non delude le aspettative degli amanti del genere, in particolare, di quel fortunato sottogenere cinematografico rappresentato dal filone del revenge-movie ideologico, in cui si esaltano le gesta dell’eroe vendicativo, chiamato a ripristinare l’equilibrio, giustiziando senza pietà coloro che hanno messo in crisi i valori fondamentali su cui si basa la convivenza civile, ovviamente secondo i canoni della civiltà occidentale.
Il messaggio è semplice e tutt’altro che subliminale. La violenza abbrutisce chi la pratica e rende anche l’uomo più buono e gentile simile ad una belva feroce, ovvero lo porta all’autodistruzione per i sensi di colpa, ma è necessaria e perciò è giustificata, addirittura santificata fino al martirio dell’eroe, se si tratta di salvare i valori supremi della società, qui simbolicamente raffigurati dall’innocente candore della bambina rapita, Dakota Fanning, e dall’amore materno, offeso e tradito in seno alla sua stessa famiglia, per pura avidità di danaro.
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Tony Scott e Denzel Washington sono un’accoppiata formidabile e questo thriller d’azione non delude le aspettative degli amanti del genere, in particolare, di quel fortunato sottogenere cinematografico rappresentato dal filone del revenge-movie ideologico, in cui si esaltano le gesta dell’eroe vendicativo, chiamato a ripristinare l’equilibrio, giustiziando senza pietà coloro che hanno messo in crisi i valori fondamentali su cui si basa la convivenza civile, ovviamente secondo i canoni della civiltà occidentale.
Il messaggio è semplice e tutt’altro che subliminale. La violenza abbrutisce chi la pratica e rende anche l’uomo più buono e gentile simile ad una belva feroce, ovvero lo porta all’autodistruzione per i sensi di colpa, ma è necessaria e perciò è giustificata, addirittura santificata fino al martirio dell’eroe, se si tratta di salvare i valori supremi della società, qui simbolicamente raffigurati dall’innocente candore della bambina rapita, Dakota Fanning, e dall’amore materno, offeso e tradito in seno alla sua stessa famiglia, per pura avidità di danaro.
Da menzionare nel cast Christopher Walken e Giancarlo Giannini, impegnati in ruoli minori e di contorno, in funzione di ausilio logistico, nel meccanismo implacabile della nemesi, che farà il suo corso inesorabile, all’armata-Denzel Washington, dotato del solito provvidenziale arsenale, che, e questo è un altro messaggio spot per l’industria delle armi leggere, è sempre meglio avere a disposizione, perché i malvagi non si combattono con i proclami e le belle parole e nemmeno con la giustizia, che si perde nelle lungaggini dei processi.
Da notare, in ultimo, che tutta la vicenda è ambientata nel confinante Messico, di cui si può dire tutto il male possibile, si può dipingerla come una terra senza legge, in mano alla polizia corrotta, alle bande armate di narcotrafficanti e di sequestratori, così che possa rafforzarsi nell’americano medio la convinzione, al confronto, di vivere in un’oasi felice di pace, di benessere e di civiltà.
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biscotto51
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mercoledì 7 aprile 2021
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una storia sciupata da una regia demenziale
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Sarebbe stato un buon film se il regista non l'avesse stravolto con scene oniriche e confuse, non pienamente comprensibili, con scene che sembrano viste con l'occhio di un drogato, con vaneggiamenti del protagonista che vede e non vede cose misteriose, allucinazioni, lungaggini inutili e dannose, flashback che boh...
Contribuisce a danneggiare la pellicola un Giancarlo Giannini che sta in Messico come un elefante sta al polo nord.
Perccato. Guardatevi un buon Jason Bourne, lui sì che non tradisce mai.
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martedì 6 aprile 2021
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è un bel film
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Troppo amara la sua critica. È un bel film interpretato magistralmente da washington
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elgatoloco
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martedì 7 aprile 2020
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violento ma non senza motivo. film notevole
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"Man on fire"(2004, Tony Scott), film dal tasso notevole di violenza, non è però un'opera peregrina, "casuale"e la violenza non è ingiustificata, rendendo la drammatica situazione esistente in Mexico, da vari decenni in qua(qualche miglioramente con il governo ormai in carica da due anni, ma la situazione è ancora molto grave). Dilm che è il remake di un film precedente, del 1987, di cui non si sa quasi nulla, comunque tratto anch'esso da un romanzo di A.J.Quinnell. Venendo al film, è la storia di un ex-agente(un killer, invero)Made in USA dei servizi segreti anti.gueeriglia(un"assassino", dice un funzionario ONU), che , depresso e in preda a dipendenza dall'alcol, in Mexico, diviene a malincuore ma per questione di soldi guardia del corpo della figlia bambina di un ricco imprenditore locale(Marc Anthony)sposato con un'Americana.
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"Man on fire"(2004, Tony Scott), film dal tasso notevole di violenza, non è però un'opera peregrina, "casuale"e la violenza non è ingiustificata, rendendo la drammatica situazione esistente in Mexico, da vari decenni in qua(qualche miglioramente con il governo ormai in carica da due anni, ma la situazione è ancora molto grave). Dilm che è il remake di un film precedente, del 1987, di cui non si sa quasi nulla, comunque tratto anch'esso da un romanzo di A.J.Quinnell. Venendo al film, è la storia di un ex-agente(un killer, invero)Made in USA dei servizi segreti anti.gueeriglia(un"assassino", dice un funzionario ONU), che , depresso e in preda a dipendenza dall'alcol, in Mexico, diviene a malincuore ma per questione di soldi guardia del corpo della figlia bambina di un ricco imprenditore locale(Marc Anthony)sposato con un'Americana. Tutto bene, per un certo tempo, finché il seuqetro della bambina viene effettuato proprio dalla stessa polizia mexicana o meglio da suoi membri corrotti(molti e di alto rango)affiliata all'"Hermandad", che è una sorta di setta segreta, di"mafia". Condizioni quasi insostenibili, per la famiglia e grave pericolo per la bambina(Dakota Fenning)e naturalmente per l'"uomo-guardia del corpo"(Danzel Washington, in un'interpretazione eccezionale), come anche per i suoi supporters(l'amico Christopher Wlaken e l'uomo-OnU Giancarlo Giannini, entrambi molto validi interpreti come di consueto), Suspense fino alla fine, ma soprattuttto il ritratto di una condizione"bloccata", perché completamente in mano alle strutture mafiose e a uno "Stato"in balia di spinte e controspinte date dalla confusione tra potere legale e criminalità. Uso eccelso dei flask-backs, in un"jeu au massacre"decisamente riuscito(non rimpiangeremo mai abbastanza la perddita, n condizioni tragiche, di Tony Scott), dove l'action movie sa essere anche altro, film drammatico ad alta tensione, dove un uomo"disperato"sa divenire empatico anche rsipettoa a una bambina molto lontana dal suo standard sociale e dalla condizione esistenziale nella quale egli si trova. Film interessante, che presenta varie chiavi di lettura, dove già la scelta della musiche(Mariachi ma anche rock angloamericano)rende la duplicità di culture(nello stesso Mexico, tra cittadini di quello Stato sono avvertibili tali elementI). Poco fortemnente incisiva l'inmtepretazione di Radha Michell(la moglie americana dell'imprenditore)mentre appare irriiconoscibile Mickey Rourke. El Gato
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domenica 7 ottobre 2018
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Troppo bello Indimenticabile Vi adoro
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opidum
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lunedì 23 ottobre 2017
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w l'italia
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ho rivisto dopo tantissimi anni il film ed è sempre un bel film.
vorrei però sottolineare la magistrale prova d'autore di quel magico attore che è il nostro Gianni.
Giannini e Franco Nero ( una volta c'erano la Bellucci e Asia argento e scamarcio ha fatto john whic 2) sono gli unici attori italiani viventi che riescono ogni tanto a fare un film ad hollywod.
Il fatto che abbiano tutti e due più di 70 anni preoccupa.
In questo film Giannini interpreta magistralmente la parte di un alto funzionario della Polizia Messicana come mi immagino che siano nella realtà: intrallazone , rubacuori ma fondamentalmente onesto e soprattuto con nessun timore di sporcarsi le mani.
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ho rivisto dopo tantissimi anni il film ed è sempre un bel film.
vorrei però sottolineare la magistrale prova d'autore di quel magico attore che è il nostro Gianni.
Giannini e Franco Nero ( una volta c'erano la Bellucci e Asia argento e scamarcio ha fatto john whic 2) sono gli unici attori italiani viventi che riescono ogni tanto a fare un film ad hollywod.
Il fatto che abbiano tutti e due più di 70 anni preoccupa.
In questo film Giannini interpreta magistralmente la parte di un alto funzionario della Polizia Messicana come mi immagino che siano nella realtà: intrallazone , rubacuori ma fondamentalmente onesto e soprattuto con nessun timore di sporcarsi le mani.
grande Giannin
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