Distruggete Los Angeles!

Il regista australiano James Seale ha saputo miscelare davvero bene il gusto per l’avventura, l’azione drammatica, il catastrofismo a sfondo ecologico e un certo escatologismo religioso. Gli effetti speciali la fanno da padrone, ma anche le buone interpretazioni. Come quella di Mark Rolston, nei panni dell’agente Kellaway, già fattosi apprezzare precedentemente in Arma letale. I continui test nucleari e gli incidenti che ne conseguono hanno scatenato una serie di terremoti ed eruzioni vulcaniche in California. Ma, siccome per gli americani ciò che succede da loro accade nel resto del mondo, è inevitabile che anche in questo film una catastrofe statunitense si trasformi ben presto in una sciagura mondiale. Per fermarla occorrono, come sempre, decisioni drastiche repentine. Così il presidente degli Stati Uniti deve far esplodere una bomba termonucleare a Los Angeles, dopo averla evacuata, per evitare che gli abitanti della Terra muoiano arrostiti, innescando una reazione di pari forza, ma opposto verso, in grado di arrestare la devastazione del pianeta. Due scienziati, padre e figlia, più che mai ai ferri corti, insieme al colonnello Ryan Beckett e alla sua fidata squadra, devono compiere l’ardua impresa, che mostra subito le sue difficoltà, dato che hanno una sola trivella per un pozzo di mille metri. Lo scienziato Matthew Salin combatte tre battaglie insieme: contro le variazioni climatiche che stanno distruggendo la Terra; contro la malattia che lo sta portando al Creatore; contro l’astio della figlia Julie che gli rimprovera di non essersi fatto vivo da cinque anni e gli ricorda che “pensare a qualcuno e essere lì sono due cose completamente diverse”. La stessa Julie riflette amaramente riguardo il mancato amore paterno e conclude “lui non era presente abbastanza per fare danni”. Anche il colonnello Beckett è alle prese con una figlia irrequieta, questa volta quindicenne. Ma almeno per lui il rapporto è meno burrascoso: la figlia, alla morte della madre, quando lei aveva solo cinque anni, ha rincuorato il padre e gli ha promesso di non lasciarlo mai. Tra sbandati, terroristi, traditori e profeti di sventure apocalittiche che predicano la fine del mondo perché è arrivato “il Giorno del Giudizio in cui tutti i malvagi e i peccatori precipiteranno all’inferno”, Los Angeles, dove “nessuno poteva sentire la voce di Dio nella città degli angeli”, sembra destinata alla distruzione, come vittima sacrificale. Ma la scienza ha molte armi a sua disposizione, anche quelle che contraddicono ciò che un attimo prima ha affermato. Un film che sa coniugare la riflessione mai sopita su temi sempre attuali, una trama avvincente e dei dialoghi scanditi dalle discrepanze affettive dei protagonisti e conditi da un afflato religioso