A Beautiful Mind |
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Un film di Ron Howard.
Con Russell Crowe, Jennifer Connelly, Ed Harris, Paul Bettany, Christopher Plummer.
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Titolo originale A Beautiful Mind.
Biografico,
Ratings: Kids+13,
durata 140 min.
- Gran Bretagna 2001.
MYMONETRO
A Beautiful Mind
valutazione media:
3,97
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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follia e matematica inarrivabiledi angeloumanaFeedback: 110715 | altri commenti e recensioni di angeloumana |
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venerdì 17 novembre 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film Ron Howard l'ha parzialmente tratto dal libro della giornalista Sylvia NasarA Beautiful Mind(Il genio dei numeri, matematico e folle - Storia di John Forbes Nash). Ha romanzato quella biografia, o l'ha rivisitata un po' furbescamente in chiave cinematografica guadagnandone 4 Oscar nel 2002, omettendo ovviamente particolari spiacevoli di quella vita. Il regista ci ha benevolmente “ingannati”: fa due film in uno da 140 minuti. La prima parte è quella che assomiglia tanto ad una “americanata” con tutti gli ingredienti tipici: l'intelligenza e il carisma del protagonista Russel Crowe, pure se scostante e difficile ai contatti con le persone, l'amore per la bellissima Jennifer Connelly (da notare che nell'anno del film lui aveva 37 anni e lei 17!), l'intelligenza del matematico utile ai servizi segreti, l'azione, le battute sagaci a ripetizione, gente brava, di successo, uno di quei film dove tutto finirà sicuramente bene coi buoni e bravi che hanno la meglio e … vissero felici e contenti. La seconda parte invece, che sembra proprio un altro film, mostra che l'azione e lo spionismo sono solo immaginati dalla mente malata del matematico Nash. Qui Russel Crowe è stupendamente pazzo e invecchiato, sofferente ma geniale. Nel film si parla di sue allucinazioni, pare che “veda” e ha rapporti con l'amico e compagno di stanza (Paul Bettany) nell'università di Princeton dove si iscrisse con una borsa di studio nel '47 appena 19enne, la nipotina di questi e l'agente Parcher del Pentagono (Ed Harris). Nella realtà Nash non ebbe di queste allucinazioni visive, ma piuttosto immaginava in ogni dove messaggi criptati provenienti da extraterrestri o da spie russe. La diagnosi fu impietosa, schizofrenia paranoide, con ripetuti lunghi ricoveri e gli shock insulinici che appaiono nel film. Nash era spesso vittima delle sue ossessioni, come un pochino tutti siamo, o almeno delle nostre “fisse” o manìe. Seppe però guarire quasi completamente da esse, fu riammesso all'insegnamento, e nel film il protagonista dice infatti dei tre personaggi che crede di vedere: li alimento perché restino in vita, scelgo di non prenderli in considerazione.
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