wonder woman
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martedì 3 giugno 2014
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quello che fa suonare l' allarme della credibilità
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L'errore grave 1 Non ci sono gli antichi Romani con l’orologio.
L'errore lieve 2 Il Colosseo si chiamava Anfiteatro Flavio.
3 Nella scena in cui l’imperatore giace morto, sta chiaramente respirando
4 I cavalli sono troppo grandi all'epoca c’erano solo cavalli piccoli.Quelli del film arrivò nel Medio evo.
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(di contrammiraglio)
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valetag
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venerdì 7 marzo 2014
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il gladiatore da oscar
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Il generale Massimo Decimo Meridio, amato e rispettato dai suoi soldati, conquista l’ennesima vittoria contro i barbari in Germania. L’imperatore Marco Aurelio, giunto alla fine dei suoi giorni, ha così una conferma dell’amore e del rispetto che Maximum nutre nei confronti di Roma. Sceglie quindi di affidare le redini dell’Impero al generale, chiedendogli di dare più libertà al Senato, riportando di conseguenza il potere nelle mani del popolo romano. Commodo, figlio di Marco Aurelio, appena conosciute le intenzioni del padre, lo soffoca, anticipandone la morte, e prendendo da subito il titolo di Imperatore. Massimo, che è a conoscenza delle ultime volontà di Marco Aurelio, decide di non appoggiare Commodo.
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Il generale Massimo Decimo Meridio, amato e rispettato dai suoi soldati, conquista l’ennesima vittoria contro i barbari in Germania. L’imperatore Marco Aurelio, giunto alla fine dei suoi giorni, ha così una conferma dell’amore e del rispetto che Maximum nutre nei confronti di Roma. Sceglie quindi di affidare le redini dell’Impero al generale, chiedendogli di dare più libertà al Senato, riportando di conseguenza il potere nelle mani del popolo romano. Commodo, figlio di Marco Aurelio, appena conosciute le intenzioni del padre, lo soffoca, anticipandone la morte, e prendendo da subito il titolo di Imperatore. Massimo, che è a conoscenza delle ultime volontà di Marco Aurelio, decide di non appoggiare Commodo. In questo modo, però, attira su di sé l’ira del nuovo Imperatore: viene condannato a morte, e dei soldati sono inviati in Spagna, presso la casa del generale, per sterminare la sua famiglia. Massimo, abile nei combattimenti, riesce a fuggire prima di essere giustiziato, ma quando torna a casa scopre di essere arrivato troppo tardi: la sua amata moglie e il figlio sono stati crocifissi e bruciati vivi. Vinto dal dolore e dalla stanchezza, si accascia a terra, svenuto. Viene raccolto da un mercante di schiavi, e si unisce alla carovana diretta in Africa. Venduto a Proximo, proprietario di una palestra di gladiatori, scopre di avere ancora una possibilità per vendicarsi, proprio attraverso la sua abilità come gladiatore. Conquistando fama, giunge infine a Roma, dove potrà sfidare Commodo, riportare l’utopia della Repubblica a Roma e avere la propria rivalsa.
Questo film premio Oscar, tratto liberamente dalla storia dell’Impero romano, è diretto dal grande Ridley Scott, che dimostra le sue capacità principalmente nella costruzione della battaglia e delle lotte tra gladiatori.
Russel Crowe, con un’interpretazione degna dell’Oscar che ha vinto, ci descrive senza troppe esagerazioni il suo personaggio: saggio, giusto, fermo e temperato (così come ci vengono elencate nel film le qualità che rendono un uomo di valore). Anche Joaquin Phoenix sarebbe stato meritevole dell’Oscar: ha saputo valorizzare Commodo, mettendo in risalto con ogni gesto e sguardo non solo la brama di potere, ma anche la debolezza, la paura e l’insicurezza. Importante, infine, la presenza di Djimon Hounsou a cui il regista regala l’ultima scena, dove pronuncia la frase: “Ci rivedremo un giorno... ma non ancora”.
Le musiche di Hans Zimmer sono incisive, valorizzano il lavoro di Scott, adattandosi ad ogni scena e, oltretutto, rientrando tra le colonne sonore più riconoscibili della storia del cinema.
La gestione del potere è uno dei temi principali. L’unico modo per avere il potere è essere amati dal popolo, ma come poi scopriremo nel film, non è sufficiente: bisogna avere coraggio, amore e senso della giustizia. Ed è proprio questa ricerca del giusto un’altra delle protagoniste: il fine giustifica i mezzi ( Massimo uccide una marea di gladiatori per trovare vendetta, Lucilla protegge il figlio sottomettendosi alle torture del fratello). Il tutto pennellato con sentimenti ed emozioni, che fanno da collante per tutto il film.
Sono molte le frasi incisive che restano in mente: da “Al mio segnale scatenate l’inferno” a “Ombre e polvere, Massimo”.
Di grande impatto sono la ricostruzione della città di Roma e del Colosseo, le scenografie in generale e i costumi (tutti vincitori di premi Oscar).
Consigliato.
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nevadas
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martedì 3 dicembre 2013
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commodo
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eppure rivedendo questo film mi sono soffermata sul ruolo di Commodo, il figlio stolto agli occhi di Cesare, il figlio mai stimato.
Questa mancanza di amore, il non essere stimato dal padre perchè non aveva le virtu' che egli volevaperchè dotato invece di ambizione invece che di saggezza,quindi la prossima umiliazione davanti a Roma che poteva non vederlo imperatore, hanno mosso in lui in fondo delle umane passioni .
Credo che nessuno di noi non avrebbe fatto nulla per fermare questa ingiustizia che gli stava facendo il suo stesso padre, credo che tutti nella sofferenza
di non essere amati avrebbero fatto qualcosa di simile . Commodo non poteva nè fuggire da Roma e nemmeno farsi umiliare se Massimo fosse diventato imperatore.
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eppure rivedendo questo film mi sono soffermata sul ruolo di Commodo, il figlio stolto agli occhi di Cesare, il figlio mai stimato.
Questa mancanza di amore, il non essere stimato dal padre perchè non aveva le virtu' che egli volevaperchè dotato invece di ambizione invece che di saggezza,quindi la prossima umiliazione davanti a Roma che poteva non vederlo imperatore, hanno mosso in lui in fondo delle umane passioni .
Credo che nessuno di noi non avrebbe fatto nulla per fermare questa ingiustizia che gli stava facendo il suo stesso padre, credo che tutti nella sofferenza
di non essere amati avrebbero fatto qualcosa di simile . Commodo non poteva nè fuggire da Roma e nemmeno farsi umiliare se Massimo fosse diventato imperatore.
In questa storia io condanno Cesare e non Commodo , il figlio non amato.
Cesare avrebbe da principio dovuto correggere il figlio se lo riteneva stolto ma in ogni caso amarlo cosi' com'era e mandare Massimo in congedo come desiderava
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kammo
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lunedì 2 dicembre 2013
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l'apoteosi dell'epicità
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6 premi oscar e 2 golden globes possono ammutolire la gente che considera questo film solo una "banale furbata"? basta scendere per un momento dal piedistallo del finto critico intellettuale e godersi la perfezione di una delle storie più appassionanti di sempre. Per quanto mi riguarda da appassionato di cinema, reputo Il Gladiatore uno dei film storici più spettacolari di sempre. Crowe e Phoenix sono enormi, la sceneggiatura è appassionante, bellissime anche la scenografia e i costumi il tutto accompagnato dalle musiche del grandissimo hans zimmer. A mio parere sta nella top ten dei film più belli di sempre.
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jacopo b98
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giovedì 7 novembre 2013
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il primo kolossal di rildey scott
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180 d.C. Il vecchio imperatore romano Marco Aurelio (Harris) sta ultimando la campagna di conquista della Germania. Tra i suoi generali c’è Massimo (Crowe), coraggioso e carismatico e quando l’imperatore chiede a Massimo di succedergli alla guida dell’Impero, l’odiato figlio Commodo (Phoenix) uccide il padre e fa cacciare Massimo, che diventa schiavo e successivamente gladiatore. Sotto l’addestramento dell’ex gladiatore Proximo (Reed, morto durante le riprese e ricreato digitalmente nelle scene ancora da girare) Massimo combatte nel Colosseo e arriva a sfidare apertamente l’imperatore. Scritto da David Franzoni, John Logan e William Nicholson; prodotto dalla Universal con un budget di oltre cento milioni di dollari; è il primo kolossal storico di Scott, che successivamente dirigerà anche Le Crociate e Robin Hood.
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180 d.C. Il vecchio imperatore romano Marco Aurelio (Harris) sta ultimando la campagna di conquista della Germania. Tra i suoi generali c’è Massimo (Crowe), coraggioso e carismatico e quando l’imperatore chiede a Massimo di succedergli alla guida dell’Impero, l’odiato figlio Commodo (Phoenix) uccide il padre e fa cacciare Massimo, che diventa schiavo e successivamente gladiatore. Sotto l’addestramento dell’ex gladiatore Proximo (Reed, morto durante le riprese e ricreato digitalmente nelle scene ancora da girare) Massimo combatte nel Colosseo e arriva a sfidare apertamente l’imperatore. Scritto da David Franzoni, John Logan e William Nicholson; prodotto dalla Universal con un budget di oltre cento milioni di dollari; è il primo kolossal storico di Scott, che successivamente dirigerà anche Le Crociate e Robin Hood. Ci sono due modi di vederlo: quello giusto e quello sbagliato. Per apprezzarlo, bisogna infatti vederlo come un film d’azione avventurosa che inserisce spesso spunti di riflessione non banali sul potere dello spettacolo e sulla solitudine dell’individuo. Se lo si vede come un film storico il suo valore si azzera: scritte latine sbagliate, scenografie imprecise, errori storici, ecc. ecc. Il suo principale valore sta nel tenere, una volta tanto, lo spettatore sveglio e attento per due ore e mezzo regalandogli brividi di emozione e offrendo riflessioni filosofiche e politiche. Lo spettacolo è assicurato, specie nelle scene dei combattimenti nel Colosseo, che mettono alla prova il talento di Pietro Scalia nel montaggio. Crowe è straordinario nei panni dell’epico condottiero, ma anche Phoenix, cattivo tormentato, non da meno. Le sequenze da antologia non mancano, esemplare è la lunga, grandiosa battaglia iniziale, e contribuiscono a farne uno dei più grandi esempi di cinema popolare. E infatti il pubblico accorre, acclama e il film incassa cifre da brivido. E anche l’Academy si inchina davanti a Scott, premiando il film (ma non il suo regista!) con cinque statuette: miglior film, attore, costumi, sonoro ed effetti speciali. Giannina Facio, moglie di Scott, interpreta la moglie di Massimo e il piccolo Giorgio Cantarini della Vita è bella fa il figlio.
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asdrubale03
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venerdì 30 agosto 2013
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sublime
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film epico con un fiale epico con delle recitazioni epiche, più di questo cosa volete?
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byrne
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domenica 25 agosto 2013
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potenza della suggestione
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Attenzione, perchè si sappia: il voto è due stelle e mezzo, non due. Grandissimo spettacolo, epico e travolgente. La battaglia iniziale ed altre scene (sempre dello stesso tipo, guerra/azione/combattimento) sono memorabili. Crowe, pur non meritandosi neppure alla lontana l'oscar che ha ricevuto, è splendidamente calato nella parte e offre un'interpretazione iconica. Phoenix e Harris colpiscono invece con due prove elegantissime e sfaccettate, le uniche perle "pure" che il film offre. Si, perchè per il resto siamo di fronte ad un meccanismo narrativo semplicistico più che semplice, studiato al millimetro per indignare, generare rivalsa e repulsione nello spettatore, commuovere ecc.
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Attenzione, perchè si sappia: il voto è due stelle e mezzo, non due. Grandissimo spettacolo, epico e travolgente. La battaglia iniziale ed altre scene (sempre dello stesso tipo, guerra/azione/combattimento) sono memorabili. Crowe, pur non meritandosi neppure alla lontana l'oscar che ha ricevuto, è splendidamente calato nella parte e offre un'interpretazione iconica. Phoenix e Harris colpiscono invece con due prove elegantissime e sfaccettate, le uniche perle "pure" che il film offre. Si, perchè per il resto siamo di fronte ad un meccanismo narrativo semplicistico più che semplice, studiato al millimetro per indignare, generare rivalsa e repulsione nello spettatore, commuovere ecc. E funziona. Calibratissimo ma senza vera poesia. Gli va attribuito il merito di aver riportato in auge un certo tipo di film storico (non esattamente peplum, ma siamo da quelle parti). Esaltante (ma altisonante e pomposa) colonna sonora di Hans Zimmer, riciclata in seguito per La maledizione della prima luna. La lunghezza fuori misura non si sente, e il respiro epico è autentico, genuino, quasi western per quanto mette d'accordo tutte le parti. Smorzando la tridimensionalità dei personaggi, abbiamo perciò un cattivo senza redenzione ne' lampi di pietà, un buono tutto d'un pezzo cui la vita ha tolto ogni cosa, un saggio, uno schiavista. Tutte figure-tipo che Sergio Leone avrebbe però utilizzato con maggiore ironia e che Peckinpah avrebbe decisamente evitato in favore di ambiguità e profondità. Commodo ne esce proprio male, e non se lo merita. Lungi da essere una colpa a livello puramente cinematografico, la gran quantità di anacronismi rischia di manipolare la cultura degli spettatori, specialmente d'oltreoceano, ponendosi come la fonte di romanità più nota al grande pubblico (in maniera similare veniva trattata la paleontologia nel Jurassic Park di Spielberg). In ogni caso emozionante, e ripeto, sono due stelle e mezzo.
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-orzy-
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mercoledì 3 luglio 2013
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uno dei migliori film, se non il migliore
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Un film che è davvero un capolavoro da tutti i punti di vista. Gli attori davvero bravi, sono riusciti a farci entrare ancora meglio nella storia: chi non ha odiato Commodo, chi non ha stimato Marco Aurelio e chi non si è commosso alla gloriosa morte di Massimo? Film così belli se ne trovano davvero pochi!
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muttley72
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giovedì 16 maggio 2013
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la battaglia iniziale del film è da 5 stelle
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Tutte le volte che vedo un film su "Roma Antica" (non intendo i "Peplum" made in Italy di Cinecittà con Ercole, Ursus o Maciste a Roma, ma una grande produzione americana, quelle un tempo dette "Kolossal") mi viene in mente un loro noto "cliche" (assai prevedibile): in questi film ci saranno sempre i legionari romani (con le loro armature, che sono sempre il "pezzo forte" del film), ci saranno i barbari e/o i cristiani (i primi con pelli e spadoni, i secondi nelle catacombe o bruciati nel circo), oppure gli ebrei oppressi dalle legioni che gli rovineranno l' "idillio" (che viene descritto come una meravigliosa pace e libertà religiosa preesistente alla venuta dei "feroci conquistatori italici" in Palestina.
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Tutte le volte che vedo un film su "Roma Antica" (non intendo i "Peplum" made in Italy di Cinecittà con Ercole, Ursus o Maciste a Roma, ma una grande produzione americana, quelle un tempo dette "Kolossal") mi viene in mente un loro noto "cliche" (assai prevedibile): in questi film ci saranno sempre i legionari romani (con le loro armature, che sono sempre il "pezzo forte" del film), ci saranno i barbari e/o i cristiani (i primi con pelli e spadoni, i secondi nelle catacombe o bruciati nel circo), oppure gli ebrei oppressi dalle legioni che gli rovineranno l' "idillio" (che viene descritto come una meravigliosa pace e libertà religiosa preesistente alla venuta dei "feroci conquistatori italici" in Palestina....), oppure le lotte "intestine" di palazzo tra romani (con i senatori annessi), gli schiavi (frustati), ma sopratttto ci sarà immancabilmente un Imperatore pazzo (....tipo Nerone) avvezzo a balli di corte ed esecuzioni sommarie. Tavolta c'è di mezzo anche Gesu ed i miracoli....
Effettivamente questi sono tutti fatti storici (o quasi), ma essi vengono sempre trattati (nei film in questione) in modo "pecoreccio", tanto che molti "kolossal" made in USA, pur essendo produzioni ricche e appariscenti contenevano quasi sempre inesattezze, anacronismi o "esagerazioni storiche" (queste ultime talvolta "a senso unico" e cioè contro i Romani, paragonati ad una sorta di "terzo reich ante-litteram" e mai valutati nel contesto storico dell'epoca, che era molto più crudele e meno tollerante dei latini, come ricordatoci dai comici di "Monty Phyton" in un loro celebre film).
Malgrado i suddetti "difetti" sono sempre stato attirato da questi "giocattoloni molto spettacolari" dei quali ricordo: "La Tunica" del 1953 (con R. Burton e J Simmons, alle prese col feroce imperatore Caligola), "Quo Vadis" (del 1951) con R. Taylor, D. Kerr e Peter Ustinov (un ottimo Nerone), "Spartacus" di S. Kukrick (del 1960), con K. Douglas e ancora P. Ustinov, un film particolare e non proprio "totalmente" hollywoodiano ed il celebre "Ben-Hur" con C. Heston, del 1959.
"Il gladiatore" di R. Scott (film del 2000) è una moderna versione di questi precedenti film, ma sicuramente migliore, perchè è un film più dinamico e moderno come regia e sceneggiatra. Nel cast troviamo: R. Crowe (generale e gladiatore), J. Phoenix (Commodo) , R. Harris (il vecchio Marco Aurelio prossimo alla morte, come lo stesso Harris morto di li a poco), O. Reed (che interpreta l'impresario dei gladiatori, anche lui morto durante la lavorazione del film). Film INDUBBIAMENTE bello, spettacolare, con bellissimi costumi ed armature (bellissime le "loriche segmentate" dei legionari), con una meravigliosa scena di battaglia iniziale (.....forse la migliore in assoluto nella storia del cinema con i Romani per protagonisti). Rimane però la solita "ricerca a tutti i costi" dell'aspetto negativo di Roma (es. schiavitù, gladiatori, Commodo pazzo e sanguinario, ecc), che nei film di questo genere è sempre immancabilmente rimarcato "a prescindere".
Si parla anche qui di qualche errore storico, che va però, a mio avviso, perdonato paradossamente, perchè anche questo è un "must"...degli "americani del kansas city" e perchè ripeto il film è bello.
Giudizio: 4 stelle piene, che diventano 5 stelle per alcuni aspetti del film (es. armature, colonna sonora, alcune scene di battaglia) veramente notevoli...
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shiningeyes
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giovedì 7 marzo 2013
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tra i migliori film degli anni duemila
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Ad inaugurare gli anni duemila ci pensa l'opera di Ridley Scott, “Il gladiatore, opera magnifica e ben congegnata, anche se non del tutto perfetta.
“Il gladiatore” è un kolossal di ottima fattura, ricolmo di storia e di epicità, e con un bel dosaggio di violenza e forza, mostrato in particolare sulle scene delle battaglie dei gladiatori.
Do ragione a chi dice che c'è troppa artificiosità digitale in quest'opera, che un po' rovina la patina dorata di una favolosa Roma imperiale, resa un po' grossolana nella pellicola; e do ragione anche a coloro che ne evidenziano gli errori storici.
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Ad inaugurare gli anni duemila ci pensa l'opera di Ridley Scott, “Il gladiatore, opera magnifica e ben congegnata, anche se non del tutto perfetta.
“Il gladiatore” è un kolossal di ottima fattura, ricolmo di storia e di epicità, e con un bel dosaggio di violenza e forza, mostrato in particolare sulle scene delle battaglie dei gladiatori.
Do ragione a chi dice che c'è troppa artificiosità digitale in quest'opera, che un po' rovina la patina dorata di una favolosa Roma imperiale, resa un po' grossolana nella pellicola; e do ragione anche a coloro che ne evidenziano gli errori storici. Ma “Il gladiatore”, va oltre queste piccolezze, rendendosi un piacere visivo di rara bellezza, tra le sospiranti e tese battaglie all'arena del Colosseo, tra gli affascinanti e interessanti intrighi di corte; ma soprattutto, tra il confronto di due uomini potenti e sanguinari: il gladiatore e l'imperatore Commodo.
La loro sembrerebbe una partita a senso unico, nella quale, l'imperatore, dotato di più mezzi del socialmente più basso Massimo, pecca nella mancanza di coraggio, onore e popolarità di un uomo ben più cosciente di questi valori, che alla fine prevarranno sul disonesto imperatore.
Discorso diverso sul discorso recitativo, dove un impressionante Joaquin Phoenix, che tratteggia in modo ottimo il subdolo imperatore, e si dimostra molto più bravo di un fin troppo omogeneo Russel Crowe (ottima prova la sua, comunque).
Poi, ad aggiungersi nel già ricco cast, ed a mettersi positivamente in mostra, ci stanno un cinico uomo d'onore come Oliver Reed, ed un selvaggio e potente Djimon Honsou.
Il film, errori storici a parte, si affida ad una sceneggiatura romanzesca, ma d'effetto, capacissima di attirarti dentro le vicende di una Roma corrotta, che man di mano perde i suoi valori, la cui, appunto, sceneggiatura, ne esalta la bellezza e curiosità, rendendo così il film, più appassionante.
Non sto troppo a spiegare l'imponenza tecnica effettuata nel film e la precisione chirurgica di Ridley Scott alla regia, le quali son decisamente visibili, forse anche troppo.
“Il gladiatore” è un trionfo di tecnica che prevale un po' troppo sulla storia, ma non si può dire che non può entrare di diritto tra i migliori film degli anni duemila.
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