the man of steel
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sabato 1 gennaio 2011
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un film immenso
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Nonostante gli errori di distrazione di Scott, come ad esempio la bombola di gas che si vede sul carro quando si rovescia, il film è un capolavoro. Alcune inesattezze sono volute e se non ci fossero stati il film non sarebbe stato così bello. Grandissimo.
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joker 91
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giovedì 23 dicembre 2010
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scott-crowe-phoenix creano un capolavoro
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un film sorprendente,non fedele ai fatti accaduti ma entusiasmante nei messaggi che vuole dare, interpretazioni che sono superbe come superba è anche la sceneggiatura che con i suoi dialoghi sorprende moltissimo unita ad ambientazioni stupende. Crowe e Phoenix sono geniali nei loro ruoli in quello che forse rimane l'ultimo grande kolossal realizzato sino ad oggi,Scott al suo miglior film arrivando a mio parere a superare anche Alien e Blade Runner. Superato solo da Braveheart
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kiabonovox
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giovedì 2 dicembre 2010
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il gladiatore
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Film grandioso con un cast perfetto, accuratamente scelto.
perfetto da vedere in un ambiente scolastico...e religioso
si può dire in poche parole che è un vero e proprio cineforum!!!
FilmCapolavoro che parla di un generale di una legione romana fedele fino all'ultimo al suo imperatore,padre di un figlio ucciso, marito di una moglie assassinata che farà di tutto per vendicare i propri cari.
si troverà in un duello con il figlio dell'imperatore ormai da tempo deceduto...
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deca495
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domenica 21 novembre 2010
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ave ruseel
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Potrò sembrare banale e non di larghe vedute ma questo film è un CAPOLAVORO. La Storia viene ripetutamente presa a schiaffi dal regista che cerca in tutti i modi di adattarla alla trama del suo film con scarso risultato (errore madornale quando ad un senatore viene distribuito un VOLANTINO su cui vi è la "pubblicità" di uno scontro fra gladiatori). Ma la Storia lasciamola agli storici. il film è stupendo dalla prima battaglia fino alla colonna sonora finale, ricco di colpi di scena e interpretato magnificamente dall' ispanico russel crowe e dall'imperatore phoenix. il finale è commovente e la colona sonora è da brividi. il messaggio potrà sembrare (ed è effettivamente) banale ma l'impero romano ispirava lealtà onore e coraggio e credo non ci siano valori migliori di questi.
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Potrò sembrare banale e non di larghe vedute ma questo film è un CAPOLAVORO. La Storia viene ripetutamente presa a schiaffi dal regista che cerca in tutti i modi di adattarla alla trama del suo film con scarso risultato (errore madornale quando ad un senatore viene distribuito un VOLANTINO su cui vi è la "pubblicità" di uno scontro fra gladiatori). Ma la Storia lasciamola agli storici. il film è stupendo dalla prima battaglia fino alla colonna sonora finale, ricco di colpi di scena e interpretato magnificamente dall' ispanico russel crowe e dall'imperatore phoenix. il finale è commovente e la colona sonora è da brividi. il messaggio potrà sembrare (ed è effettivamente) banale ma l'impero romano ispirava lealtà onore e coraggio e credo non ci siano valori migliori di questi. film assolutamente da vedere
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giordy.91
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mercoledì 17 novembre 2010
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capolavorooooooooooo
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Colossal di enorme successo e anche a mio parere meritato...in una parola...CAPOLAVORO!!!
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catullo
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lunedì 25 ottobre 2010
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lo chiamavano colosseo
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Come si può pretendere una fedeltà storica da un polpettone il cui scopo è quello di divertire il pubblico...certo questo film alla storia si ispira e naturalmente dalla storia cerca gli spunti per dare un minimo di senso al racconto avventuroso. alcuni storici suoi contemporanei hanno criticato la scelta di Marco Aurelio di farsi succedere dal figlio Commodo giudicato dalla historia augusta crudele già dall'infanzia..al punto che alcuni sospettarono che Commodo agevolò in qualche modo la morte del padre già morente per probabile peste.Lucilla e Commodo raggiunsero davvero il padre imperatore sui campi di battaglia...ed era nota la passione di Commodo per i giochi dell'anfiteatro Flavio chiamato ahimè erroneamente nel film colosseo.
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Come si può pretendere una fedeltà storica da un polpettone il cui scopo è quello di divertire il pubblico...certo questo film alla storia si ispira e naturalmente dalla storia cerca gli spunti per dare un minimo di senso al racconto avventuroso. alcuni storici suoi contemporanei hanno criticato la scelta di Marco Aurelio di farsi succedere dal figlio Commodo giudicato dalla historia augusta crudele già dall'infanzia..al punto che alcuni sospettarono che Commodo agevolò in qualche modo la morte del padre già morente per probabile peste.Lucilla e Commodo raggiunsero davvero il padre imperatore sui campi di battaglia...ed era nota la passione di Commodo per i giochi dell'anfiteatro Flavio chiamato ahimè erroneamente nel film colosseo....possiamo di questo passo svelare la miriade di inesattesse e superficialità...come le balestre che ancora non esistevano....le staffe pure...i colori improbabili dei pretoriani che dovevano essere di bianco vestiti...il foro rotondo come piazza s.pietro...le cupole come le chiese barocche..ecc..ecc...ma il colosseo è rappresentato benissimo...magari forse la facciata era più bianca dal momento che era ricoperta di marmo e non di travertino...ma che importa..Ridley Scott riesce a dare al film il giusto ritmo e la giusta tensione che rapisce per lo spettacolo e ad esaltare e valorizzare al massimo la figura di Russel Crowe perfetta per interpretare il generale Massimo....che se fosse esistito davvero doveva avere le stesse sembianze dell'attore neozelandese. Un film che se ti lasci andare ti prende totalmente sia per lo spettacolo che per la bellissima colonna sonora!
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tony montana
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domenica 17 ottobre 2010
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uno spettacolo epico
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Massimo Decimo Meridio è il generale romano prediletto da Marco Aurelio, ma proprio per questo odiato da Commodo, figlio dell'imperatore. Marco Aurelio gli confida che, alla sua morte, passerà il trono a lui, scavalcando la successione genealogica. Commodo allora uccide prima il padre e poi tenta di uccidere anche Massimo, ma non ci riesce. La sua brutale violenza riuscirà ad abbattersi sulla moglie e sul figlioletto di Massimo, che distrutto dal dolore, viene portato in Africa dove inizia a fare combattimenti guadagnandosi la fama di gladiatore imbattibile. Tornato a Roma per esibirsi al Colosseo, diventa un eroe acclamato dalle folle. Il giorno della vendetta si avvicina sempre di più.
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Massimo Decimo Meridio è il generale romano prediletto da Marco Aurelio, ma proprio per questo odiato da Commodo, figlio dell'imperatore. Marco Aurelio gli confida che, alla sua morte, passerà il trono a lui, scavalcando la successione genealogica. Commodo allora uccide prima il padre e poi tenta di uccidere anche Massimo, ma non ci riesce. La sua brutale violenza riuscirà ad abbattersi sulla moglie e sul figlioletto di Massimo, che distrutto dal dolore, viene portato in Africa dove inizia a fare combattimenti guadagnandosi la fama di gladiatore imbattibile. Tornato a Roma per esibirsi al Colosseo, diventa un eroe acclamato dalle folle. Il giorno della vendetta si avvicina sempre di più. E proprio nel Colosseo incontrerà Commodo, in un ultimo, emozionante combattimento.
Ridley Scott è, non a caso, uno dei migliori cineasti degli ultimi tempi che ha filmato pellicole che sono diventate autentici cult: Alien e Blade Runner per la fantascienza, I duellanti per il genere drammatico oppure Thelma & Louise per il film on the road.Ma come per tutti i grandi registi, arriva il momento del kolossal storico e Scott, con questo Gladiatore, ha fatto veramente scintille, perché oltre a riportare in vita un genere morto da tempo ( il peplum ), ha dato fama e gloria al trentaseienne ( all’epoca ) Russell Crowe ( anche se il bravo attore australiano ha dimostrato fin dai tempi dell’esordio Skinheads di avere stoffa da vendere ), e ha dato vita ad uno dei migliori, se non il migliore dei film del decennio 2000-2010.Tanto per chiarire una cosa, Ridley Scott, con Il Gladiatore non intendeva fare una lezione di storia, quindi non aspettatevi un mattone dettagliato dalla prima sequenza all’ultima.Alla sua uscita nel 2000, Spartacus, Quo Vadis, Cleopatra, Ben-Hur e La Tunica hanno gridato vendetta, ma incongruenza storiche a parte, non si può non dire che questo filmone con la F maiuscola sia un autentico capolavoro.Scott fa un buon lavoro con la macchina da presa, riuscendo a rendere, grazie all’ottima fotografia di John Mathieson, Il Gladiatore un film dalla storia scontata, dal respiro epico.Perché la storia è scontata? Perché parla sempre di un tiranno che usurpa un trono, fa uccidere la famiglia dell’eroe, che dopo varie avventure, riesce a far fuori il diabolico despota finendo per ereditare un impero. Ovviamente questo soggetto è più adatto ad un film d’avventura più che a un film storico, però riesce ad adattarsi bene alla scenografia in qui la pellicola è ambientata.Peccato che Scott non si sia portato a casa l’Oscar alla regia che invece è andato a Soderbergh per il thriller Traffic ( se Scott non lo ha vinto in quell’occasione, temo che non lo vincerà mai ).Sensazionale la sceneggiatura di David Franzoni, che mescola fatti reali ( Massimo è un personaggio in parte esistito ), con fatti di fantasia ( Commodo è stato ucciso da un gladiatore che non si chiamava Massimo e per di più non era un feroce tiranno, ma fece anche delle cose buone per l’Impero; oppure i gladiatori erano prigionieri di guerra o schiavi, non soldati professionisti )Ottimi i costumi, anche se hanno qualche imprecisione ( i sandali indossati da Crowe nel duello contro le tigri sembrano più scarpe da ginnastica ).Come ho già scritto, Crowe aveva stoffa come attore fin dagli esordi, ma è stato con questo kolossal che è entrato prepotentemente nell’Olimpo dei migliori attori di Hollywood, mai esistiti.Crowe è conosciuto per la particolare ricerca maniacale per interpretare il suo personaggio al meglio e questo lo fa l’erede perfetto di Robert De Niro che anch’egli crea i suoi personaggi da dure ricerche. Crowe ha dimostrato un’intensità spaventosa, e una bravura con le armi “finte” che lo rendevano quasi un vero gladiatore.Ottimo Phoenix, odioso e magistrale che per la sequenza in cui parla a Massimo prima di pugnalarlo alle spalle, meritava l’Oscar.Splendida la Nielsen e straordinario Reed nel ruolo di Proximo il mentore di Massimo.Il merito va anche all’ottimo doppiaggio soprattutto quello del protagonista a cura di Luca Ward, la cui voce seducente sembra quasi riecheggiare dall’antichità.Da pelle d’oca quando Massimo dice ai suoi soldati: << Al mio segnale, scatenate l’Inferno! >>Da brividi le melodie di Hans Zimmer che danno un grande spessore alla pellicola soprattutto il tema eroico di Massimo e Now We Are Free la canzone culminante nel finale che invece di celebrare la vittoria del gladiatore contro il malvagio sovrano, è più un canto funebre visto che il protagonista raggiunge dopo l’aspro combattimento contro Commodo, i suoi famigliari uccisi ingiustamente dalle truppe di Commodo.Regia potente ed epica, ma allo stesso tempo drammatica e romantica. E c’è molto romanticismo nell’eroica avventura di Massimo. Imponenti eserciti in marcia contro i barbari della Germania, scenografie da urlo e le cruente scene di combattimento nel Colosseo.Saturo di violenza ( non si poteva narrare una storia di battaglie senza essere un po’ cruenti ), di battaglie cruente e sangue finto a litri, ricevette recensioni negative per le terribili deformazioni storiche ed è considerato anche il film più computerizzato della storia del cinema a livello scenografico.Ma cosa dicono? Una parte degli interni ed esterni di Roma sono stati girati a Cinecittà, alla faccia del computer.Il Gladiatore è il film della mia infanzia ( avevo 4 anni quando lo vidi la prima volta ), ed è anche, oltre al film di Scott più riuscito, è sicuramente uno spettacolo di puro cinema epico.Memorabile.
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blacky
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martedì 12 ottobre 2010
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questa volta non si tratta di "degustibus.."
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Il gladiatore è uno dei tre migliori film di Ridley Scott insieme ad Alien e Blade Runner. Una regia più che perfetta guida un intramontabile ed eccezionale intepretazione di Russel Crowe, il quale ha conquistato (a volte accade nel cinema) meritatamente l'oscar come miglior attore protagonista. Unito a questa e ad altre straordinarie recitazioni (da non sottovalutare anche Richard Harris e Joaquin Phoenix) vi è una scenografia che ci fa immergere completamente nella storia e nelle battaglie mozzafiato.
"Il film non rispetta i fatti storici" è una delle tante critiche che sono state mosse verso il film, anche se Scott stesso premetteva che non era sua intenzione farlo.
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Il gladiatore è uno dei tre migliori film di Ridley Scott insieme ad Alien e Blade Runner. Una regia più che perfetta guida un intramontabile ed eccezionale intepretazione di Russel Crowe, il quale ha conquistato (a volte accade nel cinema) meritatamente l'oscar come miglior attore protagonista. Unito a questa e ad altre straordinarie recitazioni (da non sottovalutare anche Richard Harris e Joaquin Phoenix) vi è una scenografia che ci fa immergere completamente nella storia e nelle battaglie mozzafiato.
"Il film non rispetta i fatti storici" è una delle tante critiche che sono state mosse verso il film, anche se Scott stesso premetteva che non era sua intenzione farlo. Questa critica poteva essere valida per chiunque non avesse visto ancora questo capolavoro, dal momento che Il gladiatore è molto di più di una rappresentazione cinematografica dell' antica Roma: è una storia di onore e vendetta, elementi che rarissimamente sono stati ben narrati nel cinema. I bacchettoni prevenuti che si azzardano inoltre a dire che film come Quo Vadis sono molto più fedeli alla storia, sono pregati di andare a rivederselo oltre che andarsene a quel paese, giacchè tale pellicola, si dà il caso, sia impregnata di americanate, a partire delle mosse degli attori. Qui non si tratta di "degustibus non disputandum est", perchè chi offende le recitazioni, le scenografie e cosa più grave la sceneggiatura di questo film più che un critico è un ignorante cinico, che cerca l'errore in ogni minimo dettaglio. W Scott W Crowe W Il Gladiatore!!!!!
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weach
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venerdì 24 settembre 2010
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il generale massimo in bilico fra perdono e sangue
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Il 16 settembre 2010 ho voluto rivedere nuovamente “Il Gladiatore” di Ridley Scott per cercare di decifrare una lettura più equilibrata. Ho avuto occasione rivisitare la versione " più lunga " con alcune scene assenti nel film commercializzata .
Sono stato attento spettatore e questa volta ho visto cose che non avevo notato:quel concetto strumentale della violenza è sempre accompagnato dal contrappasso di valori ideali quali l’onore tributato agli avi,la preghiera,la famiglia , la fedeltà , l’amore, la fede in Roma .Il generale Massimo sintetizza i valori ideali , da questi è inspirato ed a traverso questi costruisce la sua forza ; in lui è anche chiaro un desiderio di sostituire il pathos dell’ azione di sangue con il perdono .
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Il 16 settembre 2010 ho voluto rivedere nuovamente “Il Gladiatore” di Ridley Scott per cercare di decifrare una lettura più equilibrata. Ho avuto occasione rivisitare la versione " più lunga " con alcune scene assenti nel film commercializzata .
Sono stato attento spettatore e questa volta ho visto cose che non avevo notato:quel concetto strumentale della violenza è sempre accompagnato dal contrappasso di valori ideali quali l’onore tributato agli avi,la preghiera,la famiglia , la fedeltà , l’amore, la fede in Roma .Il generale Massimo sintetizza i valori ideali , da questi è inspirato ed a traverso questi costruisce la sua forza ; in lui è anche chiaro un desiderio di sostituire il pathos dell’ azione di sangue con il perdono .
Quando ho parlato di film ,come apparentemente storico, volevo semplicemente dire che “Il Gladiatore” non ha la pretesa di essere ricostruzione storica fedele ma che è romanzo liberamente tratto.
Ridley Scott ,da buon inglese, sa quanto forte sia i richiamo del sangue, ed anche su questo ha costruito il suo film ;non perderà la faccia per questo lavoro , per altro godibile,cinematografico ,spettacolare ,molto energetico e di alto profilo ,ma ci si aspettava, da lui che ha tanto navigato e fatto cinematografia di alto livello, forse maggiore autonomia decisionale , meno spirito di cassetta.
Ma in più occasioni Scott ha parlato delle sue scelte di fare spettacolo come finalità fine a se stessa.
Parafrasando alcuni contenuti di più interviste ci è parso di capire che" la sua volontà fosse quella di celebrare la grandiosità di Roma per tutto quello che è stata ,con gli intrighi, con la vita vissuta , l'ars pugnandi , l'inizio della decadenza , il tutto non attingendo rigorosamente dalla storia ma dando forza al mito romano e rivivificandolo"
Non c'è ignoranza ma solo voglia di offrire un azione ,forte ,potente, risonante .
Chi esce vincente da questo film è Russel Crowe ,splendido gladiatore , combattente coraggioso con l'amore per sua moglie, la famiglia e la sua Roma; una recitazione incisiva, energica , dinamica ,coinvolta ,appropriata.
Scott è intelligente e lui sa che in questo film "si è scoperto troppo" e quindi non cerca scuse e a volte tace ...ed è meglio.;poi sa di essere protetto da
da un film godibile,intenso e di alto profilo cinematografico .
Il gladiatore va ricordato anche per le tecniche cinematografiche di ripresa innovative ,vedi lo zoom suggestivo a 360°’ del Colosseo e le riprese nella dinamica dell’ azione di lotta traboccante ,esempio raffinato di gestione della tecnica dell’azione . .
Film che resta negli occhi e nel cuore per le sue contraddizioni di voglia di guerra e pace come del resto è la vita .
Meritevole
weach illuminati
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weach
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martedì 21 settembre 2010
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massimo sospeso fra perdono e sangue
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Il 16 settembre 2010 ho voluto rivedere nuovamente “Il Gladiatore” di Redley Scott per cercare di decifrare una lettura più equilibrata. Ho avuto occasione rivisitare la versione " più lunga " con alcune scene assenti nel film commercializzata .
Sono stato attento spettatore e questa volta ho visto cose che non avevo notato:quel concetto strumentale della violenza è sempre accompagnato dal contrappasso di valori ideali quali l’onore tributato agli avi,la preghiera,la famiglia , la fedeltà , l’amore, la fede in Roma .Il generale Massimo sintetizza i valori ideali , da questi è inspirato ed a traverso questi costruisce la sua forza ; in lui è anche chiaro un desiderio di sostituire il pathos dell’ azione di sangue con il perdono .
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Il 16 settembre 2010 ho voluto rivedere nuovamente “Il Gladiatore” di Redley Scott per cercare di decifrare una lettura più equilibrata. Ho avuto occasione rivisitare la versione " più lunga " con alcune scene assenti nel film commercializzata .
Sono stato attento spettatore e questa volta ho visto cose che non avevo notato:quel concetto strumentale della violenza è sempre accompagnato dal contrappasso di valori ideali quali l’onore tributato agli avi,la preghiera,la famiglia , la fedeltà , l’amore, la fede in Roma .Il generale Massimo sintetizza i valori ideali , da questi è inspirato ed a traverso questi costruisce la sua forza ; in lui è anche chiaro un desiderio di sostituire il pathos dell’ azione di sangue con il perdono .
Quando ho parlato di film ,come apparentemente storico, volevo semplicemente dire che “Il Gladiatore” non ha la pretesa di essere ricostruzione storica fedele ma che è romanzo liberamente tratto.
Ridley Scott ,da buon inglese, sa quanto forte sia i richiamo del sangue, ed anche su questo ha costruito il suo film ;non perderà la faccia per questo lavoro , per altro godibile,cinematografico ,spettacolare ,molto energetico e di alto profilo ,ma ci si aspettava, da lui che ha tanto navigato e fatto cinematografia di alto livello, forse maggiore autonomia decisionale , meno spirito di cassetta.
Ma in più occasioni Scott ha parlato delle sue scelte di fare spettacolo come finalità fine a se stessa.
Parafrasando alcuni contenuti di più interviste ci è parso di capire che" la sua volontà fosse quella di celebrare la grandiosità di Roma per tutto quello che è stata ,con gli intrighi, con la vita vissuta , l'ars pugnandi , l'inizio della decadenza , il tutto non attingendo rigorosamente dalla storia ma dando forza al mito romano e rivivificandolo"
Non c'è ignoranza ma solo voglia di offrire un azione ,forte ,potente, risonante .
Chi esce vincente da questo film è Russel Crowe ,splendido gladiatore , combattente coraggioso con l'amore per sua moglie, la famiglia e la sua Roma; una recitazione incisiva, energica , dinamica ,coinvolta ,appropriata.
Scott è intelligente e lui sa che in questo film "si è scoperto troppo" e quindi non cerca scuse e a volte tace ...ed è meglio.;poi sa di essere protetto da
da un film godibile,intenso e di alto profilo cinematografico .
Il gladiatore va ricordato anche per le tecniche cinematografiche di ripresa innovative ,vedi lo zoom suggestivo a 360°’ del Colosseo e le riprese nella dinamica dell’ azione di lotta traboccante ,esempio raffinato di gestione della tecnica dell’azione . .
Film che resta negli occhi e nel cuore per le sue contraddizioni di voglia di guerra e pace come del resto è la vita .
Meritevole.
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