|
|
lucaguar
|
domenica 6 aprile 2025
|
splendida rosa ricolma di dolorose spine
|
|
|
|
Lars Von Trier, giunto ormai alla sua maturità artistica, vira stavolta su un film di genere, il musical, ribaltandolo completamente e facendolo deflagrare, in modo quasi fulciano. Nonostante "Dancer in the dark" sia appunto un musical, è paraddossalmente uno dei film più drammatici mai visti: il regista danese riesce a smontare le atmosfere edulcorate e costruite dei musical tradizionali degli anni '50 e '60 presentandoci una storia intensissima, che resta conficcata nel cuore e nella mente dello spettatore; momenti di musical, di ballo, sono immersi in una realtà cupa e tragica tramite l'efficace espediente dell'immaginazione della protagonista, la quale tenta di costruirsi una realtà che superi la sua condizione triste e sofferente di ragazza madre che deve accudire il figlio malato e che deve sopportare la condizione alienata di turni di lavoro molto duri in fabbrica.
[+]
Lars Von Trier, giunto ormai alla sua maturità artistica, vira stavolta su un film di genere, il musical, ribaltandolo completamente e facendolo deflagrare, in modo quasi fulciano. Nonostante "Dancer in the dark" sia appunto un musical, è paraddossalmente uno dei film più drammatici mai visti: il regista danese riesce a smontare le atmosfere edulcorate e costruite dei musical tradizionali degli anni '50 e '60 presentandoci una storia intensissima, che resta conficcata nel cuore e nella mente dello spettatore; momenti di musical, di ballo, sono immersi in una realtà cupa e tragica tramite l'efficace espediente dell'immaginazione della protagonista, la quale tenta di costruirsi una realtà che superi la sua condizione triste e sofferente di ragazza madre che deve accudire il figlio malato e che deve sopportare la condizione alienata di turni di lavoro molto duri in fabbrica.
Lars Von Trier si mostra qui forse al suo apice e "Dancer in the dark" è probabilmente uno dei migliori film mai girati dal regista danese, in cui egli è geniale e crudele al contempo nel mettere a nudo la casualità della vita umana, che, sembra dirci il film, è guidata da una logica contraddittoria ben lontana dalla speranza kantiana di un premio per i giusti e di una punizione per i malvagi, lontana da un Sommo bene in cui virtù e felicità coincideranno. La buona, mite e laboriosa Selma vive una serie di sfortune e disgrazie, vive una vita di sofferenze e di fatiche senza che la vita le restituisca nulla di buono o di bello, è una persona che arriva all'omicidio senza essere di fatto colpevole, a nessuno verrebbe mai in mente di condannarla moralmente per ciò che ha fatto, poichè sembra semplicemente vittima di un mondo in cui le trame delle esistenze sono tessute da destini tragici di sofferenza che si intrecciano, sembra che la vita sia un insieme di sofferenze e di impossibilità di redenzione, in prospettiva religiosa si direbbe intrisa dal Peccato, in cui anche il più innocente può essere condannato e vilipeso, anzi proprio il più innocente e mite, in una prospettiva che paradossalmente si trasla in senso autenticamente cristiano (religione alla quale Von Trier si è convertito, non a caso, dopo "Le onde del destino").
Qui i tipici difetti dei film di Von Trier svaniscono e ne scaturisce uno dei più grandi capolavori del cinema del XXI secolo. Certo il buon Lars si mostra al solito anche piuttosto furbo, sfruttando anche la magistrale bravura di una grande artista come Bjork, protagonista di un'interpretazione maestosa, oltre che ideatrice di tutte le colonne sonore: si può dire che il merito della riuscita di questo straordinario film vada diviso a metà tra lei e Von Trier, anche perchè, come avrà a dire la stessa cantante, girare "Dancer in the dark" fu sfiancante a causa dei rapporti difficili con il regista danese, essendo le due personalità in questione piuttosto forti e ingombranti (anche se non è una novità che il regista danese sia considerato in maniera almento controversa dalle persone con le quali lavora).
Tornando al film, lo schema che io ho rinvenuto nello svolgimento è quello tipico della tragedia greca: ci sono due soluzioni contraddittorie ed ugualmente drammatiche e dolorose in cui la protagonista deve districarsi:
1) salvare la vista del figlio con i risparmi di una vita di duro lavoro;
2) "salvare" se stessa dalla pena di morte, spendendo quei stessi risparmi per le spese legali, lasciando il figlio al nefasto destino di diventare cieco.
L'amore della madre prevarrà, e la ragazza preferirà morire piuttosto che lasciare il figlio senza vista, in alcune scene che sono davvero inarrivabili per intensità e drammaticità, come le scene in cui la protagonista è in carcere e si immagina di interpretare un musical per scacciare la sofferenza della situazione dolorosa in cui verte, oppure la straordinaria sequenza in cui Selma, disperata, deve andare verso il braccio della morte, ma non si regge in piedi dal terrore, interpretata in modo incredibilmente intenso. O ancora la scena dell'esecuzione in cui la protagonista è letteralmente fuori di sè perchè non accetta di essere incappucciata, in quanto vuole vedere in faccia i suoi esecutori, benchè sia quasi cieca: Selma vuole morire addirittura cantando: appena prima di morire viene tra l'altro a sapere che l'operazione del figlio è andata a buon fine e che gli occhi del figlio torneranno a vedere la luce, mentre il suo canto di interrombe bruscamente quando viene tolta la botola dai suoi piedi e viene impiccata, in uno dei momenti più emotivamente contrastanti e sconcertanti della storia del cinema. Dancer in the dark è davvero un film da mostrare nelle scuole, anticonformista e atipico come tutti i film di Von Trier, tanto crudele e drammatico quanto meraviglioso, la classica splendida rosa ricolma di dolorose spine.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a lucaguar »
[ - ] lascia un commento a lucaguar »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
steffa
|
lunedì 22 gennaio 2024
|
decadente
|
|
|
|
credo che i limiti (grossi) di Von Trier siano gli stessi che aveva a suo tempo Kieślowski , due grandi registi terribilmente a secco di sceneggiature interessanti, il risultato è mediocre, noioso ed inutile, esclusivamente autocompiacente ed autocelebrativo , una sorta di merdadartista
|
|
|
[+] lascia un commento a steffa »
[ - ] lascia un commento a steffa »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
carloalberto
|
domenica 14 giugno 2020
|
la morte della deamadrenatura
|
|
|
|
Film eccessivo, a tratti bellissimo e a tratti noiosissimo. Lo stesso personaggio, disturbante e straziante, la brutta e bella Björk, suscita sentimenti contrastanti, ora di pena empatica e di ansia apprensiva, perché indifesa, sempre in pericolo, ipovedente, madre coraggio, ora di fastidio insofferente, perché testarda, ingenua, ottusa. Capovolgimenti improvvisi di tono si susseguono, in un saliscendi continuo da montagne russe, per lo sguardo incatenato alla ondeggiante cinepresa a spalla, altalenando lo stile tra prosa e poesia. Incursioni di danza, irruzioni di musica e di colori, lungo le rotaie che segnano il percorso obbligato dal destino, si alternano al balbettio delle chiacchiere del trantran quotidiano, al grigiore della periferia.
[+]
Film eccessivo, a tratti bellissimo e a tratti noiosissimo. Lo stesso personaggio, disturbante e straziante, la brutta e bella Björk, suscita sentimenti contrastanti, ora di pena empatica e di ansia apprensiva, perché indifesa, sempre in pericolo, ipovedente, madre coraggio, ora di fastidio insofferente, perché testarda, ingenua, ottusa. Capovolgimenti improvvisi di tono si susseguono, in un saliscendi continuo da montagne russe, per lo sguardo incatenato alla ondeggiante cinepresa a spalla, altalenando lo stile tra prosa e poesia. Incursioni di danza, irruzioni di musica e di colori, lungo le rotaie che segnano il percorso obbligato dal destino, si alternano al balbettio delle chiacchiere del trantran quotidiano, al grigiore della periferia. La creazione artistica irrompe sulla scena di una ossessiva produzione alienata, nella fabbrica della monotona ripetizione macchinale, prende forma in un balletto di operai liberati dalla schiavitù della gestualità meccanizzata, rompe gli schemi, induce al sogno di una vita immaginaria impossibile, eppur presente nel treno che passa accanto e che non prenderemo mai, apre a una visione onirica e catartica, per poi dileguarsi lasciando precipitare rovinosamente la storia nel melodrammatico piagnucolante, strappalacrime, troppo insistito, prevedibile e biologicamente logico finale. Liberatoria è l’impiccagione dell’inetta. Irritante, perché incomprensibile ed inaccettabile per la civiltà della ragione e per le ragioni dell’io sopra ogni cosa, la scelta di uccidere e di morire per dare la vista al figlio e tuttavia coerente con il mondo animale dove ogni femmina farebbe lo stesso per la propria prole. Il sacrificio dell’antieroina di Onde del destino non è bastato a von Trier per porsi e lasciarci il dubbio se sia più giusta e vera la visione che fonda tutto sulla correttezza del calcolo e sulla solidità delle convinzioni più scontate, perché logiche nella prospettiva di una umanità affrancata dalle leggi della natura, o sarebbe meglio abbandonarsi all’irrazionalità delle sensazioni animalesche, sublimate nei sentimenti, come il desiderio di maternità ad ogni costo. Comprimari di eccezione reggono la scena, l’amica materna, fedele, protettiva Catherine Deneuve, l’altro angelo custode, il gentile rozzo corteggiatore Peter Stormare, e il poliziotto amico nemico, David Morse, ladro di segreti e di speranze, vittima della spirale denaro-consumo, ricattato da una moglie illusa di vivere il sogno americano in uno squallido prefabbricato ai margini del mondo. E se tutto quello che abbiamo così diligentemente costruito, con intelligente alacre operosità di formichine, si stesse per sgretolare contro Melancholia, sembra chiedersi a posteriori von Trier, sapremmo ancora giudicare, senza esitazioni, colpevole la protagonista, l’unica vedente, grazie all’amore per l’arte e alla simpatetica incondizionata adesione alla natura, in un mondo di ciechi ottenebrati da certezze incontrovertibili, ormai avallate non più da opinabili atteggiamenti fideistici ma da ferree leggi matematiche? Veniamo dal buio, dalle profondità del cosmo, della scena iniziale e andiamo verso il buio della scena finale, l’incognita inquietante della fine dei tempi, la morte della Madre-Dea-Natura, che ci lascia, attoniti e rabbiosi, con una busta piena di dollari e qualche centesimo in mano.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a carloalberto »
[ - ] lascia un commento a carloalberto »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
skorpio2016
|
venerdì 8 giugno 2018
|
|
la genialità di lars von trier
|
|
|
|
Uno dei migliori film degli anni 2000 e oltre, anche se discusso, Von Trier fa discutere, è spesso provocatorio nelle sue dichiarazioni, ma il film è bellissimo, originale, stravolge il musical classico; la scenografia e i balletti sono da brividi, bravissima Bjork, premio a Cannes assolutamente meritato sia al il film e all'interpretazione.
|
|
|
[+] lascia un commento a skorpio2016 »
[ - ] lascia un commento a skorpio2016 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
ennio
|
giovedì 29 marzo 2018
|
dramma sognante e urlato
|
|
|
|
Sicuramente uno dei migliori film di Von Trier, e non sono pochi. Bisogna riconoscergli la capacità di esaltare alcuni attori, anzi attrici, in ruoli in cui riescono a dare il meglio di loro stesse nonostante, anzi proprio a causa della difficoltà del ruolo. Successe con la scoperta di Emily Watson e con la (ri)scoperta di Nicole Kidman nel suo miglior film. Bjork non si è più ripetuta su questi livelli, del resto il personaggio è così eclettico che forse ha deciso di non ripetersi. Le parti musical sono ad uso e consumo dei fan di Bjork, mentre gli spettatori come me che non la apprezzano molto come cantante si sono comunque sorbiti con piacere i suoi sogni gridati.
[+]
Sicuramente uno dei migliori film di Von Trier, e non sono pochi. Bisogna riconoscergli la capacità di esaltare alcuni attori, anzi attrici, in ruoli in cui riescono a dare il meglio di loro stesse nonostante, anzi proprio a causa della difficoltà del ruolo. Successe con la scoperta di Emily Watson e con la (ri)scoperta di Nicole Kidman nel suo miglior film. Bjork non si è più ripetuta su questi livelli, del resto il personaggio è così eclettico che forse ha deciso di non ripetersi. Le parti musical sono ad uso e consumo dei fan di Bjork, mentre gli spettatori come me che non la apprezzano molto come cantante si sono comunque sorbiti con piacere i suoi sogni gridati.
Come sempre con Von Trier non manca una comicità che appare involontaria nei personaggi, sempre affiancata dalla tragicità ad essa connessa.
La scena finale è a suo modo comica, chiunque non ami particolarmente il modo di cantare di Bjork ha avuto modo di pensare "almeno così sta zitta!"
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a ennio »
[ - ] lascia un commento a ennio »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
xxx
|
lunedì 27 novembre 2017
|
sento puzza di fans di bjorketta.
|
|
|
|
Dancer in the dark, film depressissimo che in confronto Qualcuno volò sul nido del cuculo(capolavoro), sembra un film comico demenziale.
Lo noleggiai in videoteca ma non riuscii a vederlo tutto tanto era brutto, cosa che a me succede molto raramente, perchè cerco sempre di portare a termine la "missione" anche con i film più pesanti, l'attrice principale è Bjork, mai sopportata neanche come cantante pop, ma non è un pretesto per criticare il film che non ho votato perchè non mi ricordo nulla.
Credo che i tanti commenti positivi sono stati scritti dai fans sfegatati dell' eclettica cantante.
|
|
|
[+] lascia un commento a xxx »
[ - ] lascia un commento a xxx »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
francismetal
|
domenica 12 marzo 2017
|
musical a parte è un grande film
|
|
|
|
Bjork ha un talento notevole ma non è il mio genere...
Per il resto è qualcosa di davvero angosciante. Per tanti anni non l'ho voluto vedere perché sono troppo sensibile... non mi sono commosso perché l'angoscia è troppa. Se siete sensibili non vedetelo.
Molte riprese sono state fatte col Dogma 95, cioè telecamera a spalla e montaggio ridotto al minimo, stile molto documentaristico, il ché invece di dare realismo alle immagini non solo è fastidioso ma è molto irrealistico, cioè è molto più realistica una ripresa in soggettiva fatta bene.
|
|
|
[+] lascia un commento a francismetal »
[ - ] lascia un commento a francismetal »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
howlingfantod
|
mercoledì 16 dicembre 2015
|
scadente
|
|
|
|
Da domandarsi come sia possibile che un così disturbante e opprimente film, sia emotivamente che stilisticamente e narrativamente , come un accozzaglia di presupposti, inclusa la struggente storia sulla quale si basa, possa essere declamato come capolavoro è un po’ per me un mistero. Non è per partito preso contro un regista sicuramente molto sui generis e da scandagliare a fondo e che ho altrove comunque amato, certo è che se è vero che i geni non appartengono alla propria epoca, mi aspetto di rinascere fra qualche secolo per apprezzare anche questo film, per me assolutamente scadente e disarmonico, una disarmonia a sè stante, gratuita ed antiestetica. Con nostalgia rimpiango altre visioni del nostro, penso ai contenuti di Dogville ed al lirismo di Melhancolia
|
|
|
[+] lascia un commento a howlingfantod »
[ - ] lascia un commento a howlingfantod »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
tarantinofan96
|
venerdì 17 luglio 2015
|
l' "anti-muscial" di von trier
|
|
|
|
Il genio di Lars Von Trier ha dato vita ad uno dei musical più anticonformisti di sempre, definito dallo stesso regista un "anti-musical". Il tutto è raccontato in maniera estremamente drammatica e realistica, con un ampio utilizzo della macchina da presa traballante che caratterizza tutta la filmografia del regista.
[+]
Il genio di Lars Von Trier ha dato vita ad uno dei musical più anticonformisti di sempre, definito dallo stesso regista un "anti-musical". Il tutto è raccontato in maniera estremamente drammatica e realistica, con un ampio utilizzo della macchina da presa traballante che caratterizza tutta la filmografia del regista.
Ogni suono, dal rumore dei macchinari della fabbrica a quello del treno sulle rotaie, diventa fonte di ispirazione e annunciazione delle scene musicali in cui la protagonista Bjork è pronta a dare libero sfogo a tutta la sua energia attraverso il canto e la musica. Ed ecco che la macchina da presa diventa improvvisamente statica e, in quei brevi momenti, sia lo stesso regista (rinunciano alla sua scelta stilistica prediletta e quindi, in un certo senso, rinunciando al suo cinema) che la protagonista, provano un senso di liberazione e resistenza nei confronti di tutto il dolore e la sofferenza del mondo moderno.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a tarantinofan96 »
[ - ] lascia un commento a tarantinofan96 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
unicobezzi
|
venerdì 22 agosto 2014
|
listen!!!
|
|
|
|
Ascolta il tuo cuore Selma...ascolta il tuo cuore Vittima, perchè stai per diventare Carnefice! Puoi dormire tranquillo ora che hai stretto quel cappio e la tua sete di vendetta ha assaggiato l'aspro del sangue? Film eccezionale, regia cruda che non lascia niente alla patinatura della pellicola in senso convenzionale...lei??beh Lei è una signora LEI!!!
|
|
|
[+] lascia un commento a unicobezzi »
[ - ] lascia un commento a unicobezzi »
|
|
d'accordo? |
|
|
|