maspi
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venerdì 18 luglio 2008
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fantastico!
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Il film procede volutamente lento nella prima parte, dove vengono presentati i personaggi, le loro storie dolorose, e dove si comincia ad intravedere il punto centrale, cioè la rivelazione della setta dei senza nome e delle loro raccapriccianti pratiche. Vengono disseminati indizi che, senza fretta, porteranno alla disclusione della verità nascosta. Nella seconda parte e soprattutto nel finale il ritmo si fa più mosso, la tensione aumenta proporzionalmente al crescere delle possibilità di ritrovare la bambina, fino ad un finale davvero agghiacciante, che mette i brividi e rimane indelebilmente impresso nella memoria: l'apoteosi del dolore, l'inimmaginabile atrocità che diventà realtà, tanto più cruda e straziante quando più pura ed infantile.
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Il film procede volutamente lento nella prima parte, dove vengono presentati i personaggi, le loro storie dolorose, e dove si comincia ad intravedere il punto centrale, cioè la rivelazione della setta dei senza nome e delle loro raccapriccianti pratiche. Vengono disseminati indizi che, senza fretta, porteranno alla disclusione della verità nascosta. Nella seconda parte e soprattutto nel finale il ritmo si fa più mosso, la tensione aumenta proporzionalmente al crescere delle possibilità di ritrovare la bambina, fino ad un finale davvero agghiacciante, che mette i brividi e rimane indelebilmente impresso nella memoria: l'apoteosi del dolore, l'inimmaginabile atrocità che diventà realtà, tanto più cruda e straziante quando più pura ed infantile. Complice una fotografia al contempo cupa ed algida, il film è a mio giudizio davvero molto bello e di effetto, certo richiede concentrazione per essere adeguatamente seguito, perchè, come dicevo, la prima parte è volutamente pesante, ma è indispensabile per immergersi nella psicologia dei personaggi, in particolare della protagonista, straziata dal dolore ed al contempo ancora speranzosa di ritrovare una felicità che alla fine le sarà brutalmente negata, realizzando la possibilità del puro dolore attraverso un atto di sacrificio supremo. Il bello è che il film finisce qui, e lascia alla nostra immaginazione il compito di prefigurarsi cosa può esserci oltre: questo è un grande pregio, perchè la scena finale non solo non si dimentica, ma inevitabilmente porta alla riflessione su quali potrebbero essere le conseguenze di quel gesto, dettato dalla disperazione o da una lucida follia?
Un film, in conclusione, che vale davvero la pena di vedere: c'è meno tensione e paura che in Darkness, ma la valorizzazione degli aspetti psicologici ed umani dei personaggi in contrapposizione alla spersonalizzazione già suggerita dal titolo è davvero notevole.
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lemke
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non è un capolavoro, ma ha del buono
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sembra che parlare male di nameless sia uno sport comune. Il film ha pregi e difetti, ma non gli si può negare una certa dose di fantasia ed di "visionarismo" (si può dire?)... Il soggetto secondo me non è affatto male e nonv iene dipanato in maniera troppo banale, anche il finale, pur con tutte le riserve del caso, riesce comunque a stupire. Allora cosa c'é che non va? La fotografia è talemnte patinata da risultare irritante, gli attori sono dei cani, la trama appare un po' confusa, ma, soprattutto, gli effetti sonori sono abusati, sparati ad un volume talmente alto da far saltare sulla sedia. Non so se gli aspetti positivi siamo più di quelli negativi, però, almeno ho visto un film dell'orrore con qualche idea.
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sembra che parlare male di nameless sia uno sport comune. Il film ha pregi e difetti, ma non gli si può negare una certa dose di fantasia ed di "visionarismo" (si può dire?)... Il soggetto secondo me non è affatto male e nonv iene dipanato in maniera troppo banale, anche il finale, pur con tutte le riserve del caso, riesce comunque a stupire. Allora cosa c'é che non va? La fotografia è talemnte patinata da risultare irritante, gli attori sono dei cani, la trama appare un po' confusa, ma, soprattutto, gli effetti sonori sono abusati, sparati ad un volume talmente alto da far saltare sulla sedia. Non so se gli aspetti positivi siamo più di quelli negativi, però, almeno ho visto un film dell'orrore con qualche idea. Rispetto alla mediocrità della produzione americana, beh, anche sono questo è un punto a favore da non sottovalutare. Viva la Spagna!
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marco pugliatti
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sabato 17 agosto 2002
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un vero film di orrore...registico
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Riporto per intero una interessante recensione tratta dal sito movieplayer.it.
"Atteso horror spagnolo, prodotto ben tre anni fa, 'Nameless - Entità Nascosta' è una delle più grosse delusioni in questa estate cinematografica italiana. Sicuramente gli incassi sono notevoli al Box office, ma il film è poco convincente. Ci si aspettava un interessante horror, visti i risultati di connazionali come Amenabar, e invece Jaume Balagueró (che scrive anche la sceneggiatura, tratta da un romanzo di Ramsey Campbell) combina un disastro e si affida, senza pudore, ai luoghi comuni del genere.
La storia pare essere interessante, ma dopo poco inizia a prendere una curva negativa e affonda in un'idiozia sconcertante.
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Riporto per intero una interessante recensione tratta dal sito movieplayer.it.
"Atteso horror spagnolo, prodotto ben tre anni fa, 'Nameless - Entità Nascosta' è una delle più grosse delusioni in questa estate cinematografica italiana. Sicuramente gli incassi sono notevoli al Box office, ma il film è poco convincente. Ci si aspettava un interessante horror, visti i risultati di connazionali come Amenabar, e invece Jaume Balagueró (che scrive anche la sceneggiatura, tratta da un romanzo di Ramsey Campbell) combina un disastro e si affida, senza pudore, ai luoghi comuni del genere.
La storia pare essere interessante, ma dopo poco inizia a prendere una curva negativa e affonda in un'idiozia sconcertante. Un'atmosfera opprimente ci circonda dall'inizio alla fine, con effetti sonori e musica pompati a tutto volume, in grado di comporre il contorno ad un piatto insipido e fin troppo ambizioso. Il regista sceglie male gli ingredienti, e, anziché modernizzarsi, punta sulle antiche ricette della tradizione, deludendo i clienti del suo ristorante, che, se continua così, finirà col rimanere vuoto. Ma se si modernizza fa confusione, e quindi mescola thriller, horror, biografico, drammatico, sentimentale, rubando qualche aroma dalle rinomate cucine dei suoi illustri connazionali (dove escono, ahinoi, invitanti profumi). Comunque un pò di tensione fa capolino, almeno quanto basta, ma in sala numerosi si sono già stufati, e quindi si recano al bar oppure conversano al cellulare. Attendono tutti il, delirante, finale, capace di dividersi tra la stupidità, i clichés, inutili spiegazioni, disperazioni di una madre alla ricerca di una figlia, fuggita (o rapita?) presso una setta esoterica capitanata da un folle condannato ad ottanta anni di galera.
Ai titoli di coda, si gioisce: sono finiti i tonfi, i colpi di scena irritanti, i flash improvvisi, gli effetti sonori in abbondanza e l'atmosfera insostenibile. Se poi aggiungiamo il disastroso doppiaggio e l'inserimento della lista dei primi vinti all'interno delle prime sequenze da parte della distribuzione italiana, uscire dalla sala è un vero e proprio sollievo. Gustiamoci un gelato, almeno quello dà soddisfazioni."
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