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dannunzio
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martedì 24 luglio 2007
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di cosa stiamo parlando.
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Ho letto la recensione del Farinotti e devo ammettere di essere rimasto spiazzato da tanta ostilità nei confronti del buon Terrence Malick.
Allo stesso tempo, però, mi rendo conto di come ci siano molti e molti modi di vedere il cinema, nelle sue varie espressioni. E allora una lettura come quella data dal Farinotti forse può acquistare senso.
Io parto dal presupposto (personalissimo, a questo punto) che "La sottile linea rossa" sia non solo uno dei più bei film di guerra, ma in assoluto uno dei migliori film che siano stati girati. Per profondità dei temi affrontati, per le tecniche utilizzate, per la colonna sonora, per i grandi attori che, come affermava qualcuno prima di me in un'altra recensione di mymovies, si piegano ad una volontà, alla totalità che contraddistingue il film.
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Ho letto la recensione del Farinotti e devo ammettere di essere rimasto spiazzato da tanta ostilità nei confronti del buon Terrence Malick.
Allo stesso tempo, però, mi rendo conto di come ci siano molti e molti modi di vedere il cinema, nelle sue varie espressioni. E allora una lettura come quella data dal Farinotti forse può acquistare senso.
Io parto dal presupposto (personalissimo, a questo punto) che "La sottile linea rossa" sia non solo uno dei più bei film di guerra, ma in assoluto uno dei migliori film che siano stati girati. Per profondità dei temi affrontati, per le tecniche utilizzate, per la colonna sonora, per i grandi attori che, come affermava qualcuno prima di me in un'altra recensione di mymovies, si piegano ad una volontà, alla totalità che contraddistingue il film.
E' pur vero, però, che compito del cinema, come nella tradizione delle cose degli uomini, sia quello di raccontare storie. Ed è quindi necessario che queste storie siano lineari, dirette, portino ad una conclusione chiara e che non distolgano l'attenzione di chi le segue.
Beh, definire la sottile linea rossa una semplice storia è un po' poco. Dunque è normale che se un film del genere viene inserito sotto il genere "film di guerra" vi sarà necessariamente qualcuno che rimarrà scontento.
Un fil del genere implica necessariamente una lettura "alta" del testo che, necessariamente, non è possibile ottenere dal pubblico inteso come totalità.
Credo che il Farinotti alluda a questo, quando si accanisce contro il film di Malick.
E' un film, purtroppo, per pochi. E la grandezza dei film, a volte, è proprio nella loro capacità di avvicinare la masse.
Due tipi di lettura, dunque.
chi si aspetta un "film di guerra" resterà deluso.
Chi si aspetta, invece, un'opera d'arte cinematografica, rimarrà incantato.
Scusate se mi sono dilungato.
Fulvio Bernardini
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piernelweb
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sabato 16 giugno 2007
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poesia e dolore
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Una pellicola senza precedenti di Terrence Malick, che ritrae la tragedia bellica come nessuno aveva mai osato prima. Contrapponendo al dolore/orrore della carneficina di Guadalcanal, la devastante bellezza della natura selvaggia teatro degli scontri, il grande regista texano (da oltre 20 anni lontano dalla macchina da presa) trova una profondità ed una lucidità narrativa da lasciare leteralmente senza fiato. Mentre la guerra si consuma tra vittime e carnefici, vili ed eroi, lo sguardo dell'obbiettivo cade con raffinata eleganza e stridente drammaticità "sull'antico mondo", brutalmente violentato dalla tragedia che si compie. Come una lunga pudica preghiera, la voce fuoricampo ci accompagna tra i pensieri dei giovani soldati, dapprima aggrappati ai felici ricordi di vita passata poi supplichevoli di una speranza di salvezza.
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Una pellicola senza precedenti di Terrence Malick, che ritrae la tragedia bellica come nessuno aveva mai osato prima. Contrapponendo al dolore/orrore della carneficina di Guadalcanal, la devastante bellezza della natura selvaggia teatro degli scontri, il grande regista texano (da oltre 20 anni lontano dalla macchina da presa) trova una profondità ed una lucidità narrativa da lasciare leteralmente senza fiato. Mentre la guerra si consuma tra vittime e carnefici, vili ed eroi, lo sguardo dell'obbiettivo cade con raffinata eleganza e stridente drammaticità "sull'antico mondo", brutalmente violentato dalla tragedia che si compie. Come una lunga pudica preghiera, la voce fuoricampo ci accompagna tra i pensieri dei giovani soldati, dapprima aggrappati ai felici ricordi di vita passata poi supplichevoli di una speranza di salvezza. Ma non c'è scampo alla guerra, solo morte o vita ad un prezzo troppo alto da pagare. Nello stellare cast (i grandi nomi hanno fatto la fila per partecipare al progetto) brilla su tutti, oltre ad un illuminato Caviezel e al disilluso Penn, uno straordinario Nick Nolte, agghiaciante e delirante ritratto del nonsense militare. Assistendo a questa opera maestosa che travalica i confine del genere, si ha l'impressione di seguire un'unica imponente e magniloquente scena madre lunga quanto il film. Da annoverare assolutamente tra i migliori film degli ultimi decenni.
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andrew
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mercoledì 6 giugno 2007
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a favore del farinotti
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Forse discutibile il commento del Farinotti ma finalmente qualcuno ha osato dire di essersi un po' annoiato alla visione del film. Del resto, è sufficiente vedere i film precedenti (esempio: I giorni del cielo) e successivi di Malik (The New World) per rendersi conto di come questo regista sia stato sopravvalutato.
Quando vorrò vedere ritratti per interi minuti l'erba alta o i campi di granoturco e lasciarmi cullare dalla eccezionale fotografia, mi guarderò senz'altro i film di Malik.
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ionny
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lunedì 21 maggio 2007
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molto bello
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questo film mi e piaciuto veramente
guardatelo
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eliuzz
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sabato 5 maggio 2007
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ingiusto
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Farinotti, come in altri casi, non ha capito o non ha voluto capire niente. peccato.
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linkin park
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sabato 14 aprile 2007
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un insolito ritratto della guerra
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Molto strano per essere un film di guerra! Non vuole spegare niente, segue la sua trama lentamente e ci porta in mezzo ad una delle guerre provocate dopo la seconda guerra mondiale! Film se non altro si basa sui pensieri e sentimenti dei principali protagonisti! Persone che fanno guerra perche non gli e' rimasto niente altro, altri che fanno guerra solo perche sono costretti, ma quasi tutti con una gran voglia di smettere tutto e di tornare alla propria vita'.La vita nomale,una cosa molto improbabile anche dopo la fine della guerra perche la guerra ti lascia ferite e traumi inguaribili ed incapaci di svanire o essere dimenticati. Un ritratto molto particolare sulla guerra che sicuramente rimane impresso.
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Molto strano per essere un film di guerra! Non vuole spegare niente, segue la sua trama lentamente e ci porta in mezzo ad una delle guerre provocate dopo la seconda guerra mondiale! Film se non altro si basa sui pensieri e sentimenti dei principali protagonisti! Persone che fanno guerra perche non gli e' rimasto niente altro, altri che fanno guerra solo perche sono costretti, ma quasi tutti con una gran voglia di smettere tutto e di tornare alla propria vita'.La vita nomale,una cosa molto improbabile anche dopo la fine della guerra perche la guerra ti lascia ferite e traumi inguaribili ed incapaci di svanire o essere dimenticati. Un ritratto molto particolare sulla guerra che sicuramente rimane impresso. Capolavoro!
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chuck norris
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lunedì 19 marzo 2007
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vuoto e pieno
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Trovo completamente cannate le considerazioni sulla forza narrativa del film. Credo che la sensazione di 'non finito' sia una giusta conseguenza della speculazione su movimenti cosi' grandi. Di fronte a 'Salvate Ryan', chiamato a paragone, credo che stiamo andando nella direzione opposta: se li il tentativo è quello di restituire realisticamente la guerra e le sensazioni dell' essere un soldato in combattimento, Malick vola così alto da relativizzare anche un' evento totale come la seconda guerra mondiale e utilizzarla come fulcro su cui impostare un discorso parecchio più ampio. Non è più importante il protagonista, non lo è la trama, anzi gli eventi umani scatenano forze (anche interiori) che li sovrastano e li relegano nel banale accadimento di fatti aridi e minimi.
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Trovo completamente cannate le considerazioni sulla forza narrativa del film. Credo che la sensazione di 'non finito' sia una giusta conseguenza della speculazione su movimenti cosi' grandi. Di fronte a 'Salvate Ryan', chiamato a paragone, credo che stiamo andando nella direzione opposta: se li il tentativo è quello di restituire realisticamente la guerra e le sensazioni dell' essere un soldato in combattimento, Malick vola così alto da relativizzare anche un' evento totale come la seconda guerra mondiale e utilizzarla come fulcro su cui impostare un discorso parecchio più ampio. Non è più importante il protagonista, non lo è la trama, anzi gli eventi umani scatenano forze (anche interiori) che li sovrastano e li relegano nel banale accadimento di fatti aridi e minimi. L'assalto dei sei volontari al bunker, proprio per la mancanza di definizione, per la scarsa descrittività è una delle scene di battaglia più paurose che abbia visto. Lo squilibrio nei ritmi, nella descrizione dei caratteri, la sensazione che ci stiamo perdendo qualcosa è una delle forze di questa narrazione . Se 'Salvate il soldato Ryan' ci insegna anche i numeri di matricola dell' ultima recluta, 'La sottile linea rossa' ci tira fuori quello che tutti sappiamo. Se non ci piace, forse è perchè al cinema (e non solo) ci andiamo per distrarci.
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andrew
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venerdì 16 marzo 2007
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una voce fuori dal coro
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Scrivo senza avere la pretesa di essere un grande conoscitore di cinema e senza con questo voler sottoscrivere i commenti del Farinotti, lapidato da tutti senza pietà.
Eppure mi piacerebbe che le persone cominciassero a pensare un po' con la propria testa prima di riportare o avallare acriticamente i commenti del Mereghetti, il cui dizionario rimane peraltro utilissimo per chi del cinema vuole farsi un'idea, o quelli di qualsiasi altro critico o compilatore.
Posso serenamente dire di non aver potuto gridare al miracolo alla visione della Sottile Linea Rossa, come pure a quella dei "Giorni del cielo" e a quella di "Nuovo Mondo"?
Senza nulla togliere alla fotografia, mi sembra che il film sia debole proprio sul piano narrativo, non a caso infarcito di quei commenti narrativi con voce "off" del protagonista (?) che proprio il Mereghetti, in mille altre occasioni, ha dimostrato di non amare particolarmente.
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Scrivo senza avere la pretesa di essere un grande conoscitore di cinema e senza con questo voler sottoscrivere i commenti del Farinotti, lapidato da tutti senza pietà.
Eppure mi piacerebbe che le persone cominciassero a pensare un po' con la propria testa prima di riportare o avallare acriticamente i commenti del Mereghetti, il cui dizionario rimane peraltro utilissimo per chi del cinema vuole farsi un'idea, o quelli di qualsiasi altro critico o compilatore.
Posso serenamente dire di non aver potuto gridare al miracolo alla visione della Sottile Linea Rossa, come pure a quella dei "Giorni del cielo" e a quella di "Nuovo Mondo"?
Senza nulla togliere alla fotografia, mi sembra che il film sia debole proprio sul piano narrativo, non a caso infarcito di quei commenti narrativi con voce "off" del protagonista (?) che proprio il Mereghetti, in mille altre occasioni, ha dimostrato di non amare particolarmente.
Insomma, grande fotografia ma, a mio personale modo di vedere, prolisso e un po' sopravvalutato.
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bizona555
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venerdì 23 febbraio 2007
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..respirate bene..toglie il fiato..capolavoro
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ho pubblicizzato questo film tra tutti i miei amici..statisticamente la pellicola è di quelle che o piace tantissimo o non piace per niente..bhè io sono tra quelli che lo reputano il miglior film degli ultimi 20 anni..grazie terrence..il cinema ha bisogno di persone poliedriche come te
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dott. costa
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giovedì 8 febbraio 2007
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the thin red line
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Ho visto tanti film in vita mia. Tanti ne vedrò. Spero di non rivedere mai più una pellicola così letale. Un'orgia indefinita di personaggi (la moltitudine di star vorrebbe aiutare lo spettatore a riconoscerli meglio) tagliati con l'accetta e poco credibili. Trama lenta e continuamente stoppata da monologhi interiori e flashback alla Solaris (Tarkovskij però ne aveva fatto ben altro uso). Un Film lento noioso e confuso. Per dirla alla Fantozzi: La sottile Linea Rossa è una Ca***a Pazzesca.
[+] non citare fantozzi
(di oblivion7is)
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