8 mm - Delitto a luci rosse |
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Un film di Joel Schumacher.
Con Nicolas Cage, James Gandolfini, Joaquin Phoenix, Peter Stormare, Anthony Heald
Titolo originale 8 MM.
Drammatico,
durata 124 min.
- Germania, USA 1998.
MYMONETRO
8 mm - Delitto a luci rosse
valutazione media:
2,25
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Chage calca i toni..mhà.di Paolo CiarpagliniFeedback: 0 |
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sabato 6 gennaio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Se per calcare i toni si vuol intendere, sminuire, strafare, andare fuori tema, adagiarsi sugli allori, allora credo che molti critici cinematografici debbano tornare a scuola. I toni sono volutamente 'calcati', e Cage fin dall'inizio fa sua la parte, da quel grandissimo attore che è. La sua interpretazione è assolutamente perfetta, anche se non raggiunge le vette più alte da lui toccate in altre pellicole. Credo però sia un peccato veniale da attribuire più al tipo di film, che richiede una interpretazione 'dinamica' ed in questo Cage non eccelle, è ottimo ma non stellare. Eccelle altresì, in quello che è il principale ruolo dell'attore: il riuscire a calarsi nei panni del soggetto. In questo, non credo siano più di dieci gli attori che si annovenerano lassù, fra gli irraggiungibili, e Nicholas è uno di loro. Rischia un'esaurimento nervoso (sconvolto fra le braccia della moglie) per l'efferratezza, la follia pura di quel mondo, cui viene suo malgrado catapultato e si trova ad affrontare. La sua furia che scarica sull'uomo nella casa del terribile omicidio, non è forse un inno (seppur cruento), affinchè tutti abbiano ben chiara qual'è la portata e la gravità dell'accaduto?. Per tutto il film Chage, (il detective), si impegna a rischio della vita per dare un nome agli assassini della ragazza, il suo diviene quasi un caso personale, a prescindere dall'incarico accettato. Compie il suo lavoro con abnegazione assoluta, diretto da un grande Schumacher, aiutato in questo difficile ruolo per una mezz'ora circa, dal perfetto Phoenix (ai primi passi ma già un grande). Il film è nudo e crudo, e potrà far storcere il naso a molti. Credo invece, contrariamente a quanto detto nella recensione, riesca pienamente nell'intento, per niente ostentato; mostrare quanto la natura umana possa celare e cadere in basso. E più è costretta entro limiti 'invalicabili', che ossessionano, più rischiano di 'ottenere' l'effetto contrario a quello voluto. 'Macina', un mostro nel film è anche fondamentalmente una vittima, una mente 'fragile' ammalata dell'ossessività materna, che attraverso una 'inquisizione' vera e propria, e la morbosità per il sacro, crea un mostro anzichè un uomo retto. Un grande film, che porta tutti a riflettere, e che può far 'paura' guardare, in quanto in ognuno di noi vivono il paradiso, e l'inferno Danteschi. Un'insegnamento, documento, che sapientemente filtrato attraverso adulti maturi e coscienti, può fare scuola, molto più dell'ora di religione ormai facoltativa. Le mia non vogliono essere parole 'blasfeme', ma neppure dei 'santini' vocali che quotidianamente la tv ci rifila. Quel mondo, è parte della realtà della vita purtroppo, conoscerne l'esistenza ed essere un 'Cage', per me sarebbe un onore.
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