taniamarina
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lunedì 12 luglio 2010
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i fratelli colpiscono ancora
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a "leggere" le imagini del film, guarda caso uno strambo reduce del vietnam, un ritardato e un nostagico figlio dei fiori hanno sempre ragione, ma il sistema americano li costringe a credere nel torto. A voler dare una traduzione, sembrerebbe essere la critica alla guerra capitalistica e reale ai danni ell'Iraq. Ma se è vero che a parità di fattori la soluzione più semplice tende ad essere la vincente, questo film non significa niente. Un elogio alla comicità a tinte forti dei fratelli, al loro potere estremo di sceneggiatura e ad un Jeff Bridges in stato di grazia. Occhio all'uomo cowboy: interpretazione straordinaria e splendida intuizione fuoricampo. Capolavoro
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alex41
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venerdì 4 giugno 2010
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il più divertente film dei coen
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Imprevedibile, grottesco, divertente, teatrale, demenziale, tutto questo è il Grande Lebowski, una delle strorie più travolgenti firmato dai fratelli Coen. Dopo il thriller Fargo, il road movie Arizona Junior e il gangster movie Crocevia Della Morte, ecco il loro film più divertente, in molti punti volgare, ma con una sceneggiatura spettacolare sullo sfondo del comico. I personaggi poi sono uno più fantastico dell'altro: Jeff Bridges è Drugo, uno hippie stralunato, pigro e eccentrico, il protagonista della storia; John Goodman è Walt: cinico, fanatico del vietnam e delle regole di guerra, ma con un cuore d'oro; Steve Buscemi è Donny, il "buffo" amico dei due, preso di mira da Walt per la sua "debolezza" (ma è da ricordare che anche qui Buscemi fa una grande interpretazione, mentre in Fargo fa il duro - e vedete la differenza? Incredibile!).
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Imprevedibile, grottesco, divertente, teatrale, demenziale, tutto questo è il Grande Lebowski, una delle strorie più travolgenti firmato dai fratelli Coen. Dopo il thriller Fargo, il road movie Arizona Junior e il gangster movie Crocevia Della Morte, ecco il loro film più divertente, in molti punti volgare, ma con una sceneggiatura spettacolare sullo sfondo del comico. I personaggi poi sono uno più fantastico dell'altro: Jeff Bridges è Drugo, uno hippie stralunato, pigro e eccentrico, il protagonista della storia; John Goodman è Walt: cinico, fanatico del vietnam e delle regole di guerra, ma con un cuore d'oro; Steve Buscemi è Donny, il "buffo" amico dei due, preso di mira da Walt per la sua "debolezza" (ma è da ricordare che anche qui Buscemi fa una grande interpretazione, mentre in Fargo fa il duro - e vedete la differenza? Incredibile!). A questi qua si aggiungono anche i personaggi secondari, straordinari: Julianne Moore è la bellissima figlia del signor Lebowski, amante del sesso e che considera l'accoppiamento come un arte; John Turturro è Jesus, un giocatore di bowling gay e pedofilo (nel film compare poco, ma la sua interpretazione è fenomenale), e infine sono da ricordare anche i nichilisti, tra cui spiccano Flea (il bassista dei Red Hot Chili Peppers), e Peter Stormare (irriconoscibile). Il significato che nasconde il film sembra quasi una morale da fiaba, il film è un misto tra commedia e "film giallo", riguardo la storia della misteriosa valigia dei soldi. Grandioso film, battute indimenticabili, gag riuscite al massimo, personaggi meravigliosi, ambientazioni memorabili. Uno dei più grandi capolavori dei fratelli Coen. Per tutti.
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bellosguardo
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lunedì 15 marzo 2010
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il grande lebowski è un'enorme metafora filosofica
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Il “Drugo” Jeff Lebowski trascina la propria esistenza in attesa, in stand by. La trama superficiale si basa su uno scambio di persona e un rapimento, ed in realtà non fila troppo bene. Una galleria di personaggi bizzarri, lontani da essere semplici stereotipi di tipi umani e simili ad incarnazioni di credo filosofici (l'aspetto umano e quello ideologico sono piacevolmente ed ironicamente compenetrati) sostiene la storia, come una gruccia di legno finemente intarsiata fa con un anziano zoppicante. Le radici della narrazione affondano invece in una piacevolissima metafora dell'esistenza, un'esaltazione del vivere godendo di quello che c'è, il “Drugo” è un cacciatore raccoglitore dell'era moderna.
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Il “Drugo” Jeff Lebowski trascina la propria esistenza in attesa, in stand by. La trama superficiale si basa su uno scambio di persona e un rapimento, ed in realtà non fila troppo bene. Una galleria di personaggi bizzarri, lontani da essere semplici stereotipi di tipi umani e simili ad incarnazioni di credo filosofici (l'aspetto umano e quello ideologico sono piacevolmente ed ironicamente compenetrati) sostiene la storia, come una gruccia di legno finemente intarsiata fa con un anziano zoppicante. Le radici della narrazione affondano invece in una piacevolissima metafora dell'esistenza, un'esaltazione del vivere godendo di quello che c'è, il “Drugo” è un cacciatore raccoglitore dell'era moderna. Dire di più è inutile e dannoso, se la vostra curiosità non è già stimolata questo film non fa per voi.
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paolo-42
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venerdì 5 marzo 2010
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ottimo
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catilina
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mercoledì 20 gennaio 2010
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marlowe sfregiato dai cineclasti
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Per far parlare quel deficiente di Larry, Walter gli massacra l' auto con un pie' di porco. Che poi Larry c' entrava nulla col rapimento e la macchina non era sua. Il proprietario della cabrio, uno zotico fragile quanto grasso, si vendica senza indugi sull' auto del Dude. Ecco girata la parodia dei modi sopra le righe che fin dalla grande Hollywood son di quegl' investigatori privati o poliziotti o dilettanti, tutti disperatamente soli e incasinati. Walter, interpretato da un John Goodman da Oscar, fa qui ciò che i suoi creatori fanno per tutta la pellicola: distrugge, ed è questa l' unica soluzione che gli riesce di trovare.
Riescono a metterci dentro di tutto i fratelli Coen, da Howard Hawks a Rambo, da Robert Altman a Porter, e pure le noccioline tanto care al Joe Wilson di Fritz Lang.
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Per far parlare quel deficiente di Larry, Walter gli massacra l' auto con un pie' di porco. Che poi Larry c' entrava nulla col rapimento e la macchina non era sua. Il proprietario della cabrio, uno zotico fragile quanto grasso, si vendica senza indugi sull' auto del Dude. Ecco girata la parodia dei modi sopra le righe che fin dalla grande Hollywood son di quegl' investigatori privati o poliziotti o dilettanti, tutti disperatamente soli e incasinati. Walter, interpretato da un John Goodman da Oscar, fa qui ciò che i suoi creatori fanno per tutta la pellicola: distrugge, ed è questa l' unica soluzione che gli riesce di trovare.
Riescono a metterci dentro di tutto i fratelli Coen, da Howard Hawks a Rambo, da Robert Altman a Porter, e pure le noccioline tanto care al Joe Wilson di Fritz Lang. E riescono a far contenti tutti: umorismo esplosivo per il benessere del pubblico, e per i critici che cerchino la cosiddetta "chiave di lettura" i tre discorsi dello Straniero. Il thrilling diventa grottesco gironzolare di un fricchettone pigro; la violenza un' esibizione surrealista; il sesso una vignetta satirica.
I preziosismi del montaggio digitale in quell' autentico video musicale che è il vaneggio del Dude intitolato The Guttenballs e il precedente sogno col tappeto volante, segnano il carattere fondamentalmente episodico della sceneggiatura. Quel Jesus Quintana che John Turturro interpreta così bene e la sequenza dei titoli iniziali accompagnata da Bob Dylan, con quei primi piani allusivi e riuscitissimi, per chi voglia il diletto degli occhi e la liberazione del riso, son capolavori di montaggio e fotografia. Il resto è tutto riferimento e parodia. I due livelli della fruizione artistica sono dai Coen esasperati: se per il pubblico volgare i witz bastano a sfondrarsi di risate, per lo spettatore colto in ogni gag si cela un modello più o meno classico da ricuperare. La Nuova Hollywood di un Brian De Palma, dove il Rick di Casablanca diventa un mafioso ritirato che cerca di farsi una famiglia, pretendeva dalla trama almeno una coerenza poetica che il montaggio realizzava, e si realizzava così assieme al thrilling la riuscita della pellicola. I Coen vogliono andare oltre ogni limite; il loro virtuosismo che troppo spesso è chiamato genio; l' esagerata volontà di far ridicolo tutto, fa loro disarticolare il cinema stesso. Ne vien fuori un monstrum comico, vestito dei più fini velluti, costoso quanto affascinante.
Da Blood Simple i Coen sono certo cresciuti, e c' hanno risparmiato l' autocompiacimento dei virtuosismi a buon mercato. Di tutta la loro modernità e memoria storica in questo The big Lebowski hanno fatto un gran fuoco sfavillante. Sfavillante ma fatuo. Sì, fatuo, perché se già la seconda volta che guardi la pellicola i lazzi non ti fanno più ridere tanto, quel che resta sono le infantili recite di una banda di pezzenti che fanno il verso a quelli che artisti erano davvero, gl' Hawks, gl' Altman, i Lang.
Buono l' accompagnamento musicale; infame il doppiaggio italiano che suona come un' interrogazione delle medie.
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amarolucano
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giovedì 15 ottobre 2009
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capolavoro
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Forse solamente alla terza visione del film si riesce ad apprezzarlo veramente: un capolavoro assoluto, il miglior film dei cohen è anche uno dei migliori film della storia del cinema.
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cappellaio matt.o
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domenica 11 ottobre 2009
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un capolavoro dei cohen
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questo è un film da vedere, è una commedia molto articolata e anche difficile da capire se vogliamo non per tutti, ma veramente ben fatta!
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turkish
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sabato 3 ottobre 2009
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grottesco,spensierato,imprevedibile,comico
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Un film con una trama grottesca con personaggi caratteristici e unici.Un film chiaramente che rispecchia il trademark dei cohen dove però qui si spingono oltre nel dipingere i personaggi con forti tinte particolari e comiche(diversamente da Arizona Junior)dove il normal o lo standard vengono messi da parte,per dare spazio al non-sense e all'ambiguo il tutto però condito con una comicità che pervade e che contribuisce a non far calare neanche per un attimo il coinvolgimento con lo spettatore.Nel film vengono incastrate a meraviglia le rappresentazioni dei sogni del protagonista che rispecchia la sua comica personalità.Scene epiche, dialoghi da antalogia, pezzi musicali eccelenti,sceneggiatura perfetta.
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turkish
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sabato 3 ottobre 2009
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grottesco,spensierato,imprevedibile,comico
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Un film con una trama grottesca con personaggi caratteristici e unici.Un film chiaramente che rispecchia il trademark dei cohen dove però qui si spingono oltre nel dipingere i personaggi con forti tinte particolari e comiche(diversamente da Arizona Junior)dove il normal o lo standard vengono messi da parte,per dare spazio al non-sense e all'ambiguo il tutto però condito con una comicità che pervade e che contribuisce a non far calare neanche per un attimo il coinvolgimento con lo spettatore.Nel film vengono incastrate a meraviglia le rappresentazioni dei sogni del protagonista che rispecchia la sua comica personalità.Scene epiche, dialoghi da antalogia, pezzi musicali eccelenti.
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esaminatore
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mercoledì 22 aprile 2009
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i maghi della sceneggiatura
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prima di lasciare un commento a questo film vorrei dire quanto poco contino gli oscar al fine di di giudicare un film, questo capolavoro è stato completamente ignorato dall'accademy nel febbraio 1999.
consiglio a tutti gli amanti del buon cinema questo film dalla sceneggiatura superba e dalla bellissima interpretazione da parte di Jeff Bridges ma soprattutto di John Goodman, qui in un incredibile prova d'attore,ma anche gli spettacolari camei di quel genio di JOhn Turturro.
La storia narrata qui è la vicenda di Jeffrey "drugo" Lebowski (The Dude nella versione americana e corretta) e dei suoi assurdi amici e di come questi ultimi aiutino il Drugo ad uscire da un incredibile situazione generata da un grossolano errore di scambio di persona, il tutto muovendosi in una Los Angeles descritta con una bella vena poetica.
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prima di lasciare un commento a questo film vorrei dire quanto poco contino gli oscar al fine di di giudicare un film, questo capolavoro è stato completamente ignorato dall'accademy nel febbraio 1999.
consiglio a tutti gli amanti del buon cinema questo film dalla sceneggiatura superba e dalla bellissima interpretazione da parte di Jeff Bridges ma soprattutto di John Goodman, qui in un incredibile prova d'attore,ma anche gli spettacolari camei di quel genio di JOhn Turturro.
La storia narrata qui è la vicenda di Jeffrey "drugo" Lebowski (The Dude nella versione americana e corretta) e dei suoi assurdi amici e di come questi ultimi aiutino il Drugo ad uscire da un incredibile situazione generata da un grossolano errore di scambio di persona, il tutto muovendosi in una Los Angeles descritta con una bella vena poetica.
Probabilmente i coen al loro massimo di comicità e di visionarietà e forse anche di creatività perchè qui sono riusciti a creare un personaggio di cui è impossibile non innamorarsi e invidiare nonostante tuttoche gli succeda.
Il tutto supportato da una bellissima colonna sonora che incarna in tutto e per tutto lo spirito spensierato e goliardico del film.
Dopo la pioggia di nomination agli oscar e le due statuette vinte(1996), i coen ci mostrano ancora una volta come nonostante tutto siano stati ancora sottovalutati almeno fino all'anno scorso.BUONA VISIPONE
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