filippo catani
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venerdì 11 ottobre 2013
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capolavoro dell'assurdo
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Los Angeles inizio anni '90. Un pigro hippie dedito ai white russian e alle sfide a bowling con gli amici rimane coinvolto in un caso di rapimento a causa di uno scambio di persona dovuto ad omonimia. Da quel momento si verificheranno una serie di eventi tragicomici.
In breve la trama è quella riassunta sopra ma un film come questo non viaggia al pari della trama ma a un livello superiore. Questo perchè più dello svolgimento dei fatti a rendere interessante il film ci sono i personaggi che lo popolano e le situazioni che si vengono a creare. Troviamo un hippie che vive pacificamente la propria esistenza lontano da qualsiasi pensiero o preoccupazione (o lavoro).
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Los Angeles inizio anni '90. Un pigro hippie dedito ai white russian e alle sfide a bowling con gli amici rimane coinvolto in un caso di rapimento a causa di uno scambio di persona dovuto ad omonimia. Da quel momento si verificheranno una serie di eventi tragicomici.
In breve la trama è quella riassunta sopra ma un film come questo non viaggia al pari della trama ma a un livello superiore. Questo perchè più dello svolgimento dei fatti a rendere interessante il film ci sono i personaggi che lo popolano e le situazioni che si vengono a creare. Troviamo un hippie che vive pacificamente la propria esistenza lontano da qualsiasi pensiero o preoccupazione (o lavoro). Poi abbiamo un ex reduce del Vietnam (notare la parodia di tanti film con questo genere di protagonista) che oltre a non perdere mai occasione per ribadire il suo passato militare funge da "cervello" svitato del gruppo e vera anima della squadra del bowling. Troviamo poi il terzo amico che si limita a fare da spalla ai restanti due con la tipica espressione stralunata. Insieme questi personaggi vivranno una serie di avventure e viaggi veri e propri ma anche fantastici. Insomma un vero inno alla controcultura e a personaggi decisamente alternativi che per una volta si prendono tutto il palcoscenico. Il merito di tutto questo va ai Coen che ci regalano una delle loro tre migliori pellicole insieme a Fargo e a Non è un paese per vecchi. Grande merito ovviamente va anche al cast capitanato da un grandissimo Bridges seguito a ruota da Goodman e Buscemi veramente perfetti nelle loro parti e piccoli e buoni ruoli anche per Seymour Hoffman e la Moore. Da vedere e rivedere specialmente la scena delle macchine distrutte a sprangate.
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borghij
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domenica 22 settembre 2013
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eccezionale è dir poco.
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Uno dei più bei film della storia,
probabilmente il caposaldo della commedia internazionale,
geniale sotto ogni punto di vista,
fa sbellicare dalle risate e gli attori sono eccezionali,
Jeff Bridges sfonda, e si dimostra più che talentuoso.
John Goodman perfetto! Simpatico e geniale,
Steve Buscemi anche se non è sempre presente
è fondamentale e grazie a lui il film è ancora più bello.
Penso che un finale così è da record, commovente
e divertente insieme .
CONSIGLIATO AL 100 PER CENTO.
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globetrotter2
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venerdì 7 giugno 2013
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orripilante pastrocchio in salsa coen
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Sono stato spinto a guardare questa "cosa" (perchè definirla FILM è un oltraggio a tutti i grandi film prodotti dal cinema USA) dall'entusiasmo di amici e dalla fama del titolo e del protagonista, il "drugo" (ripreso non si sa come da kubrick), che avevo sentito nominare spesso da qualcuno. Dopo 5 minuti ho già le mani fra i capelli, la trama è priva di ogni significato umano e i personaggi sono ridicoli, irritanti e pretendono di giganteggiare sullo spettatore col loro atteggiamento tronfio e provocatorio. La volgarità è gratuita, i dialoghi sono pieni zeppi di "cazzo" "fottiti" e roba simile. Il risultato è una palla di pelo indigeribile.
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Sono stato spinto a guardare questa "cosa" (perchè definirla FILM è un oltraggio a tutti i grandi film prodotti dal cinema USA) dall'entusiasmo di amici e dalla fama del titolo e del protagonista, il "drugo" (ripreso non si sa come da kubrick), che avevo sentito nominare spesso da qualcuno. Dopo 5 minuti ho già le mani fra i capelli, la trama è priva di ogni significato umano e i personaggi sono ridicoli, irritanti e pretendono di giganteggiare sullo spettatore col loro atteggiamento tronfio e provocatorio. La volgarità è gratuita, i dialoghi sono pieni zeppi di "cazzo" "fottiti" e roba simile. Il risultato è una palla di pelo indigeribile. Ci sono trame esigue che si reggono sulla bravura degli attori o sulla caratterizzazione dei personaggi. Qui invece la trama è vomitevole, e i personaggi sono terribili come la sceneggiatura che pare esser stata scritta da un gruppo di bambini delle elementari con in mano un dizionario delle parolacce e degli insulti. Com'è possibile ciò? Semplice. Il film è diretto da Joel Coen, il soggetto e la sceneggiatura sono di Joel e Ethan Coen e il film è prodotto da Ethan Coen. Se l'avessi saputo prima avrei finto un malore per tornarmene a casa lasciando gli altri amici a guardarsi questa pellicola a dir poco rivoltante. L'unico loro film accettabile è "Non è un paese per vecchi", dove il soggetto non è loro: possibile che quando questi due fanno di testa loro ne esce fuori sempre un cesso di film?? Secondo me i due registi più sopravvalutati del panorama contemporaneo. Guardando "Il grande Lebowski" non si ride, non si capisce niente e soprattutto si rischia seriamente di sfracellare qualche soprammobile contro il televisore dalla rabbia. Almeno se si ha un briciolo di conoscenza del cinema. Stento non solo a credere che si possa definirlo un capolavoro, ma anche che qualcuno possa chiamarlo "film". Fra i 20 peggiori che abbia mai visto. Assolutamente sconsigliato.
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(di prescritto)
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shiningeyes
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giovedì 6 giugno 2013
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grande commedia pensata.
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Il valore di un film come “Il Grande Lebowski” lo si potrebbe misurare già dall'ampio seguito e dalla venerazione nutrita dai fan, che arrivano addirittura a seguire il modello di vita del protagonista (Drugo) e a farci delle tesi di laurea. Ma “Il Grande Lebowski” è di più, è una critica alla società americana, fatta di perbenisti, artisti strampalati falsi d'animo e ricchi che arraffano soldi non loro; ironizza su un tema difficile come i reduci del vietnam resi psicopatici e violenti dalla guerra, che al tempo stesso mette come esempio dell'amicizia che non guarda in faccia gli schieramenti politici delle persone: il calmo e pacifico Drugo e il pazzo e guerrafondaio Walter.
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Il valore di un film come “Il Grande Lebowski” lo si potrebbe misurare già dall'ampio seguito e dalla venerazione nutrita dai fan, che arrivano addirittura a seguire il modello di vita del protagonista (Drugo) e a farci delle tesi di laurea. Ma “Il Grande Lebowski” è di più, è una critica alla società americana, fatta di perbenisti, artisti strampalati falsi d'animo e ricchi che arraffano soldi non loro; ironizza su un tema difficile come i reduci del vietnam resi psicopatici e violenti dalla guerra, che al tempo stesso mette come esempio dell'amicizia che non guarda in faccia gli schieramenti politici delle persone: il calmo e pacifico Drugo e il pazzo e guerrafondaio Walter.
I fratelli Cohen mettono sul piatto questa commedia travestita da noir per indicarci un modo di vivere congeniale a tutti, ossia, quello di Drugo, che nonostante si trovi in una morsa di ferro di un “pericoloso” affare di soldi, lui continua la sua vita da nullafacente, considerando la questione come una scocciatura che come un pericolo; in sintesi: fregarsene di tutto e tutti. I Cohen non nascondono neanche la derisione e la negatività dell'essere come Walter, cioè, di lamentarci sempre e di usare sempre il pugno di ferro in qualsiasi situazione, facendocelo essere comico grazie ai inconcludenti colpi di testa di Walter; facendoci anche, comunque, risultare simpatico il personaggio (grande lavoro di Goodman).
Per il resto, cos'altro aggiungere? La fantastica coppia formata da Bridges e Goodman, le riprese oniriche di stile Cohen e i divertentissimi e ultracitati dialoghi del film.
Grazie a tutto ciò,“Il Grande Lebowski” entra di diritto tra le migliori commedie americane pensate e tra i più bei film degli anni 90.
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zt9:oooo
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venerdì 25 gennaio 2013
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povero tizio.... o drugo
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Quando guardavo Fantozzi da piccola tutti ridevano
io invece provavo così pena per lui che mi faceva o piangere o arrabbiare.
E' così anche per Drugo, non riesce mai a trovare la forza di
reagire e di ribellarsi.
Simbolo di una società americana annichilita?
Conoscendo i fratelli Choen*, credo proprio di sì....
ZT9
*Li apprezzerei di più se fossero meno cinici.
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break
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sabato 20 ottobre 2012
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pasticciato
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Una trama assurda quanto confusa, man mano che avanza si perde il filo e non si capisce più nulla. Troppi argomenti mischiati insieme senza un filo logico. Vietman, bowling, rapimenti e via dicendo. Idiozie a ripetizione che non divertono (almeno nel mio caso).
Daccordo che sia stato pensato in un certo modo e non ho nulla in contrario perchè amo qualsiasi genere cinematografico purchè sia ben fatto. Il risultato finale è scadente a mio parere.
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(di kicco)
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ultimoboyscout
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sabato 9 giugno 2012
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drugo sa aspettare!
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Più che un film è un manifesto di un mondo che non c'è più e che, probabilmente, mai tornerà. Jeff Lebowski è un "reduce" di quegli anni e tutti i personaggi del film rappresentano il capolinea di una società che ha smarrito la propria via e che fondamentalmente non ha più senso. Ennesimo sconfinamento nel noir dei Coen, come nero è lo humour e nerissima la rassegnazione e il cinismo che la pellicola emana. La comicità è di quella tipicamente coeniana, sagace e malinconica, che diverte e fa pensare mettendo in crisi tutte le certezze su cui si basa la società americana, tra battute sferzanti e situazioni al limite dell'assurdo, del grottesco e del ridicolo.
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Più che un film è un manifesto di un mondo che non c'è più e che, probabilmente, mai tornerà. Jeff Lebowski è un "reduce" di quegli anni e tutti i personaggi del film rappresentano il capolinea di una società che ha smarrito la propria via e che fondamentalmente non ha più senso. Ennesimo sconfinamento nel noir dei Coen, come nero è lo humour e nerissima la rassegnazione e il cinismo che la pellicola emana. La comicità è di quella tipicamente coeniana, sagace e malinconica, che diverte e fa pensare mettendo in crisi tutte le certezze su cui si basa la società americana, tra battute sferzanti e situazioni al limite dell'assurdo, del grottesco e del ridicolo. Lebowski, detto Drugo, vive negli anni '90 ma si sente ancora a cavallo dei '60 coi '70, è pigro, flemmatico e irresponsabile, vede nel bowling (e nella marijuana...) il suo placebo e un curioso caso di omonimia l'ha portato a conoscere l'altro Jeffrey Lebowski, personaggio tanto diverso da lui eppure così simile. Entrambi sono figli della guerra e sono stati segnati da essa ma l'hanno vissuta in maniera diversa e soprattutto hanno reagito alla stessa guerra in maniera estremamente differente. Meriti agli attori, Bridges interpreta il sornione Drugo in maniera sublime, anche Goodman è a una delle sue migliori interpretazioni in carriera e Julianne Moore piace moltissimo nel suo personaggio, senza dimenticare gente del calibro di Turturro, Buscemi, Seymour Hoffman e Huddleston, tutti splendidi e a proprio agio in ruoli secondari ma fondamentali. Le gag sono tanto esilaranti quanto patetiche, la critica è intelligente poichè polemica si ma anche riflessiva tanto da elevare questo fantastico film a vero e proprio cult! Commedia (mascherata) bizzarra ma umana, una rivisitazione psichedelica e allucinata del noir investigativo in cui Drugo si avvicina a un Marlowe tanto moderno quanto improvvisato e improbabile, che si barcamena tra nazisti, pornografi, nichilisti, rapimenti e riscatti e figure di un paradossale come poche volte i Coen sono riusciti a crearne. La sceneggiatura è confusionaria (che non sia cosa voluta, visto personaggi e situazioni?) ma sempre allegra, vivace e scoppiettante, dopo il bellissimo "Fargo" la conferma che i fratelli registi sono una certezza grazie al loro sguardo divertito e distaccato e alla loro pazzesca apologia dell'assurdo hanno raggiunto un livello di stile difficilmente raggiungibile o imitabile. Eccessivo, divertente ed esplosivo è tra i film meglio riusciti (se non il migliore in assoluto) della prima parte di carriera dei Coen, sicuramente di prima della virata decisa verso la commedia più convenzionale e classica, se sono due parole accostabili a Ethan e Joel.
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ruspa machete
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domenica 20 maggio 2012
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capolavoro.
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Questo film ha tutto. Non capisco come si possa anche solo lontanamente pensare di dare un voto inferiore a 5 stelle.
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brando fioravanti
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venerdì 6 aprile 2012
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fantasiosa commedia
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Pazzesco intreccio di vicende e molte scene oniriche. Sconvolgente nel suo insieme. Comicità basata su personaggi particolari nel loro stile di vita.In alcune situazioni basta l'espressione del viso a suscitare una risata. Bravissimi gli attori in dei ruoli davvero assurdi. Grande regia in uno stile ricercato e sorprendenti immagini surreali.
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