elgatoloco
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sabato 2 aprile 2022
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decisamente sottovalutato
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Questo"THe Associate"(Donald Petrie, da"El Socio", sceneggiatura di Nick Thiel e Jean Claude Carrière, che probabilmnete ha scritto quasi tutto lo screenplay, 1996), certo si inserisce nelle crisi di Wall Street degli anni Novanta dello scorso secolo/e millennio)ma è rimastro per troppo tempo uun film sottovalutato e ancora oggi non viene apprezzato come meriterebe- La storia è quella di una brillante consulente finanziaria, appunto di Wall Street, che non ottiene la meriata prmozione e quindi si licenzia, si mette in proprio e dopo un periodo di "magra"ha un'intuzione geniale: inventa un socio potentissimo, ricchissimo, decisamente anche "segreto", restio a mostrarsi in pubblico.
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Questo"THe Associate"(Donald Petrie, da"El Socio", sceneggiatura di Nick Thiel e Jean Claude Carrière, che probabilmnete ha scritto quasi tutto lo screenplay, 1996), certo si inserisce nelle crisi di Wall Street degli anni Novanta dello scorso secolo/e millennio)ma è rimastro per troppo tempo uun film sottovalutato e ancora oggi non viene apprezzato come meriterebe- La storia è quella di una brillante consulente finanziaria, appunto di Wall Street, che non ottiene la meriata prmozione e quindi si licenzia, si mette in proprio e dopo un periodo di "magra"ha un'intuzione geniale: inventa un socio potentissimo, ricchissimo, decisamente anche "segreto", restio a mostrarsi in pubblico. QUando sarà costretta, per motivi quasi"penali"a mostrare l'associate, sarà lei stessa a vestirne i panni, con un travestimento decisamente azzardato ma poi si smascheraà, mostrndosi come è realmente(di colore e donna, doppio"scandalo"nel mondo ovattato quanto sessista di Wall Steeet e non solo...), con una"virata"non da poco....Smascheramente e viene da dire(mi scusino i timorati delle parole...)anche"sputtanamento"di chi ha paura di dire le cose come stanno e si trincera dietro una retoica assurda, negando il carattere totalmente fantasmtaticop che sta all'origine dell'economia finanziaria, nel senso che qui la protagonista inventa un nome e un personaggio o meglio un nome corrispondente a un personaggio, ma avrebbe potuto essere anche un nome che corrisponde a un marchio, a un'"impresa"(fantasmatici come il personaggio), a un prodotto etc. Carattere fantasmatico che era st<to svelato genilamnete da Karl Marx in"Per la critica dell'economia politica"e nel"Capitale", ma che ormai nessun economista serio(eventualmente anche made in USA)nega più. cioè non ha più il coraggio di negare, a meno che non sia un apologeta della peggiore reazione capitalistico.imperialstica. Whoopi Goldberg è interprete di grandisismo spessore, di qualità ineccepibile, che in tutto il film e soprattutto nella parte finale riesce a trasfondere il suo nooto impegno per i diritti di donne w"persone di colore"(come si continua a dire un po'ìipocrittamente)nella"lezione"che il film giustamente vuole impartire a chi è rimasto prigioniero, per scelta e volontà, di sciocchi e antiquati pregiudzi,. El Gato
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sabato 25 giugno 2016
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un po'di lubitsch touch
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"The Associate", ovvero "Funny Money", film di Donald Petrie, consumato regista hollywoodiano ha il merito non da poco della professionalità: ottima regia, commedia"à la Lubitsch", per dire della capacità di alternare sequenze e situazioni, di far intervenire un"MC Guffin", ossia il travestimento, senza forzare e facendolo divenire quasi un prolungamento fantasmatico della personalità della donna-genio degli affari che ha bisogno del"duende"maschile per sfondare nella finanza e nei club. Tutto decisamente"al suo posto", dove la tematica femminista e femminile del film(non so quale e che cosa il romanzo di partenza, di tale Prieto, ma credo il film sia "an other think")e di Whoopi Goldberg, giustamente alla sua apoteosi nel finale, non"preme sul film"in alcun modo retoricamente, anzi.
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"The Associate", ovvero "Funny Money", film di Donald Petrie, consumato regista hollywoodiano ha il merito non da poco della professionalità: ottima regia, commedia"à la Lubitsch", per dire della capacità di alternare sequenze e situazioni, di far intervenire un"MC Guffin", ossia il travestimento, senza forzare e facendolo divenire quasi un prolungamento fantasmatico della personalità della donna-genio degli affari che ha bisogno del"duende"maschile per sfondare nella finanza e nei club. Tutto decisamente"al suo posto", dove la tematica femminista e femminile del film(non so quale e che cosa il romanzo di partenza, di tale Prieto, ma credo il film sia "an other think")e di Whoopi Goldberg, giustamente alla sua apoteosi nel finale, non"preme sul film"in alcun modo retoricamente, anzi. Interpreti straordinarie sia la Goldberg sia la più anziana(e bianca, il"doppio"-diverso"è anche di questo tipo, naturalmente, in una coppia comico-.seria)Dianne Wiest, ma bravo anche Eli Wallach, altra forza viva(ora è morto, però)di un cinema che sapeva fare le cose. Appropriata la citazione di e da Groucho Marx("Non vorrei entrare in un club che mi avesse come suo socio"), anche se , anzi proprio perché le cose finiscono poi completamente diverso, anzi opposto.Una di quelle commedie sanamente divertenti, capaci però anche di far riflettere. El Gato
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