hal 9000
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giovedì 14 maggio 2009
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il miglior adattamento di un romanzo della austen
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Girato nel 1995, il film fu il primo dei recenti adattamenti dei romanzi di Jane Austen (seguiranno "Emma" e "Persuasione", nel 1996, e "Orgoglio e Pregiudizio", nel 2005) tuttavia riamne fra questi il progetto meglio riuscito.
Il regista Ang Lee esegue diligentemente, riuscendo a rappresentare in modo molto fedele una società di passaggio fra Classicismo e Romanticismo e cogliendo perfettamente molte delle immagini descritte dalla Austen, tuttavia non riece a dare quell'impronta registica necessaria a risollevare il film dalla lunghezza eccessiva.
La sceneggiatura di Emma Thompson (vincitrice dell'Oscar) riesce a rendere con grande scioltezza il linguaggio del romanzo, ma si sforza troppo di sottolineare l'orgoglio delle donne inglesi.
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Girato nel 1995, il film fu il primo dei recenti adattamenti dei romanzi di Jane Austen (seguiranno "Emma" e "Persuasione", nel 1996, e "Orgoglio e Pregiudizio", nel 2005) tuttavia riamne fra questi il progetto meglio riuscito.
Il regista Ang Lee esegue diligentemente, riuscendo a rappresentare in modo molto fedele una società di passaggio fra Classicismo e Romanticismo e cogliendo perfettamente molte delle immagini descritte dalla Austen, tuttavia non riece a dare quell'impronta registica necessaria a risollevare il film dalla lunghezza eccessiva.
La sceneggiatura di Emma Thompson (vincitrice dell'Oscar) riesce a rendere con grande scioltezza il linguaggio del romanzo, ma si sforza troppo di sottolineare l'orgoglio delle donne inglesi. Ottimo il cast: Emma Thompson e Kate Winslet sono in parte, Hugh Grant è sicuramente spassoso nel suo ruolo dell' impacciato Edward Ferrers, mentre Alan Rickman è un impeccabile Colonnello Brandon.
Vincitore di 1 Oscar: miglior sceneggiatura non originale, e 2 Golden Globe: miglior film e miglior sceneggiatura.
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shiningeyes
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giovedì 1 agosto 2013
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piacevole adattamento cinematografico
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Trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Jane Austen, in cui vengono riflessi e contrapposti i temi dell'amore sincero e passionale a quello d'interesse puramente economico, perfettamente ambientato in una Inghilterra pre-romantica.
Se l'obbiettivo era quello di farci tuffare nella rigida compostezza inglese di primo ottocento, posso dire certo che è l'obbiettivo è stato centrato. Sia gli attori, che le scenografie e i paesaggi ripresi (buonissima la regia di Ang Lee) ci catapultano in un tempo lontano, in cui il portamento, l'educazione e la galanteria erano i valori più importanti; sembra al quanto strano pensare che atteggiamenti di quell'epoca oggi siano fuori luogo.
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Trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Jane Austen, in cui vengono riflessi e contrapposti i temi dell'amore sincero e passionale a quello d'interesse puramente economico, perfettamente ambientato in una Inghilterra pre-romantica.
Se l'obbiettivo era quello di farci tuffare nella rigida compostezza inglese di primo ottocento, posso dire certo che è l'obbiettivo è stato centrato. Sia gli attori, che le scenografie e i paesaggi ripresi (buonissima la regia di Ang Lee) ci catapultano in un tempo lontano, in cui il portamento, l'educazione e la galanteria erano i valori più importanti; sembra al quanto strano pensare che atteggiamenti di quell'epoca oggi siano fuori luogo.
Oltre a vantare scenografie e costumi fantastici, che si mimetizzano bene nel periodo storico filmato, c'è un nutrito cast di attori che riesce bene nel compito di tirare fuori l'anima dei personaggi del romanzo; da una grandissima Emma Thompson si passa ad una – allora – talentuosa giovane come Kate Winslet, per poi citare gli ottimi Alan Rickman e i un po' meno convincenti Hugh Grant e Greg Wise.
L'oscar alla miglior sceneggiatura non originale penso che dia il merito di una lettura molto integrale e giusta dell'opera di Austen, facendo vedere il valore letterario della Thompson, che poteva anche aggiudicarsi la statuetta alla miglior attrice.
Di contro, posso solo dire che il film accusa momenti di stanca, ma il genere di cui è fatto si concede spesso a queste piccolezze; rimane comunque un ottimo adattamento cinematografico che delizierà i fan accaniti della scrittrice e dei film tradizionali inglesi.
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mondolariano
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domenica 22 maggio 2011
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puro formalismo britannico
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La tipica imperturbabilità inglese scade nella noia quasi un terzo del film. E’ come un biscotto imbevuto di convenzioni sociali che lo rendono più insipido di un cucchiaio di farina. Una manciata di sale viene versata dall’arrivo di Willoughby, la cui tresca amorosa con Marianne affossa però la vera protagonista della storia: Elinor. La quale, nel finale, si abbandona ad una crisi di pianto troppo improvvisata per essere credibile. Se non altro, la graziosa Emma Thompson appare spesso in primo piano, molto più della giovane e pasciuta Kate Winslet.
L’estetica gioca una carta fondamentale: il verde della campagna nel Devon, le ruote color canarino della carrozza di Willoughby, i costumi impeccabili (ma troppo settecenteschi per l’epoca).
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La tipica imperturbabilità inglese scade nella noia quasi un terzo del film. E’ come un biscotto imbevuto di convenzioni sociali che lo rendono più insipido di un cucchiaio di farina. Una manciata di sale viene versata dall’arrivo di Willoughby, la cui tresca amorosa con Marianne affossa però la vera protagonista della storia: Elinor. La quale, nel finale, si abbandona ad una crisi di pianto troppo improvvisata per essere credibile. Se non altro, la graziosa Emma Thompson appare spesso in primo piano, molto più della giovane e pasciuta Kate Winslet.
L’estetica gioca una carta fondamentale: il verde della campagna nel Devon, le ruote color canarino della carrozza di Willoughby, i costumi impeccabili (ma troppo settecenteschi per l’epoca). Da segnalare il particolare del barometro appeso sul muro, quando la famiglia trasloca nella casa di Londra, per dare l’idea di essere in città. Insomma, troppa attenzione alla forma a scapito delle emozioni. Ma se la forma simboleggia la formalità del perbenismo britannico, allora l’obiettivo è centrato in pieno.
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