Alessandra Levantesi
La Stampa
Nel settembre scorso, quando Guiltrip fu presentato alla Mostra di Venezia, era imminente in Irlanda il referendum sul divorzio, a favore del quale milita il film di Gerard Stembridge: un regista esordiente (classe 1958) che sa raccontare gli umori e le contraddizioni del suo cattolicissimo paese senza cadere nella trappola dello stereotipo e del pittoresco. Questo curioso thriller psicologico a sfondo sociale è ambientato in una cittadina di provincia, dove si vive dieci anni indietro rispetto a Dublino e sembra impossibile tirarsi fuori da un matrimonio, anche se disastroso: come quello di Tina sposata a Liam, un militare violento e paranoico che la assilla con la sua ossessione per la disciplina. [...]
di Alessandra Levantesi, articolo completo (1950 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 27 agosto 1996