ashtray_bliss
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mercoledì 1 febbraio 2017
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indelebile horror gotico.
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Gli anni '90, sono famosi tra le altre cose, per aver lanciato numerosi film gotici molti dei quali oggi sono considerati dei veri e propri cult. Iniziando dal bellissimo Dracula di Bram Stoker del 1992, firmato Coppola, e proseguendo con L'intervista col Vampiro di Neil Giordan, Il Corvo di Alex Proyas e From Hell dei Hudges, passando per molti altri film, il decennio del '90 ha segnato e reinventato per sempre l'immaginario dei film gotici. Frankenstein di Mary Shelley si va ad aggiungere fieramente nella schiera di pellicole del sopracitato genere e risulta veramente un film immortale, proprio come la sua storia.
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Gli anni '90, sono famosi tra le altre cose, per aver lanciato numerosi film gotici molti dei quali oggi sono considerati dei veri e propri cult. Iniziando dal bellissimo Dracula di Bram Stoker del 1992, firmato Coppola, e proseguendo con L'intervista col Vampiro di Neil Giordan, Il Corvo di Alex Proyas e From Hell dei Hudges, passando per molti altri film, il decennio del '90 ha segnato e reinventato per sempre l'immaginario dei film gotici. Frankenstein di Mary Shelley si va ad aggiungere fieramente nella schiera di pellicole del sopracitato genere e risulta veramente un film immortale, proprio come la sua storia. Diretto e interpretato da Kenneth Branagh, risulta memorabile ed incisivo sia per la costruzione narrativa, potente e abbastanza fedele al classico letterario, sia per la ricostruzione degli ambienti e la scenografia. Costituito dunque da una ricostruzione d'epoca impeccabile, fatta di castelli, interni principeschi, sontuosi e brillanti abiti da ballo, musica classica ma senza trascurare gli ambienti avantgarde e un po' steampunk dei laboratori di Frankenstain e senza eludere la decadenza sociale dell'epoca rimarcata nelle scene di linciaggio verso la Creatura e verso l'innocente Justine.
Dal punto di vista del montaggio e della regia, tuttavia, bisogna ammettere che il film risulta abbastanza frenetico, sopratutto nella prima ora. Branagh è ossessionato dal non perdere tempo prezioso impantanadosi in passaggi più lunghi di quanto vorrebbe ma sullo schermo si ha l'impressione che lo stacco da una scena all'altra sia troppo repentino e frenetico da un risultare fluido quanto basta. La fotografia e l'uso degli effetti speciali sono tuttavia impeccabili e riescono a far rifiorire le atmosfere cupe e tenebrose dell'opera originaria. Riguardo la storia, essa viene trattata con accuratezza ed è abbastanza fedele all'originale pur distaccandosi per alcuni aspetti.
Molto convincenti le interpretazioni degli attori, tutti, inclusi i mostri sacri del cinema Robert De Niro e Ian Holm. Virtuosa, solare e leggiadra anche la giovane Elena Bonham Carter mentre molto calato nel ruolo troviamo lo stesso Keneth Branagh che sfida se stesso nelle sue capacità registiche e nelle doti artistiche. Arrogante, sprezzante, impetuoso, egoista; l'attore regista ce la mette tutta nel suo Victor risultando generalmente convincente ma a tratti un po' sopra le righe.
L'attualità del racconto poi si commenta da sè, essendo Frankenstein l'eterna parabola dell'Uomo contro la Natura che sifda e manipola la scienza, l'arroganza dell'uomo che si crede Dio in grado di creare e distruggere la vita. Il film volle essere dunque un tentativo notevole, e quasi pienamente riuscito, di rilanciare la celeberrima opera ricca di tutti i sentimenti umani possibili (e le loro sfumature) avvolgendosi dalle tinte dell'horror gotico a passo coi tempi. Il lungometraggio firmato Branagh poteva essere un vero capolavoro se avesse prestato maggiore attenzione al montaggio e alla regia, ma resta un film di tutto rispetto dove spicca la cura per i particolari e la vivida fotografia nonchè le performance degli attori e su tutti quelli della vecchia scuola, ancora una volta.
3,5/5. Da vedere e riscoprire.
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joker 91
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mercoledì 3 novembre 2010
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un gran bel film
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un film che sfiora il capolavoro ma purtroppo non ci arriva a differenza di quel DRACULA DI BRAM STOKER di coppola che qui è produttore,la sua mano si sente ma non del tutto. Branagh lo adoro come attore ma meno come regista ed in alcune parti è sin troppo gigione mentre in altre è memorabile,la carter è bravissima sotto ogni aspetto ed tom hulce mitico mozart dice la sua in un ruolo di secondo piano,poi si passa al MITICO DE NIRO in un ruolo per lui anomalo dove mi ha convinto moltissimo. holm è sprecato come hulce in ogni caso. Se fosse stato diretto da coppola sarebbbe stato ancora meglio
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nerazzurro
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martedì 21 settembre 2010
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senza infamia e senza lode
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Ci voleva qualcosa di più. ok come morale ci siamo, ma si vede che puntava in alto ma mi ha convinto.
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ballet
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martedì 27 aprile 2010
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capolavoro
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Grande regia, belli costumi scenografie e trucco, decisamente un opera teatrale.
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sky73
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lunedì 2 marzo 2009
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...lui...vive...
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Semplicemente la più bella rivisitazione di un classico dell'horror come Frankenstein. Imperdibile per gli amanti del genere: attori, scenografie, costumi, fotografia.....tutto aiuta a "far rivivere" la creatura come non mai.....fantastico.
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melix
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lunedì 9 febbraio 2009
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nn ne sapeteeee nntttttt
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credo che voi nn ne sappiatee nulla frankenstein è cosi lasciatelo cosi bastaaaaaaaa è solo una creatura sensibileeeeee!!!!!!!!!!!
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fabio t.
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giovedì 19 giugno 2008
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coinvolgente e affascinante
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Dopo il successo del 'Dracula di Bram Stoker' (1992) magistralmente diretto da Francis Ford Coppola, sembrava necessario ripetere proponendo l'altra grande opera letteraria neogotica nata nell'amena villa Diodati (presso Ginevra) dalla penna di Mary Shelley, assieme a 'Il vampiro' di John W. Polidori, in quel funesto giugno 1816.
Affidata la regia a un competente Kenneth Branagh (che interpreta un convincente Victor Frankenstein), affiancato da tecnici esperti e attori bravissimi (lodevoli Robert De Niro e Ian Holm), il risultato finale è senza mezzi termini cinema di altissima qualità dove ogni aspetto è curato fin nei minimi particolari, dalla sceneggiatura agile e coinvolgente alla fotografia suggestiva, dall'epicità delle musiche al fascino delle ambientazioni.
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Dopo il successo del 'Dracula di Bram Stoker' (1992) magistralmente diretto da Francis Ford Coppola, sembrava necessario ripetere proponendo l'altra grande opera letteraria neogotica nata nell'amena villa Diodati (presso Ginevra) dalla penna di Mary Shelley, assieme a 'Il vampiro' di John W. Polidori, in quel funesto giugno 1816.
Affidata la regia a un competente Kenneth Branagh (che interpreta un convincente Victor Frankenstein), affiancato da tecnici esperti e attori bravissimi (lodevoli Robert De Niro e Ian Holm), il risultato finale è senza mezzi termini cinema di altissima qualità dove ogni aspetto è curato fin nei minimi particolari, dalla sceneggiatura agile e coinvolgente alla fotografia suggestiva, dall'epicità delle musiche al fascino delle ambientazioni. La storia, abbastanza fedele all'opera di Shelley, ne muta principalmente gli elementi violenti e brutali
che la scrittrice aveva cercato di non esasperare, ma che invece nel film divengono più espliciti e paurosi, offrendo momenti di terrore puro specie in alcune agghiaccianti scene finali.
Numerosi gli spunti tematici, dal rifiuto della morte all'implacabile 'folle folla' (come qualcuno l'ha definita), dal cieco superomismo all'impietosa vendetta, dalla bioetica all'alienazione.
Tutto insomma gioca a favore di un'opera nel complesso travolgente e struggente nel suo tragico evolversi.
Attori di prim'ordine poi contribuiscono all'efficace resa di un film squisitamente neoromantico in cui Eros e Tanatos primeggiano su tutto fino alla distruzione e all'autodistruzione, concludendo in un definitivo catarsi fisico-emotivo suggellato dai ghiacci del nord dove l'intera storia si apre e si chiude.
'E ora dove andiamo, signore?' - chiede uno dei personaggi al
suo capitano esploratore alla fine di tutto - 'A casa.'
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toxic_ninfetta
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giovedì 13 marzo 2008
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sconvolgente.. ma bellissimo
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L'ho visto qualche ora fa e non sono ancora riuscita a riprendermi. Ci sono delle frasi pazzesche e come ho letto nella critica viene mutata l'idea di questa creatura: è capace di pensare di leggere di.. provare dolore e persino amare "ho un amore dentro che non puoi nemmeno immaginare" Frase stupenda. Infondo è solo un essere imperfetto, cio che secondo me lo rende più umano che l'aspetto, che cerca l'amore negli occhi degli altri, dove c'è solo ribrezzo, invece, per la sua figura terrible. C'è un grande messaggio in questo film che non credo tutti abbiano capito, forse nemmeno io. Il regista ha saputo estrapolare dal romanzo i tratti piu salienti, volti a far capire allo spettatore la vera anima del racconto.
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L'ho visto qualche ora fa e non sono ancora riuscita a riprendermi. Ci sono delle frasi pazzesche e come ho letto nella critica viene mutata l'idea di questa creatura: è capace di pensare di leggere di.. provare dolore e persino amare "ho un amore dentro che non puoi nemmeno immaginare" Frase stupenda. Infondo è solo un essere imperfetto, cio che secondo me lo rende più umano che l'aspetto, che cerca l'amore negli occhi degli altri, dove c'è solo ribrezzo, invece, per la sua figura terrible. C'è un grande messaggio in questo film che non credo tutti abbiano capito, forse nemmeno io. Il regista ha saputo estrapolare dal romanzo i tratti piu salienti, volti a far capire allo spettatore la vera anima del racconto. Sconvolgente, toccate, avventuroso, terribile, macabro, a volte crudele... ma anche dolce, sensibile, commovente. Un ossimoro, come la stessa figura del mostro, dell'uomo.
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agumon 91
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mercoledì 13 febbraio 2008
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stupendo
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il migliore film di branagh, con un grande de niro
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doh
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lunedì 25 dicembre 2006
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lo vidi 6 anni fa..
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ma mi piacque veramente molto..anche se a tratti pesante
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