Grandissima interpretazione di Rossi Stuart, che riesce a mantenersi sempre su ottimi livelli, ed a calarsi nel personaggio con enfasi sorprendente, quasi incredibile. Profondo, malinconico, ma anche 'accusatorio', il messaggio che ne esce; dentro il solito delinguente di borgata, c'è un grade cuore. La sua disgrazia è avercela a morte con la società. Il tutto se confrontato a 14 anni di distanza, non può non suscitare empatia e trovare terra fertile. Perchè da allora quel sentimento è cresciuto a dismisura, in molti, moltissimi di noi. Questo non può assolvere né deve scagionare i fatti commessi, ma finisce per instillare nello spettatore una sorta di compassione-ammirazione. Perchè Claudio fonamentalmente è un buono.
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Grandissima interpretazione di Rossi Stuart, che riesce a mantenersi sempre su ottimi livelli, ed a calarsi nel personaggio con enfasi sorprendente, quasi incredibile. Profondo, malinconico, ma anche 'accusatorio', il messaggio che ne esce; dentro il solito delinguente di borgata, c'è un grade cuore. La sua disgrazia è avercela a morte con la società. Il tutto se confrontato a 14 anni di distanza, non può non suscitare empatia e trovare terra fertile. Perchè da allora quel sentimento è cresciuto a dismisura, in molti, moltissimi di noi. Questo non può assolvere né deve scagionare i fatti commessi, ma finisce per instillare nello spettatore una sorta di compassione-ammirazione. Perchè Claudio fonamentalmente è un buono. Lo si evince chiaramente dal rapporto che in quelle brevi, e drammatiche ore, instaura con la ragazza disabile. Entrambi treni su un binario morto, a senso unico; il rifiuto ed estromissione dalla società dei 'normali'. Fuori, la calma quasi surreale con cui si tratta il 'solito caso'. Una spudorata leggerezza. Massimo Ghini è lo Stato, bravo ma infine imperdonabile. Un commissario in cui si intravede umanità, ma sottodimensionata se confrontanta con il dramma che si sta consumando in quella casa. Veramente bravo, anzi un bravissimo Kim. Riesce a magnetizzare l'attenzione come raramente capita di avvertire, tanto che in alcuni momenti si ha la netta impressione o ci si interoga: "recita o è veramente ClaudioScalise?". E questo è talento.
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