Carlito's Way |
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Un film di Brian De Palma.
Con Al Pacino, Sean Penn, Penelope Ann Miller, John Leguizamo, James Rebhorn.
continua»
Drammatico,
durata 130 min.
- USA 1993.
MYMONETRO
Carlito's Way
valutazione media:
3,66
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il ruggito di Brian DePalma!di ultimoboyscoutFeedback: 89748 | altri commenti e recensioni di ultimoboyscout |
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martedì 4 settembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Oggi tutti sanno chi è Carlito Brigante, eppure quando uscì il film venne snobbato e criticato aspramente. Al Pacino interpreta magistralmente il narcotrafficante di origini portoricane che, grazie ad un cavillo giudiziario, riesce ad uscire di prigione ben prima che scontasse la sua pena. Una volta fuori cerca di riciclare la sua vita reinventandosi gestore di un locale notturno, ma il suo avvocato lo coinvolge suo malgrado in omicidio nel quale resterà fatalmente impigliato. Il film rappresenta un punto altissimo del cinema di DePalma, rappresenta alla perfezione il romanticismo dei perdenti e della sconfitta inevitabile, perchè è chiaro fin da subito che fine farà Brigante. E la suspence c'è nonostante il finale è quello che ci si aspetti e proprio qui sta l'immensa bravura del regista. Il suo stile impareggiabile e una sceneggiatura solidissima (ispirata da due libri-verità di Edwin Torres) bastano a rendere il film indimenticabile, film che incarna la rinascita di Depalma dopo alcune prove non del tutto riuscite. "Carlito's way", invece, risulta teso, affascinante e avvolgente, dalla confezione splendida, ricco di virtuosismi non fini a se stessi, un noir fuori tempo e lontanissimo dalle regole del momento, ricco di scene d'azione indimenticabili e con due attori meravigliosi: copisce Al Pacino, doppiato in maniera assolutamente perfetta da Giannini, ma a tupire è Sean Penn, l'avvocato yuppie luciferino, in uno dei suoi momenti più ispirati della carriera. Alza il tiro il regista, deciso a dare una sferzata a una carriera in declino, tornando ad un genere a lui caro, quello del gangster movie, ma la genialità sta nell'averlo modificato, incentrando la storia su un eroe perdente a mutandolo in un noir romantico, malinconico e decadente in cui la brama di potere e l'arroganza (si pensi a "Scarface") sono sostituiti dalla voglia di una vita serena e tranquilla e desideri di pace e semplicità. Strepitosi i giochi cromatici, in particolare quelli della sequenza inizale, con la macchina da presa che sembra fluttuare finendo per soffermarsi sul primo piano degli occhi profondi di Carlito che intensamente osservano un cartello pubblicitario con scritto "Escape to Paradise", a rappresentare quel sogno che inesorabilmente se ne sta andando e che sancisce la sconfitta dell'eroe.
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