Carlito, nonostante tutti gli sforzi per liberarsi del suo passato deve fare i conti con l'ambiente degradato in cui è nato e vissuto e i loschi figuri che lo popolano. E' un bellissimo affresco. Bravissimi sia Pacino che Penn. Ottimo il doppiaggio di Giannini, ma Pacino è già bravo di suo. Imperdibile.
Chi gurda i premi per scegliere un film di solito non ne capisce molto e comunque perde buona parte di bei capolavori.
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sabato 25 gennaio 2025
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Si puo'' paragonare questo film a "Crocevia della morte" dei Flli Coen (1990), in quanto ambedue incentrati sulla tematica dei legami mafiosi e malavitosi. Nel film dei Coen la "connection" appariva nebulosa, basata com''era su alleanze brevi seguite da tradimenti repentini; nel film di De Palma invece l''indagine ha respiro sociologico, il protagonista Carlos Brigante - personaggio "tipico" - e le sue vicende si pongono come esempi di compromesso con una ragnatela di relazioni e rapporti che costituiscono l''intelaiatura del crimine. Il portoricano, interpretato magistralmente da Al Pacino, su note umane rispetto al precedente cinico e brutale Montana di "Scarface", "non ha scampo" e un finale spettacolare - che viene dopo l''altrettanto terribile e tragica morte in una nebbia fitta dell''evaso dal carcere - lo vede fuggitivo tradito proprio sul predellino del treno che l''avrebbe portato al sogno del "paradise".
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Si puo'' paragonare questo film a "Crocevia della morte" dei Flli Coen (1990), in quanto ambedue incentrati sulla tematica dei legami mafiosi e malavitosi. Nel film dei Coen la "connection" appariva nebulosa, basata com''era su alleanze brevi seguite da tradimenti repentini; nel film di De Palma invece l''indagine ha respiro sociologico, il protagonista Carlos Brigante - personaggio "tipico" - e le sue vicende si pongono come esempi di compromesso con una ragnatela di relazioni e rapporti che costituiscono l''intelaiatura del crimine. Il portoricano, interpretato magistralmente da Al Pacino, su note umane rispetto al precedente cinico e brutale Montana di "Scarface", "non ha scampo" e un finale spettacolare - che viene dopo l''altrettanto terribile e tragica morte in una nebbia fitta dell''evaso dal carcere - lo vede fuggitivo tradito proprio sul predellino del treno che l''avrebbe portato al sogno del "paradise".
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Si puo'' paragonare questo film a "Crocevia della morte" dei Flli Coen (1990), in quanto ambedue incentrati sulla tematica dei legami mafiosi e malavitosi. Nel film dei Coen la "connection" appariva nebulosa, basata com''era su alleanze brevi seguite da tradimenti repentini; nel film di De Palma invece l''indagine ha respiro sociologico, il protagonista Carlos Brigante - personaggio "tipico" - e le sue vicende si pongono come esempi di compromesso con una ragnatela di relazioni e rapporti che costituiscono l''intelaiatura del crimine. Il portoricano, interpretato magistralmente da Al Pacino, su note umane rispetto al precedente cinico e brutale Montana di "Scarface", "non ha scampo" e un finale spettacolare - che viene dopo l''altrettanto terribile e tragica morte in una nebbia fitta dell''evaso dal carcere - lo vede fuggitivo tradito proprio sul predellino del treno che l''avrebbe portato al sogno del "paradise".
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