Carlito's Way |
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Un film di Brian De Palma.
Con Al Pacino, Sean Penn, Penelope Ann Miller, John Leguizamo, James Rebhorn.
continua»
Drammatico,
durata 130 min.
- USA 1993.
MYMONETRO
Carlito's Way
valutazione media:
3,66
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La summa della poetica dell'antieroe romanticodi DarjusFeedback: 0 |
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venerdì 13 aprile 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
L’ex narcotrafficante Carlos “Carlito” Brigante (Pacino, che con barba incolta e sguardo da duro romantico, interpreta uno dei suoi personaggi più belli, fiero e leale, concreto e sognatore) esce anticipatamente di prigione grazie ad un cavillo legale. Sinceramente redento e pentito della sua vita passata cerca di coronare il suo sogno. Lasciarsi indietro il barrio (il nome spagnolo per chiamare il quartiere ispanico di New York) per vendere macchine su un’isola ai tropici. Nel percorso verso il suo sogno cercherà di coinvolgere la sua ex fiamma, Gail (Ann-Miller, dolce e forte, sensuale e rassicurante: la donna con cui progettare un futuro ai tropici), di cui è ancora innamorato, ma sarà ostacolato proprio dal suo avvocato, Dave (Penn, che ruba la scena a Pacino, con un’interpretazione memorabile, per quanto istrionica ed eccessiva), che lo aveva salvato dalla prigione. Il film si apre e si chiude con la stessa scena in un cerchio perfetto al quale non manca nulla. L’unhappy-end è l’unica conclusione possibile (e ricorda l’amaro finale di Casablanca) per una storia romantica come poche che utilizza la metafora del gangster pentito e a caccia di un sogno, come metafora della ricerca della felicità e della propria realizzazione in un mondo più puro, che si può solo sfiorare, ma non raggiungere. L’essenza più intimistica e romantica di “Carlito’s way” è nel concetto di perdita-sconfitta e nella lotta passionale e illusoria che un uomo ingaggia, nel tentativo impossibile di realizzare il suo sogno, mantenendosi leale e giusto nei confronti di chi lo circonda. In secondo piano De Palma ritrae una New York corrotta e cinica, in cui le persone leali, sognatrici e di cuore (“This city is no good for two big hearts like ours”, dice Carlito a Gail) non hanno scampo soprattutto se nostalgiche degli ideali del passato (siamo a metà degli anni ’70). Splendida la musica, diretta da Patrick Doyle e intervallata a classici della Disco degli anni Settanta. Perfetta, infine, la regia di De Palma (è, sin ora, il suo miglior film) che non rinuncia a nulla pur di incantare, emozionare e coinvolgere: piani sequenza lunghissimi e pieni di tensione, riprese dall’alto e dal basso, da lontano e ravvicinatissime, nonché il ralenty, quando serve. **** http://lemierecensioni.blog.tiscali.it/
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