renato c.
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mercoledì 17 luglio 2013
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un bel giallo!
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Come nella maggior parte dei casi, mi trovo agli antipodi delle recensioni del Morandini! Il Farinotti, che pure è della San Paolo, non ha poi trattato così male questo film! Intendiamoci, io sono contrario all'erotismo fine a se stesso, ma quando è intessuto bene in una trama come in questo caso, o come nel bellissimo film di Kubrick "Arancia meccanica" non ho proprio nulla da obiettare! Questo film è un bellissimo giallo, con una trama ben intrecciata e con due bellissime attrici: una Sharon Stone a cui è ben difficile resistere, ed una Jeanne Tripplehorn (chissà perchè ero convinto che in quelche film sui Kennedy avesse fatto la parte dei Jaqueline!)dall'aspetto serio ma molto attraente! E tutto ci si aspetta tranne che scoprire che, alla fine l'assassina era proprio lei! (L'abito non fa il monaco!).
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Come nella maggior parte dei casi, mi trovo agli antipodi delle recensioni del Morandini! Il Farinotti, che pure è della San Paolo, non ha poi trattato così male questo film! Intendiamoci, io sono contrario all'erotismo fine a se stesso, ma quando è intessuto bene in una trama come in questo caso, o come nel bellissimo film di Kubrick "Arancia meccanica" non ho proprio nulla da obiettare! Questo film è un bellissimo giallo, con una trama ben intrecciata e con due bellissime attrici: una Sharon Stone a cui è ben difficile resistere, ed una Jeanne Tripplehorn (chissà perchè ero convinto che in quelche film sui Kennedy avesse fatto la parte dei Jaqueline!)dall'aspetto serio ma molto attraente! E tutto ci si aspetta tranne che scoprire che, alla fine l'assassina era proprio lei! (L'abito non fa il monaco!). Michael Douglas interpreta un detective con problemi psicologici ma che mette davanti a tutto il suo mestiere! Difficile capire cos'ha provato il personaggio dopo aver ucciso la sua ex-moglie a scoprire che era proprio lei l'assasina! Non è chiaro comunque il finale! Non si capisce bene se anche Sharon Stone amasse fare la "mantide religiosa" con i punteruoli, però alla fine prevale l'amore per Michael, o se rimanda l'omicidio alla prossima volta!
In ogni caso un buon film che si segue volentieri, sanza scandali bigottistici, e senza un minimo di noia!
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pierocasciaro
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giovedì 13 giugno 2013
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"recensione" superficiale, ignorante e poco lucida
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Penso che gli autori di questa "recensione" abbiano una vita molto impegnata, soprattutto dall'alcool direi. E nel momento in cui l'hanno scritta dovevano essere sbronzi. No perché, se erano sobri, lucidi e se hanno addirittura visto il film prima di scrivere quelle quattro parole (idiozie) in croce allora davvero ho dei seri dubbi circa la loro professionalità.
Lasciando stare i giudizi soggettivi sul film, che, appunto, in quanto soggettivi lasciano il tempo che trovano e variano di persona in persona. Ma in quell'obbrobrio di recensione è stato superficialmente scritto che il film è di "imbecillità costernante"; gli autori poi, che dimostrano a loro volta una "svergognata disonestà nella ricerca dello choc "(del lettore), si profondono in valutazioni di sbalordimento e indignazione circa l'ingaggio dello sceneggiatore e, infine, infilano due o tre parole prese a caso dal dizionario, tra le quale spicca misoginia.
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Penso che gli autori di questa "recensione" abbiano una vita molto impegnata, soprattutto dall'alcool direi. E nel momento in cui l'hanno scritta dovevano essere sbronzi. No perché, se erano sobri, lucidi e se hanno addirittura visto il film prima di scrivere quelle quattro parole (idiozie) in croce allora davvero ho dei seri dubbi circa la loro professionalità.
Lasciando stare i giudizi soggettivi sul film, che, appunto, in quanto soggettivi lasciano il tempo che trovano e variano di persona in persona. Ma in quell'obbrobrio di recensione è stato superficialmente scritto che il film è di "imbecillità costernante"; gli autori poi, che dimostrano a loro volta una "svergognata disonestà nella ricerca dello choc "(del lettore), si profondono in valutazioni di sbalordimento e indignazione circa l'ingaggio dello sceneggiatore e, infine, infilano due o tre parole prese a caso dal dizionario, tra le quale spicca misoginia. Sinceramente, ho guardato il film più volte (e con piacere, perché checché ne dica la combriccola di benpensanti mi è piaciuto, e molto) ma avversione, odio e rancore verso le donne non ne ho visto. Non ho nemmeno visto una prestazione di Douglas "copia carbone del padre Kirk nelle sue peggiori interpretazioni" e, se la scena dell'accavallamento delle gambe di Sharon Stone è celeberrima, sinceramente non ne vedo un sunto della pochezza del film. Ma d'altronde io sono solo io, e loro sono i recensori.
Penso che l'Italia debba evolversi sotto tanti, troppi punti di vista. Uno di questi è anche la critica cinematografica, che se almeno guardasse i film (e lo facesse da sobria), avrebbe una credibilità maggiore di giudizio. Non mi stupisco che da tutto ciò e da questo settore cinematografico nostrano ne derivino idiozie del tipo "il film Behind the candelabra è troppo gay per uscire in Italia", laddove la superficialità spadroneggia.
A me il film è piaciuto tanto, magari non rimarrà nella storia del cinema, ma ogni volta lo riguardo con piacere e, pur rispettando naturalmente i pareri negativi, mi piacerebbe che le critiche fossero costruttive, basate su argomentazioni e non frutto del nulla, soprattutto da chi questa operazione la fa per "mestiere".
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michela__92
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mercoledì 23 gennaio 2013
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"uccidere non è come fumare. puoi smettere"
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La cosa bella di questo film è che ha raggiunto il suo scopo: fare scalpore. Non tanto per le scene parecchio esplicite, ma piuttosto perchè da ogni singola critica, che sia positiva o negativa, si capisce benissimo che ci si ricorda solo la scena dell'accavallamento delle bellissime gambe della Stone. E se ci si ferma solo a questo allora vuol dire che non si è capito proprio nulla di questo film. Dopo aver letto il libro ho avuto subito la curiosità di vederlo, poichè neanche là si era capito chi fosse il vero assassino, e così ho fatto. Il film si apre scioccando gli spettatori: un uomo, Johnny Boz (cantante rock andato in pensione) e una donna dai capelli (o parrucca?) biondi fanno sesso; lui legato al letto con una sciarpa di seta bianca, immobile, lei che ad un certo punto tira fuori un rompighiaccio dalle coperte e glielo infilza alla gola più e più volte in modo brutale.
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La cosa bella di questo film è che ha raggiunto il suo scopo: fare scalpore. Non tanto per le scene parecchio esplicite, ma piuttosto perchè da ogni singola critica, che sia positiva o negativa, si capisce benissimo che ci si ricorda solo la scena dell'accavallamento delle bellissime gambe della Stone. E se ci si ferma solo a questo allora vuol dire che non si è capito proprio nulla di questo film. Dopo aver letto il libro ho avuto subito la curiosità di vederlo, poichè neanche là si era capito chi fosse il vero assassino, e così ho fatto. Il film si apre scioccando gli spettatori: un uomo, Johnny Boz (cantante rock andato in pensione) e una donna dai capelli (o parrucca?) biondi fanno sesso; lui legato al letto con una sciarpa di seta bianca, immobile, lei che ad un certo punto tira fuori un rompighiaccio dalle coperte e glielo infilza alla gola più e più volte in modo brutale. Il detective Nick Curren (Michael Douglas), assieme all'amico Gus, accorrono sulla scena del crimine e decidono di andare dalla "fidanzata" di Boz per interrogarla. La donna, di nome Catherine Tramell (una splendida Sharon Stone), non sembra essere turbata per la morte dell'uomo che si portava a letto da un anno e mezzo. Nick, dopo essere stato informato che la donna come mestiere fa la scrittrice ed è anche laureata in psicologia, ne legge il libro: casualmente parla proprio della morte di una rock star andata in pensione, uccisa con un rompighiaccio da una donna. Catherine viene portata alla centrale dai due poliziotti ed inizia l'interrogatorio: dopo varie esplicite affermazioni, dopo le continue provocazioni a Nick e aver superato il test della verità, viene riportata a casa senza risultati. Con il seguire del film si scopre anche che il signor Curren è stato un ex alcolista e tossicodipendente, ed è in cura dallo psicologo della centrale: Elisabeth Garner (Jeanne Tripplehorn), con cui ha avuto anche una relazione; si scopre anche che la signorina Tramell vuole scrivere un libro proprio sul suo detective preferito e lo intitolerà "The Shooter". Le indagini proseguono e Nick si ritrova sempre più ossessionato da quella donna così sensuale, bella ed esplicita, tanto da volerla incastrare, ma finisce con l'innamorarsene. Oltre a Boz ci sono poi altre vittime: il signor Nielsen, che aveva fatto sospendere Nick dall'incarico, viene trovato con una pallottola nella tempia e Nick viene accusato; Roxy, la pseudo-ragazza di Catherine a cui piace guardare mentre la sua amata fa sesso con altri uomini, finisce vittima di lei stessa poichè voleva uccidere il detective del quale Catherine era probabilmente innamorata; Gus, che viene ucciso in ascensore dal potenziale assassino; infine Beth, uccisa da Nick, convinto che fosse lei la vera artefice di tutto. Il film si chiude con una scena bellissima, accompagnata da una musica perfetta, in cui i due fanno sesso e finito l'amplesso Catherine fa per prendere qualcosa sotto il letto, ma poi guarda Nick, che la ricambia, e i due si ribaciano appassionatamente: l'inquadratura finale è però niente di meno quella di un rompighiaccio sotto al letto. Film a dir poco stupendo, lascia sospesi fino alla fine, pur sapendo già chi è l'assassino, anche se il dubbio rimane lo stesso. Il modo in cui la protagonista devia tutti, il modo in cui rigira tutto, il modo in cui parla esplicitamente, ma resta sempre elegantissima, sono a dir poco spettacolari. Sharon Stone non merita di essere ricordata per questo film solo perchè è bellissima, stupenda, ammirevole, ma per la bravura nell'interpretare un personaggio complesso come quello di Catherine Tramell. Michael Douglas chiaramente ha spiccato meno, sia come personaggio che come attore. La musica è perfetta in ogni scena. Certo non è un Thriller vero e proprio, ma quanti film definiti tali lo sono veramente?
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[+] cinque stelle va bene ......
(di weachilluminati)
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alex_23
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mercoledì 12 ottobre 2011
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censuratelo!
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Quello che ha scritto la recensione! Il film si lascia guardare nonostante la storia sia palesemente in secondo piano a favore dello choc che viene suscitato sullo spettatore. Un cult non magistrale ma di sicuro appeal!
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hulk1
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martedì 12 luglio 2011
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se michelle
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L'unico motivo per cui ho rivisto questo film , uno scaffale sopra il quale campeggiava un blue ray in svendita, ed il director cut. Ma una curiosità sinceramente mi ha spinto all'acquisto. Basic è stato rifutato da Michelle Pfeiffer, rifiutò anche il Silenzio degli innnocenti. Le motivazioni non sono mai state molto chiare, in quel periodo era il top, l'attrice più brava , richiesta e bella del firmamento Hiolliwoodyano e non furono i soli successi planetari scansati dalla divina. Ho immaginato lei al posto della Stone, film che la lanciò nell'olimpo. Comunque il tuonato olandese si muove tra sviolinate Hermamniane 'Htc', Tenebre del nostro darione, De palma mal digerito, insomma un pastrocchio con una sceneggiatura completamente sbarrellata, si fatica non poco a seguirne la trama.
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L'unico motivo per cui ho rivisto questo film , uno scaffale sopra il quale campeggiava un blue ray in svendita, ed il director cut. Ma una curiosità sinceramente mi ha spinto all'acquisto. Basic è stato rifutato da Michelle Pfeiffer, rifiutò anche il Silenzio degli innnocenti. Le motivazioni non sono mai state molto chiare, in quel periodo era il top, l'attrice più brava , richiesta e bella del firmamento Hiolliwoodyano e non furono i soli successi planetari scansati dalla divina. Ho immaginato lei al posto della Stone, film che la lanciò nell'olimpo. Comunque il tuonato olandese si muove tra sviolinate Hermamniane 'Htc', Tenebre del nostro darione, De palma mal digerito, insomma un pastrocchio con una sceneggiatura completamente sbarrellata, si fatica non poco a seguirne la trama. il tuonato accatasta sex and violence, smutandamenti fetish, un rintronato protagonista maschile, ormai oltre la mezza età, pessimo attore , ma essendo un agiato produttore è riuscito con la sua flaccida, anonima, smunta presenza a rovinare decine di lavori. In questo caso la tonica Stone, non fa altro che rendere ancora maggiormente penoso il misero Douglas. Lei parla, si comporta, si atteggia come un uomo, ricordando Colpo in canna del maestro Di Leo, la protagonista era Ursula Addres. Il pretesto era poter lumare, voyerismo , usando la scusa del film maestream, una sorta di istorie o, oppure Emmanuelle anni 90. Pasticci fotografici i primi, fracassone, informe, datato il secondo. A differenza delle Iene, ormai un classico, questo film invecchia di secondo in secondo . Stranamente chi sbava difronte all'incrociarsi di gambe smutandate della Stone, sono solo uomini, poliziotti donne ora tanto di moda, non erano presenti, misteri della sbarrellata sceneggiatura. Quindi la lezione tardomarxista aristarchiana del Morandini, per quel che vale è di poco conto, come del resto di poco conto è la critica italiana.
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ultimoboyscout
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sabato 19 febbraio 2011
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cosa non si fa per vendere...
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Film che tutti conoscono, per cui le mie 4 parole risulteranno superflue. Un gran vociare attorno a questo film alla sua uscita, un gran clamore ma niente di speciale il risultato: Douglas è la caricatura di se stesso, la storia non è mai troppo interessante ne avvincente, la disperata ricerca del colpo ad effetto trasforma il tutto in un mero fenomeno da baraccone. La Stone era senz'altro all'apice della sua sensualità e bellezza: si è giocato su questo e l'unica scena che si ricorda è l'accavallo senza slip...Poca roba veramente rispetto al cinema vero!
[+] cult movie
(di rudy_50)
[ - ] cult movie
[+] piu'' eros che "giallo".
(di no_data)
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tony montana
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lunedì 18 ottobre 2010
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letale mix di eros e giallo
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Due nomine agli Oscar per il film che ha consacrato la Stone nel ruolo di femme fatale enigmatica e magnetica e nessuna statuetta. Una rockstar e un’affascinante donna bionda stanno facendo l’amore in un letto matrimoniale. Ad un tratto la bionda lega il suo partner al letto con una sciarpa di seta bianca e lo pugnala con mostruosa freddezza con un rompighiaccio. È un incipit violento, crudo, inaspettato, persino tarantiniano, ma è l’incipit perfetto vista la storia macchinosa che verrà raccontata poi, la storia di Basic Instinct, il film-scandalo del 92 per le scene ad alto contenuto erotico come quella dove la Stone accavalla le gambe dopo aver mostrato agli agenti di polizia che indagano su di lei di non avere gli slip.
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Due nomine agli Oscar per il film che ha consacrato la Stone nel ruolo di femme fatale enigmatica e magnetica e nessuna statuetta. Una rockstar e un’affascinante donna bionda stanno facendo l’amore in un letto matrimoniale. Ad un tratto la bionda lega il suo partner al letto con una sciarpa di seta bianca e lo pugnala con mostruosa freddezza con un rompighiaccio. È un incipit violento, crudo, inaspettato, persino tarantiniano, ma è l’incipit perfetto vista la storia macchinosa che verrà raccontata poi, la storia di Basic Instinct, il film-scandalo del 92 per le scene ad alto contenuto erotico come quella dove la Stone accavalla le gambe dopo aver mostrato agli agenti di polizia che indagano su di lei di non avere gli slip. Sicuramente, Basic Instinct è nato come thriller per tutti coloro che avevano il terrore di affittare un film porno, però è certo che questo film sia stato uno dei più rivoluzionari thriller degli anni 90. La sceneggiatura strapagata di Joe Eszterhas ( tre milioni di dollari! ) riesce a fondere egregiamente genere giallo con puro ma spietato eros. Nonostante la violenza degli spinti rapporti sessuali presenti nel film, invece di eccitare le platee riesce a creare uno stato di tensione senza pari. Un film di buona originalità e la storia un po’ macchinosa non pesa, anzi invita gli spettatori a ricercare la verità. L’incipit sanguinario che sembra sgusciato fuori da un film di Quentin Tarantino è perfetto grazie al montaggio e alla musica che crea un’ottima suspance. Mediocre Michael Douglas che nelle due ore di pellicola recita più con le braghe abbassate che con i dialoghi. Perfetta per il ruolo la Stone che fa innamorare gli adolescenti con il testosterone in ebollizione fin dalla prima sequenza. Il requiem in cui si vede il rompighiaccio sotto il letto, invece di rilassare lo spettatore lo inquieta ancora di più. Le musiche, giustamente candidate all’oscar erano da oscar. Se non fosse per qualche sequenza inutile o addirittura per gli sguardi minacciosi della Stone nelle scene finali degne delle più scadenti fiction gotiche, Basic Instinct sarebbe un capolavoro.
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nicksesta
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sabato 4 settembre 2010
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ottimo
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Non so come mai la maggior parte delle persone qui abbia stroncato questo film: secondo me è un capolavoro.
Ha tutto quello che serve in un thriller: suspance, adrenalina, colpi di scena (mascherati da banalità o fatti apparentemente ovvi...la mia tecnica preferita), personaggi disturbati, e, fatto abbastanza innovativo, una carica erotica notevole, anche una certa dose di humor. La recitazione, specialmente di sharon stone e di michael duglas, l'ho trovata stupenda. i due attori sono talmente credibili che mi vien quasi da sospettare che lei sia davvero una maniaca omicida e lui un tossico alcolizzato con scatti di rabbia (ai posteri l'ardua sentenza). come molti avranno già detto, la mia scena preferita è quella in cui catherine è in sala interrogatori e accavalla la gamba.
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Non so come mai la maggior parte delle persone qui abbia stroncato questo film: secondo me è un capolavoro.
Ha tutto quello che serve in un thriller: suspance, adrenalina, colpi di scena (mascherati da banalità o fatti apparentemente ovvi...la mia tecnica preferita), personaggi disturbati, e, fatto abbastanza innovativo, una carica erotica notevole, anche una certa dose di humor. La recitazione, specialmente di sharon stone e di michael duglas, l'ho trovata stupenda. i due attori sono talmente credibili che mi vien quasi da sospettare che lei sia davvero una maniaca omicida e lui un tossico alcolizzato con scatti di rabbia (ai posteri l'ardua sentenza). come molti avranno già detto, la mia scena preferita è quella in cui catherine è in sala interrogatori e accavalla la gamba. ma non tanto per la cosa in sè (lei ha due gambe da urlo e su questo non si discute. ma non è che non si siano mai viste scene simili), quanto per il viceprocuratore che suda come un porco! mi fa sganasciare dalle risate!
Passiamo ai dubbi che ho avuto su questo film:
-l'assassina uccide, essenzialmente, le persone a cui si affeziona. ma ci sono diverse eccezioni: la sua prima vittima (per prima intendo prima nell'intreccio anche se dalla fabula ne emergono di precedenti). era un tizio con cui faceva sesso da un anno e mezzo. dopo tutto quel tempo ci sta anche affezionarsi un po', ma lei non appare minimamente turbata da quello che ha fatto, mentre in seguito, quando nick rischia di essere ucciso, si metterà addirittura a piangere (fatto che mi ha lasciato molto sorpreso). non si capisce come mai abbia ucciso il suo professore e il marito di beth. si può supporre che col primo abbia avuto una relazione e viene detto anche che lei era ossessionata da beth, ma non era molto nel suo stile uccidere i rivali. fra l'altro non uccide nè beth, nè roxy (con le quali ha avuto una relazione), ma, e non penso sia casuale, sarà nick a ucciderle.
-perchè roxy cerca di uccidere nick? io questo non l'ho mai capito. era innamorata di catherine e le piaceva guardarla mentre faceva sesso con gli uomini. allora perchè prende in odio nick al punto da tentare di ucciderlo? faccio un'ipotesi: forse fino a quel momento nessuno degli uomini con cui cath era stata si era innamorato di lei e roxy, quindi, non era mai stata gelosa.
- ancora non ho capito di quale tipo di disturbo soffrisse cath. era schizzofrenica? era consapevole degli omicidi che commetteva? la sua capacità di mentire alla macchina della verità lo lascerebbe supporre: mente a sè stessa, perciò non è consapevole di mentire agl'altri, un classico. ma certe sue mosse hanno una pianificazione tale da far pensare che lei sia consapevole di quello che fa. mistero...
-un'altra cosa stupefacente è il finale. io me ne aspettavo due possibili: lei lo uccide e si scopre, quindi, che l'assassina è lei oppure per tutto il tempo il regista fa credere che l'assassina sia lei e invece poi si scopre che non è vero. inutile dire che non ci ho preso, ma quasi, perchè il finale è una fusione delle due ipotesi che ho elaborato mentre guardavo il film: mentre loro due fannno sesso lei sembra prendere qualcosa per ucciderlo, allunga la mano ma non ha nulla, poi la telecamera si sposta sotto il letto facendo vedere il rompighiaccio. spettacolare! quello che non ho capito è come mai lei, nonostante avesse chiaramente intenzione di ucciderlo, cambi idea. cioè lei aveva messo la mano sotto al letto per prendere il rompighiaccio, poi cambia idea...
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girapastarito
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giovedì 19 agosto 2010
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eddai!
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Una delle caratteristiche dell'attitudine critica italiana è quella di non sapersi limitare nel manicheismo dei giudizi. Se prendiamo poi vecchie scuole sessantottesche come quella del Morandini il caso sarà ancor più lampante, e in più notevolmente infarcito da preconcetti insignificanti quali la solita, stupita, insensata storia della "misoginia". Come se anche quella non potesse essere - a ragione o a torto - una plausibile modalità di visione o un'allettante tematica. | Non posso affrontare BASIC INSTINCT sotto un profilo antropologico perché non ne ho le competenze e la cosa porterebbe soltanto a definire l'opera "interessante". | Bene allora! Giudichiamo questa pellicola con criteri più o meno cinematografici.
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Una delle caratteristiche dell'attitudine critica italiana è quella di non sapersi limitare nel manicheismo dei giudizi. Se prendiamo poi vecchie scuole sessantottesche come quella del Morandini il caso sarà ancor più lampante, e in più notevolmente infarcito da preconcetti insignificanti quali la solita, stupita, insensata storia della "misoginia". Come se anche quella non potesse essere - a ragione o a torto - una plausibile modalità di visione o un'allettante tematica. | Non posso affrontare BASIC INSTINCT sotto un profilo antropologico perché non ne ho le competenze e la cosa porterebbe soltanto a definire l'opera "interessante". | Bene allora! Giudichiamo questa pellicola con criteri più o meno cinematografici.
Il film è una scemenza. Dico sul serio! Una vera scemenza, un turgido polpettone pieno di rinnovate allusioni sensuali che qua - in questo revival noir - si fanno definitivamente esplicite. Esplicite nel video, esplicite nella parola: fino all'autoparodia. | Non interessa chi sia l'assassino, e neanche l'intreccio implausibile fatto di accavallamenti di gambe, di repentini movimenti radical chic, di parrucche bionde posticce e voyeurismo pre you-porn. | Ma a mio avviso (un avviso che non conta un cavolo) il cinema è un grande inganno, un magico artigianato vibrante fatto di disonestà e dittatorialità registica, fotografica e non solo quello, certo). | Il fatto che il film sia giunto in cima alle classifiche, che ci sia ancora chi lo rivede pur considerandolo una puttanata senza confini (me in primis), è indizio di un certo fascino collegato al talento registico di un Veroheven qui sempre più designer edonista, ma comunque non lontano dagli esiti visivi del fanta-grandguignolesco ATTO DI FORZA. Dunque cos'è che ci spacca tanto il fegato? Il fatto che qua si parli di una stronza ninfomane che uccide i maschi come una mantide o un'amazzone? Sì, forse ci sarebbero tutte le ragioni e io stesso sghignazzo nel vedere certe convintissime scenette pseudo-erotiche. Eppure non posso sottrarmi al fascino della fotografia del De Bont e la regia del caro vecchio Paul è violenta, azzardata, ancora una volta eccessiva. Pronta a ottimizzare un soggetto inutile come questo e a renderlo "piatto ricco mi ci ficco" per gli occhi. Questo film è disonesto, sì. Ma pericoloso solo per chi non riesca a usare il cervello distaccandosi, dopo la visione, dalla condizione naturale condizione di voyeur-spettatore. Belli certi movimenti di macchina. E su!
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nicolòmatta
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mercoledì 28 aprile 2010
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basic instinct
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Campione di incassi della stagione 1992-93, accompagnato da numerose polemiche di associazioni omosessuali americane, Basic Instinct è come lo avrebbe definito Shakespeare "Molto rumore per nulla". È un film la cui fama lo precede più per l'elemento scabroso e Sharon Stone senza slip che per le sue qualità di thriller, peraltro assai scopiazzate qua e là con qualche reminescenza hitchcockiana da far rivoltare Sir Alfred nella tomba. A S. Francisco c'è un delicato caso di omicidio da risolvere - l'assassinio di Johnny Boz, star del rock in pensione e cocainomane, ucciso durante un amplesso con un rompighiaccio - e il detective incaricato delle indagini non si tratta di anima pia, ma di un ex tossicodipendente e alcolista con qualche scheletro nell'armadio, Nick Curran (Michael Douglas).
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Campione di incassi della stagione 1992-93, accompagnato da numerose polemiche di associazioni omosessuali americane, Basic Instinct è come lo avrebbe definito Shakespeare "Molto rumore per nulla". È un film la cui fama lo precede più per l'elemento scabroso e Sharon Stone senza slip che per le sue qualità di thriller, peraltro assai scopiazzate qua e là con qualche reminescenza hitchcockiana da far rivoltare Sir Alfred nella tomba. A S. Francisco c'è un delicato caso di omicidio da risolvere - l'assassinio di Johnny Boz, star del rock in pensione e cocainomane, ucciso durante un amplesso con un rompighiaccio - e il detective incaricato delle indagini non si tratta di anima pia, ma di un ex tossicodipendente e alcolista con qualche scheletro nell'armadio, Nick Curran (Michael Douglas). Prima indiziata è la femme fatale Catherine Tramell (Sharon Stone), fidanzata dell'ucciso, per aver scritto un libro dove viene descritto un omicidio identico a quello di Boz. La ragazza non ha paura della polizia e non esita a mostrare le grazie, senza slip, davanti a Nick e gli sbalorditi colleghi in un interrogatorio. Finisce che il gatto Catherine gioca col topo Nick e quest'ultimo cade nella trappola, instaurando un'eccitante relazione e troncando quella con la psicologa che l'aveva in cura. Ma mentre il film avanza fra un amplesso e l'altro, lo spettatore sa già chi è l'assassino e quindi la morale è semplice: può un film senza suspense, dove tutto è così ovvio e déjà vu, spacciarsi per thriller? Eppure il regista Verhoeven (di cui avevamo invece apprezzato il fantascientifico Atto di forza) e lo strapagato sceneggiatore Joe Eszterhas (3 milioni di dollari!) chiamano a sè i voyeur della platea per bussare a quattrini, imbrogliandoli con la più grande beffa pseudoerotica della storia del cinema. Mentre Michael Douglas si adegua al livello del film ed è lontano anni luce dall'Oscar per Wall Street, tutti i meriti vanno a Sharon Stone, l'affascinante ragion d'essere di un così brutto thriller.
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(di rudy_50)
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