merrivale
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domenica 15 marzo 2009
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non così malvagio
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Da premettere che non sono un fan di Lucio Fulci di cui non ho mai apprezzato l'eccessivo uso di scene splatter volte a mascherare carenze narrative e una rozzezza stilistica che l'ha sempre caratterizzato. Devo però dire che questo Voci dal profondo pur mantenendo le Fulciane caratteristiche sopracitate si eleva dalla media di altre sue opere quantomeno per una trama gialla la cui soluzione non è affatto banale soprattutto per il modo con il quale il delitto viene compiuto. Anche il finale, quello che succede dopo che la protagonista ha scoperto l'assassino è abbastanza desueto e originale e se teniamo presente che il film è tratto da un racconto dello stesso Fulci non possiamo che dare a Cesare quel che è di Cesare riconoscendo al film una certa consistenza spesso latente in altre opere
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Da premettere che non sono un fan di Lucio Fulci di cui non ho mai apprezzato l'eccessivo uso di scene splatter volte a mascherare carenze narrative e una rozzezza stilistica che l'ha sempre caratterizzato. Devo però dire che questo Voci dal profondo pur mantenendo le Fulciane caratteristiche sopracitate si eleva dalla media di altre sue opere quantomeno per una trama gialla la cui soluzione non è affatto banale soprattutto per il modo con il quale il delitto viene compiuto. Anche il finale, quello che succede dopo che la protagonista ha scoperto l'assassino è abbastanza desueto e originale e se teniamo presente che il film è tratto da un racconto dello stesso Fulci non possiamo che dare a Cesare quel che è di Cesare riconoscendo al film una certa consistenza spesso latente in altre opere del regista
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cela
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martedì 27 novembre 2007
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giù il cappello al maestro
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Un vero e proprio gioiellino del nostro cinema horror, fatto con pochissimi mezzi, ma molto raffinato ed elegantissimo. Da gustare con piacere. Fulci dirige in stato di grazia il suo penultimo film; da cineteca il prologo iniziale: che vede Duilio Del Prete a letto con la moglie e in lontananza si sentono i richiami spaventati del figlio, Del Prete scende infuriato, con il coltello in mano, arriva dal figlio e lo pugnala con violenza, più volte. La maestrìa di Fulci si nota che tutta questa sequenza è ripresa in soggettiva con camera a mano, e c'è una sensazione di vera tensione emotiva (basti guardare l'espressione della faccia sudata di Del Prete, mentre dice al figlio di stare zitto, per rendersene conto).
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Un vero e proprio gioiellino del nostro cinema horror, fatto con pochissimi mezzi, ma molto raffinato ed elegantissimo. Da gustare con piacere. Fulci dirige in stato di grazia il suo penultimo film; da cineteca il prologo iniziale: che vede Duilio Del Prete a letto con la moglie e in lontananza si sentono i richiami spaventati del figlio, Del Prete scende infuriato, con il coltello in mano, arriva dal figlio e lo pugnala con violenza, più volte. La maestrìa di Fulci si nota che tutta questa sequenza è ripresa in soggettiva con camera a mano, e c'è una sensazione di vera tensione emotiva (basti guardare l'espressione della faccia sudata di Del Prete, mentre dice al figlio di stare zitto, per rendersene conto). Questa piccola opera d'arte sarebbe da trattare con rispetto, a differenza di molti critici che non hanno mai apprezzato Fulci e il suo cinema. Raffinatissimo!!!! N.B: da notare la presenza di Lorenzo Flaherty in una delle sue prime apparizioni, oggi capitano dei RIS su canale5
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marco
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martedì 12 luglio 2005
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non é cosí brutto
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L'ultima volta che l'ho visto era su un canale locale di Roma, ma non era cosí male. Si, ok, i soliti effettacci casinari di Fulci, tipo occhi fatti con palloncini, vermi, schifezze varie, peró mi é piaciuto.
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