Stato di grazia

Il regista Phil Joanou compie il proprio capolavoro con un racconto folcloristico ambientato nella hell’s kitchen di New York, dove negli anni ’60 era la mafia irlandese-americana a predominare il quartiere. Il film racconta la dura vicenda che capita all’agente federale Terry Noonan (il protagonista Sean Penn), che si deve infiltrare nella banda irlandese capeggiata dal gangster Frankie Flannery (Ed Harris). Il problema è che nella banda ci sono dei suoi vecchi amici d’infanzia di quando Terry abitava nel quartiere, prima di trasferirsi a Boston a fare il marine e a diventare poi poliziotto. Il fratello di Frankie, Jackie (Gary Oldman), era il suo migliore amico e sarà proprio lui a farlo assumere all’interno della banda, mentre la sorella Kathleen (Robin Wright-Penn) era stata la sua ragazza ed ora vive distaccata dai propri fratelli perché rifiuta il loro stile di vita. L’obbiettivo di Terry è quello di riuscire ad incastrare prima possibile Frankie, prima che egli stesso venga travolto dai sentimenti di amicizia per Jackie e d’amore per Kathleen… Tutto è complicato ulteriormente dalle rivalità con le associazioni mafiose rivali, soprattutto con quella italiana di Borelli, e in Terry iniziano dei conflitti interni su quello che è giusto fare o no, sul fatto di essere un traditore e un’ipocrita ed inizia inevitabilmente ad incrinarsi il rapporto con l’agente di contatto Nick O Charlie (John Turturro). Il film decolla con un gran ritmo, affrontando tanti temi dalla violenza all’amicizia, dall’amore al tradimento dalla gioia alla paura, passando attraverso gli ingredienti dei litigi della cucina dell’inferno alcool, sigarette, coltelli e pistole. Meglio non andare avanti nel racconto per non sciupare tutto ciò che contiene questa grande opera scritta da Dennis McIntyre, dove il cast si esprime su livelli altissimi, ottimo Sean Penn alla ricerca del suo stato di grazia, sempre bravo Ed Harris nell’interpretare il ruolo del cattivo e che dire di Gary Oldman grandioso nella sua psicopatica ironia e violenza. Da non dimenticare la colonna sonora firmata Ennio Morricone. Non è il solito film che descrive la mafia illustrando violenza ed organizzazione, ma un affresco profondo, fatto di emozioni intense, che portano ognuno di noi a vedere le difficoltà che la vita ci mette di fronte in base a scelte dove il confine tra ipocrisia e lealtà è fortemente labile. Ascoltate il monologo di Terry alla ricerca del suo stato di grazia… Fratelli contro fratelli, amici contro amici… buona visione Francesco Ciabatti.