anna
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giovedì 30 agosto 2007
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edward per sempre nei cuori
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Non è molto che ho scoperto questo film. Nonostante io adori Johnny Depp, il film "Edward mani di forbice" non aveva un titolo che mi ispirasse. Mi portava a pensare che fosse uno di quei film tipo Jack lo squartatore e amando questo film non avrei voluto vederne una copia. Ma la mia passione per Johnny Depp mi ha spinto a vederlo. E credo sia uno dei film più belli che io abbia mai visto, se non il migliore. La favola da raccontare ad ogni persona che esista, la storia da prendere come esempio quando uno diverso da noi viene trattato male. Piango quando ripenso a quel film. Perchè Tim Burton (di cui "Edward mani di forbice" rappresenta il primo film veramente maturo e fuori dalla mente dell'eterno bambino) ha fatto capire attraverso un esempio così grande, che si può amare qualcuno anche se è diverso da noi, che si può amare qualcuno anche se è ritenuto pericoloso, come lo era ritenuto Edward.
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Non è molto che ho scoperto questo film. Nonostante io adori Johnny Depp, il film "Edward mani di forbice" non aveva un titolo che mi ispirasse. Mi portava a pensare che fosse uno di quei film tipo Jack lo squartatore e amando questo film non avrei voluto vederne una copia. Ma la mia passione per Johnny Depp mi ha spinto a vederlo. E credo sia uno dei film più belli che io abbia mai visto, se non il migliore. La favola da raccontare ad ogni persona che esista, la storia da prendere come esempio quando uno diverso da noi viene trattato male. Piango quando ripenso a quel film. Perchè Tim Burton (di cui "Edward mani di forbice" rappresenta il primo film veramente maturo e fuori dalla mente dell'eterno bambino) ha fatto capire attraverso un esempio così grande, che si può amare qualcuno anche se è diverso da noi, che si può amare qualcuno anche se è ritenuto pericoloso, come lo era ritenuto Edward. Ma Edward non era pericoloso, era timido e buono, fin troppo cattivo nei giudizi con se stesso. "Edward mani di forbice", nato dal geniale Tim Burton, rappresenta la tragica favola, capace di indurre alle lacrime anche i più duri.
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logan
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sabato 13 ottobre 2007
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il diverso tra gli omologati
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Tim Burton ha sempre odiato la normalità. Normalità intesa come adesione quasi religiosa ad un modello di vita prestabilita a priori da altri. E così in tutti i propri film ha posto le condizioni per portare avanti un discorso che mette in dialettica i diversi con i cosidetti normali. I cosiddetti diversi in qualche modo portano dentro di sè lacerazioni costanti che poi si riflettono in maniera esteriore. Edward rappresenta il punto più visibile di questo modo di ragionare del regista californiano. Non solo a livello interiore, Edward in fondo è un bambino, perché puro dell'animo, quando il padre/scienziato gli muore. Edward prima di tutto è diverso all'occhio umano, per il suo look anticonvenzionale, per le enormi protesi metalliche al posto delle mani, per la pettinatura poco, o per niente, alla moda.
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Tim Burton ha sempre odiato la normalità. Normalità intesa come adesione quasi religiosa ad un modello di vita prestabilita a priori da altri. E così in tutti i propri film ha posto le condizioni per portare avanti un discorso che mette in dialettica i diversi con i cosidetti normali. I cosiddetti diversi in qualche modo portano dentro di sè lacerazioni costanti che poi si riflettono in maniera esteriore. Edward rappresenta il punto più visibile di questo modo di ragionare del regista californiano. Non solo a livello interiore, Edward in fondo è un bambino, perché puro dell'animo, quando il padre/scienziato gli muore. Edward prima di tutto è diverso all'occhio umano, per il suo look anticonvenzionale, per le enormi protesi metalliche al posto delle mani, per la pettinatura poco, o per niente, alla moda. Nel momento in cui la cittadina ne viena a conoscenza non lo accetta, ma lo esalta per la diversità, rendendolo in fondo un fenomeno da baraccone. Tutti lo vogliono, ma in fondo lo vogliono per il motivo più meschino: la diversità di Edward è solo un pretesto per un piccolo colpo di testa da tenere segreto e che in qualche maniera fa sentire i normali ancora più normali. Ed ancora è una sorta di finta compassione che può farci sentire meglio quando in realtà poi non si fa niente di niente per nessuno. Edward quindi è la vittima, vittima che involontariamente si trasforma in carnefice nel momento che le sua mani di forbice "sfuggono" al suo controllo e danneggiano qualcuno. anche se poi non è colpa sua, conta quello che è successo, e conta che il fatto sia capitato ad un diverso, vero capro espiatorio delle nostre malefatte.
Per Burton forse solo un diverso può capire un diverso. ovvero chi si allontana dal sentire comune, quello imperniato di luoghi comuni. e così Kim, diversa dalla grettezza del resto della popolazione della cittadina, sa avvicinarsi ad Edward, riuscendolo a capirlo ed accettarlo.
Burton sa che il vero male è l'ignoranza, e che la colpa è del sistema. Ma il sistema non è fatto dalle persone?
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kelis
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sabato 1 settembre 2007
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the best
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Uno dei pochi film veramente belli, completi, appassionanti, commoventi, che abbia mai visto. Nonostante siano ormai passati anni da quando è uscito è un film che rimane nel cuore perchè colpisce. A parte l'interpretazione di johnny depp su cui non c'è più niente da dire perchè si sa che è insuperabile o quasi, tutto il contesto è meraviglioso e i dialoghi azzeccatissimi. Ogni parola è messa lì per un motivo preciso, ogni situazione avviene nel modo giusto e nel momento giusto. Insomma un film perfetto per persone di ogni genere ed età che non stanca mai.
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lilla
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martedì 22 maggio 2007
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edward nel cuore
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Perchè nessuno aveva mai fatto un film così bello prima d'ora?brobabilmente,perchè solo un genio come Tim Burton poteva regalarcelo.La storia parla di un essere diverso da noi,ma con un'immenso bisogno di affetto,e con la capacità di poterlo dare lui stesso a chi lo merita.Creato da uno scienziato deceduto prima di poterlo finire ,Edward si ritrova con forbici al posto delle mani,chiuso nel castello dell'inventore.Ma un giorno inaspettato,accade, che la rappresentanate di cosmetici del paese lo "liberi"dalla fortezza,catapultandolo nel mondo frivolo e consumatore dell'epoca.Qui il ragazzo però si innamora della figlia della signora,che finisce per infatuarsi a sua volta.Una dolce fiaba che ci insegna ad amare il diverso senza respingerlo e a essere fiduciosi in noi stessi.
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Perchè nessuno aveva mai fatto un film così bello prima d'ora?brobabilmente,perchè solo un genio come Tim Burton poteva regalarcelo.La storia parla di un essere diverso da noi,ma con un'immenso bisogno di affetto,e con la capacità di poterlo dare lui stesso a chi lo merita.Creato da uno scienziato deceduto prima di poterlo finire ,Edward si ritrova con forbici al posto delle mani,chiuso nel castello dell'inventore.Ma un giorno inaspettato,accade, che la rappresentanate di cosmetici del paese lo "liberi"dalla fortezza,catapultandolo nel mondo frivolo e consumatore dell'epoca.Qui il ragazzo però si innamora della figlia della signora,che finisce per infatuarsi a sua volta.Una dolce fiaba che ci insegna ad amare il diverso senza respingerlo e a essere fiduciosi in noi stessi.La fine del film così malinconica ma a lieto fine,crea una contrapposizione di sentimento, che fa scivolare qualche lacrima anche al più duro degli uomini.Un film fatto per sognare,innamorarsi e allo stesso tempo ridere di quel cupo horror che viene finalmente preso in giro.Ecco qui, sfornato con un pò di sale,il grande capolavoro di Tim Burton.
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c-claudia
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martedì 12 gennaio 2010
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una fiaba triste
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Non ci sono molte parole da usare. Le parole, in gran parte, tendono a banalizzare il tutto. Le sensazioni e le emozioni non sono fatte per le parole. Così il senso di inadeguatezza, il non essere compresi, e la solitudine, la tristezza, il dolore.
E' così che Edward Mani di Forbice svela la sua immensa e inspiegabile bellezza non a tutti, come un scrigno, che mostra la vera sostanza del suo essere solo a chi, volente o nolente, ne possiede la chiave. Tim Burton, senza dubbio, possiede questa chiave dal tempo della sua infanzia, possiede il cuore che conosce la delusione sul mondo e la solitudine, la crudeltà che il "normale", patinato e regolare allo sguardo disattento, sprigiona nei confronti di chi "normale" non è.
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Non ci sono molte parole da usare. Le parole, in gran parte, tendono a banalizzare il tutto. Le sensazioni e le emozioni non sono fatte per le parole. Così il senso di inadeguatezza, il non essere compresi, e la solitudine, la tristezza, il dolore.
E' così che Edward Mani di Forbice svela la sua immensa e inspiegabile bellezza non a tutti, come un scrigno, che mostra la vera sostanza del suo essere solo a chi, volente o nolente, ne possiede la chiave. Tim Burton, senza dubbio, possiede questa chiave dal tempo della sua infanzia, possiede il cuore che conosce la delusione sul mondo e la solitudine, la crudeltà che il "normale", patinato e regolare allo sguardo disattento, sprigiona nei confronti di chi "normale" non è.
Edward è nato dalle mani di un vecchio inventore che, un giorno, prova un cuore di pastafrolla su un manichino tagliuzza-tutto. Grazie al canuto inventore, o Vincent Price, il cuore diventa vero, così tutti gli altri organi, eccetto le mani. Quelle rimangono forbici tagliuzzanti, perché il vecchio muore prima di terminare la sua opera. Edward è un'aberrazione, e l'essere più buono e gentile che abbia mai attraversato gli schermi del cinema. Peggy, venditrice di cosmetici, trova la creatura nel suo castello più che gotico, contornato da un giardino in cui prendono vita le meravigliose creazioni arboree modellate dalle forbici di Edward, e la porta con sé, tra lo spietato e serrato mondo della gente.
Johnny Depp non ha nemmeno trent'anni, ed è già straordinario. Robotico, tristemente comico ed espressivo all'inverosimile, smozzica appena una manciata di parole, eppure la tenue profondità che inietta nel suo personaggio trascina a livello emotivo come un tifone.
Gli ossimori di Burton sconvolgono dalla loro chiarezza, talmente metaforica da essere limpida. Il castello, una rocca solitaria e minacciosa, scruta l'altrettanto colorata e inverosibilmente piatta cittadina, la casa del perbenismo e del normale. Noiosa, molle, melensa, posticcia. Cieca. Edward è diverso. Se in un primo momento appare una novità, basta un solo intoppo ed Edward diventa il mostro. Non ha lieto fine questa fiaba tanto lugubre quanto delicata. E' solo un breve cambio di direzione, una piccola svolta da un percorso che tornerà identico al suo principio.
Sopra l'incantesimo del carillon magico e mistico di Elfman, è impossibile non restare toccati nel profondo dalle sculture di Edward, dalla bellezza invisibile agli occhi dei molti che esse incarnano. Impossibile non restare abbacinati dai ritagli appesi alle pareti del suo castello "ragazzo cieco impara a leggere con le mani". Impossibile non commuoversi alla carezza sulla gota dell'inventore morto che provoca un graffio sanguinante, al sentimento dolcissimo per Kim, la teen-ager immatura ma sensibile, o infine, alla timida giustificazione di "Non mi ha finito".
E' questo, proprio questo che rende Edward Mani di Forbice un incantesimo aspro e profondo. La sua tristezza, la consapevole timidezza per la sua diversità e la delicatezza con cui si pone in un mondo altrui lo dipingono quale un essere dalla purezza e innocenza sconcertanti, un bambino senza provenienza lasciato al mondo.
Se i personaggi futuri di Burton toccheranno mète elevatissime per complessità e spessore, dall'ipocondrico Wonka sino al truculento Sweeny Todd, Edward Mani di Forbice rimarrà per sempre l'eroe di una fiaba triste, la personificazione più sensibile e solitaria dell' anima di ciascuno.
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giorgio
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mercoledì 17 dicembre 2008
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il lato emotivo del film
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Tim Burton. Così è firmato secondo molti la sua più grande opera. Apparentemente una commedia, che colta dal suo lato emotivo diventa un film non poco drammatico, molto espressivo, e un preciso messaggio: la normalità per molti (se non tutti) è la gente nelle strade, un mondo consumatore, materialista; ma in noi stessi quante cose nascondiamo? Edward è puro e ingenuo, che non nasconde nulla, anzi è visibile ciò che per lui non era un problema, fino all'arrivo di Peg, venditrice porta a porta, che lo tira fuori dalla sua solitudine portandolo in casa sua, tra la gente, che inizialmente incuriosita per le sue varie particolarità gli si avvicina. Edward riesce a provare qualunque tipo di sentimento persino l'amore, tanto che si innamorano lui e Kim (la figlia di Peg).
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Tim Burton. Così è firmato secondo molti la sua più grande opera. Apparentemente una commedia, che colta dal suo lato emotivo diventa un film non poco drammatico, molto espressivo, e un preciso messaggio: la normalità per molti (se non tutti) è la gente nelle strade, un mondo consumatore, materialista; ma in noi stessi quante cose nascondiamo? Edward è puro e ingenuo, che non nasconde nulla, anzi è visibile ciò che per lui non era un problema, fino all'arrivo di Peg, venditrice porta a porta, che lo tira fuori dalla sua solitudine portandolo in casa sua, tra la gente, che inizialmente incuriosita per le sue varie particolarità gli si avvicina. Edward riesce a provare qualunque tipo di sentimento persino l'amore, tanto che si innamorano lui e Kim (la figlia di Peg). Edward per aver rifiutato una vicina di casa viene calunniato. L'ex-ragazzo di Kim a seguito di un incidente con le sue lame crea false accuse, e in non molto viene definito un mostro. È costretto ad allontanarsi ma ugualmente finisce in tragedia. Kim per il bene di Edward non lo rivedrà mai più. Persone che vedono il buono negli altri come Kim nella realtà son ben poche. Questa era la trama. Questa è la gente; la gente bigotta, la discriminazione, il pregiudizio e la superficialità di una società incoerente. Il film prende molti tratti da vecchi soggetti come Frankenstein. Johnny Deep ha fatto una delle migliori interpretazioni della sua carriera, che ha inoltre dichiarato che il suo personaggio rappresenta l'incapacità di comunicare di Tim Burton quando era teenager. Per concludere, forse se alcune, tante, persone avessero un po' di Edward sarebbe un mondo migliore.
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erre
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venerdì 16 maggio 2008
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nel meraviglioso mondo di burton
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Una fiabesca, surreale commedia malinconica firmata da un grande regista Tim Burton e da un grande interprete Johnny Depp. Questultimo, nel film, è Edward, un trste e tenero assemblaggio di parti umane a cui, però, il "padre" creatore non è riuscito a dare le mani prima della morte. Edward, allora, si ritrova con delle super forbici super affilate al posto delle dita. Egli vive in un castello tutto solo, ma viene invitato da Peg, una venditrice porta a porta, ad andare a vivere nel pettegolo paese vicino. Accolto, come se fosse un figlio, dalla famiglia di Peg, Edward susciterà molta curiosità nel villaggio venendo visto da tutti, da prima, come un ragazzo buono e "normale", fino a diventare quasi un mito, per poi cadere (metaforicamente) ed essere ripudiato e chiamato mostro, assassino ed, in fine, essere cacciato dal paese.
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Una fiabesca, surreale commedia malinconica firmata da un grande regista Tim Burton e da un grande interprete Johnny Depp. Questultimo, nel film, è Edward, un trste e tenero assemblaggio di parti umane a cui, però, il "padre" creatore non è riuscito a dare le mani prima della morte. Edward, allora, si ritrova con delle super forbici super affilate al posto delle dita. Egli vive in un castello tutto solo, ma viene invitato da Peg, una venditrice porta a porta, ad andare a vivere nel pettegolo paese vicino. Accolto, come se fosse un figlio, dalla famiglia di Peg, Edward susciterà molta curiosità nel villaggio venendo visto da tutti, da prima, come un ragazzo buono e "normale", fino a diventare quasi un mito, per poi cadere (metaforicamente) ed essere ripudiato e chiamato mostro, assassino ed, in fine, essere cacciato dal paese. Tutto questo passa in secondo piano, però, perchè Edward, in questo periodo passato nella socetà, trova l' amore, un amore che non riuscirà mai a coltivare ma che resterà sempre nel "suo" cuore. Un lungometraggio che parla della forza, a volte negativa, dell' amore e della vera e della falsa amicizia ( quella di comodità per intenderci). Secondo me, però, il vero sentimento descritto, per altro in maniera perfetta, in questo film è la solitudine, ma non solo quella di Edward o della sua amata "nonnina narratrice", ma quella, sottile, di tutti gli abitanti del villaggio, così uniti tra loro e allo stesso tempo così soli.
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gianpaolo
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martedì 5 luglio 2005
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tim-burton
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Affascinante rivisitazione sul tema della diversità,..propostaci da un talentuoso regista, la cui opera inizia ad essere caratterizzata da una sorta di "imput" espressionista,..componente che successivamente influenzerà diversi suoi lavori, e che contribuirà a renderlo uno degli esponenti cinematografici di maggiore originalità.
In questo "Edward-mani di forbice" Burton, esplora il cosidetto perbenismo borghese, evidenziando lo strato superficiale che lo contraddistingue, e facendogli indossare una coloratissima "maschera", la quale verrà indirettamente tolta da "Edward", la cui presenza farà affiorare il lato feroce ed ipocrita nascosto in quel solare contesto mostrandone il vero "volto".
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Affascinante rivisitazione sul tema della diversità,..propostaci da un talentuoso regista, la cui opera inizia ad essere caratterizzata da una sorta di "imput" espressionista,..componente che successivamente influenzerà diversi suoi lavori, e che contribuirà a renderlo uno degli esponenti cinematografici di maggiore originalità.
In questo "Edward-mani di forbice" Burton, esplora il cosidetto perbenismo borghese, evidenziando lo strato superficiale che lo contraddistingue, e facendogli indossare una coloratissima "maschera", la quale verrà indirettamente tolta da "Edward", la cui presenza farà affiorare il lato feroce ed ipocrita nascosto in quel solare contesto mostrandone il vero "volto".
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_atlas_
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lunedì 3 febbraio 2014
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tim mani di forbice
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Solo la mente di un personaggio spesso incompreso, fuori luogo e inquieto come Tim Burton può generare una creatura come Edward Mani Di Forbice, così immensa nella sua semplice ingenuità e timidezza.
Edward è cresciuto da solo, isolato dal resto del mondo, vivendo in un vecchio castello ai piedi di una collina, con una bontà d’animo incondizionata e libera da ogni forma di conformismo esterno. Per uno scherzo del destino viene catapultato nel mondo della società malata, vittima dell’ignoranza e dell’incomprensione, ma che ai suoi occhi velati rappresenta una novità incantatrice.
Edward diventa la star del momento, l’attrazione di un quartiere schiavo dell’abitudine e tutto grazie alle sue forbici, il giovane infatti è frutto di una creazione di un anziano inventore (un eccellente Vincent Price) morto precocemente lasciandolo incompleto e con un paio di forbice affilate al posto delle mani.
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Solo la mente di un personaggio spesso incompreso, fuori luogo e inquieto come Tim Burton può generare una creatura come Edward Mani Di Forbice, così immensa nella sua semplice ingenuità e timidezza.
Edward è cresciuto da solo, isolato dal resto del mondo, vivendo in un vecchio castello ai piedi di una collina, con una bontà d’animo incondizionata e libera da ogni forma di conformismo esterno. Per uno scherzo del destino viene catapultato nel mondo della società malata, vittima dell’ignoranza e dell’incomprensione, ma che ai suoi occhi velati rappresenta una novità incantatrice.
Edward diventa la star del momento, l’attrazione di un quartiere schiavo dell’abitudine e tutto grazie alle sue forbici, il giovane infatti è frutto di una creazione di un anziano inventore (un eccellente Vincent Price) morto precocemente lasciandolo incompleto e con un paio di forbice affilate al posto delle mani.
Da parrucchiere a giardiniere, Edward affascina la società che è attratta dal diverso e che non vede l’ora di trattenerlo nelle sue grinfie, omologandolo a tutti gli altri.
Ben presto però Edward si rende conto che non gli piace quello che vede, quel nuovo mondo fatto di superficialità non fa per lui e nella sua innocenza infantile si lega all’unica persona (Kim, alias Winona Ryder) che riesce a vederlo per quello che è, senza la necessità di cambiarlo o di paragonarlo al modello ideale di bellezza dell’epoca.
Questo è Edward Mani di Forbice, ma questo è anche Tim Burton, genio tormentato da un’infanzia vissuta nella periferia di Burbank, costretto a convivere con la stessa società omologata di Edward ma con la voglia di vivere appieno ogni sua esperienza, anche quando essa corrisponde al bisogno sfrenato della solitudine.
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elgatoloco
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mercoledì 6 gennaio 2016
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giustamente un film cult
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"Edward Scissorhands"è giustamente un cult, anche per la sua polisemia, dove un significato non esclude ma al contrario completa l'altro o meglio gli altri: è una fiaba, volendo una fiaba gotica(certo), per i suoi ritmi narrativi, perché contiene una morale, quella del non dover escludere, anzi includere pienamente, chi è"diverso/a", l'avversione verso i pregiudizi ec.E'un apologo sociale-politico, perché propone una società che , appunto, non escluda ma includa in pieno; ancora, è una storia sulla reazione violenta a una società violenta(Edward uccide per legittima difesa, in quanto minacciato dal"macho"di turno.
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"Edward Scissorhands"è giustamente un cult, anche per la sua polisemia, dove un significato non esclude ma al contrario completa l'altro o meglio gli altri: è una fiaba, volendo una fiaba gotica(certo), per i suoi ritmi narrativi, perché contiene una morale, quella del non dover escludere, anzi includere pienamente, chi è"diverso/a", l'avversione verso i pregiudizi ec.E'un apologo sociale-politico, perché propone una società che , appunto, non escluda ma includa in pieno; ancora, è una storia sulla reazione violenta a una società violenta(Edward uccide per legittima difesa, in quanto minacciato dal"macho"di turno...), quindi un dramma(tragedia si direbbe, ma in epoca borghese). Il ritmo narrativo, però, fa in primis propendere per la fiaba, narrata dalla nonna, che poi alla fine(e qui la fine riprende.conclude veramente l'inizio, con finissima capacità e competenza drammaturgica)si svelerà-rivelerà(agnitio)essere stata l'innamorata di Edward, dopo un'iniziale paura./ritrosia(un meccanismo psicologicamente molto noto, peraltro), non senza far presagire che la nipotina riprenda quanto lasciato per necessità dalla nonna, essendo Edward ancora uguale a sé fisicamente, quasi il tempo non fosse passato. Preciso che parlo di"fiaba", mai di "favola", essendo il termine"favola"più direttamente attinto etimologicamente da"fabula", id est"storia, narrazione", "plot", volendo, il che limiterebbe il campo, oltre alle con notazioni che il lemma"favola"assume nell'italiano, per ex.cinquecentesco"La favola Mandragola si chiama..."(Prologo a la"Mandragola"di Niccolç Machiavelli). Interpreti tutti/e di grande efficacia, con in prima linea di Johnny Deep(poi raramente così efficace)e Winona Ryder. El Gato
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