latino heat
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domenica 24 settembre 2017
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anni '80
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film interso, bravi gli attori
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giuseppe dicorato
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domenica 4 maggio 2014
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né l'uno, né l'altro
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Film "più pretenzioso che impegnato"? Secondo il mio modestissimo parere di spettatore è solo uno dei più brutti film che il Maestro abbia mai diretto. O forse il più brutto, semplicemente. E non basta il lato A della protagonista a migliorare la situazione. Se è per quello, Tinto Brass ha fatto di meglio (e non è un elogio).
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mari
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sabato 8 novembre 2008
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si salva
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Grazie alla notevole bellezza della Detmers, alla carineria di Pitzalis e alla freschezza del rapporto. Per il resto un film più
demente, contaminato da ambizioni e ossessioni Fagioliane..non si è QUASI mai visto..a parte il suo fedelissimo Bellocchio.
Vedi il Cast cosa può fare!!
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io
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domenica 2 marzo 2008
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bellocchio dirige per fagioli
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Non criticherò Fagioli, perchè è cosa usurata (e giusta, un analista romano omofobo e anti-Basagliano va assolutamente criticato), e non giudicherò la scelta di Bellocchio di frequentarlo e di farsene il tramite delle idee per diffonderle al pubblico e aumentarne la fama. Mi limiterò a leggere il film: è semplicemente la storia di una ragazza insolita (una bellissima Maruschka Detmers, ed è da notare anche la sua interpretazione in Come sono buoni i bianchi di Marco Ferreri, al fianco di Placido, Piccoli e della Braschi) trombata ripetutamente da Federico Pitzalis. Qualche sciagurato ha detto che è un film sugli anni di piombo! È solo un film che dice (molto misoginamente) quanto è bello fare del sesso da giovani.
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Non criticherò Fagioli, perchè è cosa usurata (e giusta, un analista romano omofobo e anti-Basagliano va assolutamente criticato), e non giudicherò la scelta di Bellocchio di frequentarlo e di farsene il tramite delle idee per diffonderle al pubblico e aumentarne la fama. Mi limiterò a leggere il film: è semplicemente la storia di una ragazza insolita (una bellissima Maruschka Detmers, ed è da notare anche la sua interpretazione in Come sono buoni i bianchi di Marco Ferreri, al fianco di Placido, Piccoli e della Braschi) trombata ripetutamente da Federico Pitzalis. Qualche sciagurato ha detto che è un film sugli anni di piombo! È solo un film che dice (molto misoginamente) quanto è bello fare del sesso da giovani. Basta.
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don
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mercoledì 30 gennaio 2008
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non un film sugli anni di piombo
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Diavolo in corpo non è affatto un film sugli anni di piombo. È una storia d'erotismo. Ah, dimenticavo: chi è Massimo Fagioli?
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darko
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martedì 25 aprile 2006
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film spartiacque
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Trovo poco giusto che a un film come questo, che nella produzione bellocchiana è da considerarsi una pellicola piuttosto importante, siano state dedicate su questo sito solo due recensioni dalle testate dell'epoca ed entrambe fortemente negative.
Il semplice fatto che questo film sia stato concepito all'inizio di quel periodo in cui il regista ha collaborato con il celebre psicanalista Massimo Fagioli (a cui questo film è personalmente dedicato), non ha troppa rilevanza per quanto riguarda la riuscita artistica della pellicola. Bisogna essere formalisti: gli attori sono tutti adatti e dotati ad eccezione della Detmers di una recitazione molto naturalistica. L'estetica e i tempi del film sono eccellenti, seppur con delle radici che affondano molto in un ambiente comunque reale e volutamente poco entusiasmante (la scuola, i corridoi, il tribunale, la casa vuota di Giulia).
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Trovo poco giusto che a un film come questo, che nella produzione bellocchiana è da considerarsi una pellicola piuttosto importante, siano state dedicate su questo sito solo due recensioni dalle testate dell'epoca ed entrambe fortemente negative.
Il semplice fatto che questo film sia stato concepito all'inizio di quel periodo in cui il regista ha collaborato con il celebre psicanalista Massimo Fagioli (a cui questo film è personalmente dedicato), non ha troppa rilevanza per quanto riguarda la riuscita artistica della pellicola. Bisogna essere formalisti: gli attori sono tutti adatti e dotati ad eccezione della Detmers di una recitazione molto naturalistica. L'estetica e i tempi del film sono eccellenti, seppur con delle radici che affondano molto in un ambiente comunque reale e volutamente poco entusiasmante (la scuola, i corridoi, il tribunale, la casa vuota di Giulia). Questo film, prima de L'ORA DI RELIGIONE, è disperato ma mostra allo stesso tempo una certa speranza e gioia. Il tema della psicanalisi, sì, ricorre, ma viene trattato con competenza e ironia. Ritorna il tema dell'instabilità emotiva ed esistenziale del protagonista, qui femminile, proprio come ne I PUGNI IN TASCA. La Detmers, seppur un po' troppo ridacchiona, trasmette bene il disagio del vivere nella società contemporanea ma anche all'interno di un proprio universo chiuso (vedi il personaggio di "Ale" ne I PUGNI IN TASCA), costruito attorno al rapporto col padre assassinato dal fidanzato brigatista - pentito - e al nuovo rapporto che instaura con lo studente Andrea (Federico Pitzalis), all'ultimo anno del Classico e alle prese con una scuola per niente aperta al dialogo col mondo giovanile; piuttosto è incline, in quanto istituzione rigida e cattolica ad attaccarla con ripugnanti etichettismi. Cito qui le riflessioni di Bellocchio fatte durante un'intervista a proposito della scena finale dell'esame di maturità: "LO STUDENTE DI DIAVOLO IN CORPO DICE AI PROFESSORI CHE NON E' NE' MARXISTA, NE' DI COMUNIONE E LIBERAZIONE, NE' ECOLOGISTA ETC. COME, DEL RESTO, PICCIAFUOCO NE L'ORA DI RELIGIONE. Si, è vero: c’è un’analogia. Sono personaggi che, in quanto ricercatori permanenti, in questo stato di cose, non trovano una collocazione. E’ gente molto calata nella realtà, nella società, senza, però, una precisa appartenenza". Dunque, anche se trasmessa con toni più deboli, Bellocchio ha continuato anche dopo I PUGNI IN TASCA ad applicare la sua voglia di ribellione nei confronti della società mediocre e arrendevole, che si accontenta. In questo senso, DIAVOLO IN CORPO, tratto dal romanzo di Radyguet e di cui è già stato fatto uno splendido film nel '46 da Claude Autant-Lara ambientato durante la Prima guerra mondiale, è un film fortemente politico prima che d'interesse psicanalitico. In quanto alle scene di sesso, l'intento è stato probabilmente quello di rifarsi a Bertolucci o comunque le connessioni a ULTIMO TANGO A PARGIGI non sembrano essere del tutto involontarie, ma Bellocchio sembra essere riuscito ad epurare il film di quei virtuosismi formali tipici delle pellicole a sfondo erotico e restituendo alle scene suddette una notevole forza drammatica, anche grazie alle musiche di Carlo Crivelli.
DIAVOLO IN CORPO costituisce per il co-protagonista Federico Pitzalis l'unica esperienza cinematografica e un po' dispiace. Indimenticabile la scena d'apertura con la donna africana che tenta di suicidarsi e la seduta di psicanalisi mancata fra la Detmers e Di Stasio.
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