carloalberto
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martedì 7 settembre 2021
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coraggioso film di inchiesta
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Film coraggioso, realizzato dopo appena due anni dalla strage di Carini, da uno dei pochi registi, Giuseppe Ferrara, che, insieme a Francesco Rosi, ha fatto seriamente cinema di inchiesta in Italia in quegli anni.
In Cento giorni a Palermo si alternano, alle normali sequenze filmiche, spezzoni dei cinegiornali e dei servizi dei telegiornali dell’epoca, con qualche azzardata sovrapposizione di immagini, come quella di Ventura-Dalla Chiesa ai funerali di Pio La Torre ripreso sul palco delle autorità insieme al vero Pertini, mentre Berlinguer legge l’orazione funebre, a significare la volontà di andare oltre la semplice documentazione dei tragici fatti di quel periodo, fornendo allo spettatore del 1984, e non è poca cosa, una chiave di lettura non convenzionale, come del resto aveva fatto, proprio in quello stesso anno, Nando Dalla Chiesa pubblicando il suo libro-denuncia sull’uccisione del padre, Delitto imperfetto.
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Film coraggioso, realizzato dopo appena due anni dalla strage di Carini, da uno dei pochi registi, Giuseppe Ferrara, che, insieme a Francesco Rosi, ha fatto seriamente cinema di inchiesta in Italia in quegli anni.
In Cento giorni a Palermo si alternano, alle normali sequenze filmiche, spezzoni dei cinegiornali e dei servizi dei telegiornali dell’epoca, con qualche azzardata sovrapposizione di immagini, come quella di Ventura-Dalla Chiesa ai funerali di Pio La Torre ripreso sul palco delle autorità insieme al vero Pertini, mentre Berlinguer legge l’orazione funebre, a significare la volontà di andare oltre la semplice documentazione dei tragici fatti di quel periodo, fornendo allo spettatore del 1984, e non è poca cosa, una chiave di lettura non convenzionale, come del resto aveva fatto, proprio in quello stesso anno, Nando Dalla Chiesa pubblicando il suo libro-denuncia sull’uccisione del padre, Delitto imperfetto.
L’intreccio di interessi occulti tra mafia, imprenditoria siciliana, potere politico locale e nazionale ed alta finanza, messo in luce sul nascere già da Sciascia nel 1966 nel suo romanzo A ciascuno il suo e che Elio Petri nel 1967 aveva trasposto nel suo omonimo bellissimo film, con Ferrara prende forma in un comitato affaristico criminale che si riunisce periodicamente per decidere, complici i poteri forti, non soltanto la strategia aziendale, ma anche i delitti eccellenti da farsi per eliminare gli ostacoli al business.
E’ un raro esempio di cinema verità che tenta di squarciare il velo omertoso, pietistico commemorativo, retoricamente celebrativo, che immancabilmente cala su questi fatti e nel 1984 si può immaginare fosse alacremente al lavoro. Piangere lacrime di coccodrillo o di circostanza, piuttosto che cercare di capire il fenomeno analizzandone le cause, è una costante dell’industria dello spettacolo nostrano quando si occupa di simili eventi. Altri film degni di nota ovvero della stessa forza icastica e animato dalla stessa volontà di indagare e di andare oltre le versioni ufficiali, sulla figura del Generale, sulla sua tragica morte, sul contesto socio politico che ha determinato la strage di Carini, purtroppo non ne sono stati fatti.
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onufrio
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sabato 25 maggio 2013
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3 settembre 1982
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Più che un film, un documentario, in cui Ferrara ricostruisce i quattro mesi del Generale Dalla Chiesa come prefetto di Palermo, venuto in Sicilia per sconfiggere la Mafia, ma sin da subito capisce che la Mafia è ben più complessa ed articolata delle Brigate Rosse, sconfitte dal generale prima di accettare l'incarico in quel di Palermo.
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renato c.
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mercoledì 22 luglio 2009
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un buon film biografico
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Lino Ventura interpreta ottimamente il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa! Il film è fedele al titolo, tratta solo di quei cento giorni in cui il generale Dalla Chiesa è stato prefetto di Palermo. Nella lotta alle brigate rosse aveva avuto l'appoggio dello Stato e ne è uscito splendidamente vincitore! Nella lotta alla mafia?! Perchè tanti misteri? Perche non ha avuto i poteri speciali che chiedeva? Perchè viaggiava sulla macchina della moglie che non aveva nulla di antiproiettile? Chi lo ha mandato a Palermo ha veramente pensato "E' riuscito a sconfiggere le brigate rosse, mandiamolo a Palermo che forse è l'unico uomo capace di sconfiggere la mafia!"? O forse dava ormai troppo fastidio a qualcuno e l'hanno mandato a Palermo per farlo ammazzare?! Il film lascia allo spettatore questi interrogativi, oltre alla tristezza che purtroppo in Italia vengono uccisi coloro dai quali ci sentiamo maggiormente protetti! Bella anche la situazione di disagio fra gli uomini alla prefettura di Palermo di fronte ai nuovi metodi precisi e sbrigativi di Dalla Chiesa! Un film tenuto troppo in disparte che dovrebbe essere di più riproposto! Lo sceneggiato televisivo interpretato da Giancarlo Giannini, anche se abbracciava un arco di vita del generale ben più ampio non dava questi particolari nel periodo palermitano.
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Lino Ventura interpreta ottimamente il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa! Il film è fedele al titolo, tratta solo di quei cento giorni in cui il generale Dalla Chiesa è stato prefetto di Palermo. Nella lotta alle brigate rosse aveva avuto l'appoggio dello Stato e ne è uscito splendidamente vincitore! Nella lotta alla mafia?! Perchè tanti misteri? Perche non ha avuto i poteri speciali che chiedeva? Perchè viaggiava sulla macchina della moglie che non aveva nulla di antiproiettile? Chi lo ha mandato a Palermo ha veramente pensato "E' riuscito a sconfiggere le brigate rosse, mandiamolo a Palermo che forse è l'unico uomo capace di sconfiggere la mafia!"? O forse dava ormai troppo fastidio a qualcuno e l'hanno mandato a Palermo per farlo ammazzare?! Il film lascia allo spettatore questi interrogativi, oltre alla tristezza che purtroppo in Italia vengono uccisi coloro dai quali ci sentiamo maggiormente protetti! Bella anche la situazione di disagio fra gli uomini alla prefettura di Palermo di fronte ai nuovi metodi precisi e sbrigativi di Dalla Chiesa! Un film tenuto troppo in disparte che dovrebbe essere di più riproposto! Lo sceneggiato televisivo interpretato da Giancarlo Giannini, anche se abbracciava un arco di vita del generale ben più ampio non dava questi particolari nel periodo palermitano. Chi non lo ha visto, se ne ha la possibilità, provi a guardarlo!
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toty bottalla
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venerdì 3 aprile 2009
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ventura: interprete di un eroe
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ho visto tante volte il film ed essendo palermitano ricordo bene quel periodo di angosciante impotenza che la stragrande maggioranza della città umana e onesta provava in quel periodo. il film riassume forse non troppo bene tutti gli eventi ma riconosco che ci sarebbero volute ore e ore di pellicola per fotografare l'ansia drammatica che ci affliggeva. LINO VENTURA e il suo doppiatore hanno dato vita all'eroe DALLA CHIESA interpretandolo magnificamente. bene anche il resto del cast.
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nino terzo 82
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giovedì 15 gennaio 2009
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qui mafia e potere
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Ottima ricostruzione, non proprio completa, perchè il Generale non ha iniziato da Prefetto la lotta alla mafia, ma un pò di anni prima da Capitano nel 1949, e anche il padre, è stato in prima linea nella lotta contro la mafia, avendo lavorato con il Prefetto Mori, altri tempi, il concetto di mafia si è modificato, comunque, mi fà tantissimo piacere, rivedere questi film, per fare capire al popolo italiano che la nostra azione ha avuto degli eroi come il Generale Dalla Chiesa, che sono morti per lo Stato, avendo percepito bene il problema, ansi, poichè le confessioni di Tommaso Buscetta sono state successive al suo omicidio, poichè essere mafiosi diventa reato penale, non è riuscito a sapere il legame tra il Terrorismo che lui in persona ha sconfitto, e la Mafia, ma pultroppo c'e' il filo che lega dall'assassino al potere, il denaro, questo è stato il lucro per tutti i massacri che ha fatto la mafia.
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Ottima ricostruzione, non proprio completa, perchè il Generale non ha iniziato da Prefetto la lotta alla mafia, ma un pò di anni prima da Capitano nel 1949, e anche il padre, è stato in prima linea nella lotta contro la mafia, avendo lavorato con il Prefetto Mori, altri tempi, il concetto di mafia si è modificato, comunque, mi fà tantissimo piacere, rivedere questi film, per fare capire al popolo italiano che la nostra azione ha avuto degli eroi come il Generale Dalla Chiesa, che sono morti per lo Stato, avendo percepito bene il problema, ansi, poichè le confessioni di Tommaso Buscetta sono state successive al suo omicidio, poichè essere mafiosi diventa reato penale, non è riuscito a sapere il legame tra il Terrorismo che lui in persona ha sconfitto, e la Mafia, ma pultroppo c'e' il filo che lega dall'assassino al potere, il denaro, questo è stato il lucro per tutti i massacri che ha fatto la mafia.
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giorgio
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sabato 13 dicembre 2008
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cinema di grandi attori
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Ognuno del 'forum' ha detto cose giustissime sul personaggio storico Dalla Chiesa. Io, però, vorrei soffermarmi sul valore estetico del film, che io ritrovo soprattutto negli attori. E' difficile trovare un film dove gli interpreti siano più azzeccati e 'giusti' dai protagonisti ai comprimari: dalla tenera Giuliana De Sio, delicata ed esattissima nel delineare il personaggio fragile eppure entusiasta di Emanuela Setti Carraro, dai ruoli "istituzionali" di Stefano Satta Flore e di Arnoldo Foà, rispettivamente il carabiniere Capitano Fontana ed il Ministro; grandissima poi è la caratterizzazione del personaggio di Pio La Torre, frutto del lavoro di un attore teatrale come Lino Troisi, molto esatta ed aderente al vero.
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Ognuno del 'forum' ha detto cose giustissime sul personaggio storico Dalla Chiesa. Io, però, vorrei soffermarmi sul valore estetico del film, che io ritrovo soprattutto negli attori. E' difficile trovare un film dove gli interpreti siano più azzeccati e 'giusti' dai protagonisti ai comprimari: dalla tenera Giuliana De Sio, delicata ed esattissima nel delineare il personaggio fragile eppure entusiasta di Emanuela Setti Carraro, dai ruoli "istituzionali" di Stefano Satta Flore e di Arnoldo Foà, rispettivamente il carabiniere Capitano Fontana ed il Ministro; grandissima poi è la caratterizzazione del personaggio di Pio La Torre, frutto del lavoro di un attore teatrale come Lino Troisi, molto esatta ed aderente al vero. Fino ad arrivare al protagnista, Lino Ventura, qui al culmine della sua maturità espressiva, doppiato meravigliosamente da Adalberto Maria Merli.
Meno interessante, invece, appare la sceneggiatura del film. Sono raccontate tutte cose molto vere, ma il piglio è un pò piatto, da "telegiornale sulla mafia senza stile" come fu detto da molti critici contemporanei.
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andrea
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domenica 23 marzo 2008
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grazie!
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Già strenuo combattente, quale altissimo Ufficiale dell'Arma dei Carabinieri, della criminalità organizzata, assumeva anche l'incarico, come Prefetto della Repubblica, di respingere la sfida lanciata allo Stato Democratico dalle organizzazioni mafiose, costituenti una gravissima minaccia per il Paese. Barbaramente trucidato in un vile e proditorio agguato, tesogli con efferata ferocia, sublimava con il proprio sacrificio una vita dedicata, con eccelso senso del dovere, al servizio delle Istituzioni, vittima dell'odio implacabile e della violenza di quanti voleva combattere.
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zz
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sabato 8 dicembre 2007
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100 giorni a palermo
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marco cantarini
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mercoledì 24 gennaio 2007
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marco cantarini (bs)
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1982. Dopo la sua vittoria contro il terrorismo, il generale dell' arma dei carabinieri C.A. Dalla Chiesa viene inviato in Sicilia per combattere la mafia, sperando che ottenga i medesimi risultati.
Dalla Chiesa è onesto e determinato a scoprire i mandanti dell' omicidio del sindacalista Pio La Torre (che si batteva per il sequestro dei beni ai mafiosi) e ad annientare la mafia.
A Palermo non è solo: insieme a lui vi è la moglie emanuela, la quale gli resterà accanto finchè la notte del 3 settembre 1982 la mafia li massacrerà entrambi, vincendo ancora una volta l' eterna guerra contro lo Stato.
Come gli altri film dello stesso regista, Cento giorni a Palermo è un film molto crudo e molto diretto che tiene a conservare la sua natura documentaristica senza scendere nel romanzato.
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1982. Dopo la sua vittoria contro il terrorismo, il generale dell' arma dei carabinieri C.A. Dalla Chiesa viene inviato in Sicilia per combattere la mafia, sperando che ottenga i medesimi risultati.
Dalla Chiesa è onesto e determinato a scoprire i mandanti dell' omicidio del sindacalista Pio La Torre (che si batteva per il sequestro dei beni ai mafiosi) e ad annientare la mafia.
A Palermo non è solo: insieme a lui vi è la moglie emanuela, la quale gli resterà accanto finchè la notte del 3 settembre 1982 la mafia li massacrerà entrambi, vincendo ancora una volta l' eterna guerra contro lo Stato.
Come gli altri film dello stesso regista, Cento giorni a Palermo è un film molto crudo e molto diretto che tiene a conservare la sua natura documentaristica senza scendere nel romanzato.
(chiedo scusa per eventuali errori: ho solo 16 anni)
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