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Se si accetta la fiaba, il racconto di esperienza d'iniziazione alla vita e all'amore, magari contornato da indicazioni"alte"e ataviche(gli dei, nella concezione politeistica dei Polinesiani)e si ama la natura anche subacquea, le cose vanno bene, con "Beyond the Reed"(Frank C.CLark, da un romanzo di Cle'ment Richer su"Tikoyo", il pescarore protagonista della stroria, screenplay di Louis Lo Russo e di Jim Cakabtsos, 1980), dove il piccolo orfanoTikoyo incontra la ricca Diana e la ritrova, coplice il suo squalo, in cui e'entrata l'anima dell'anziano"brujo"(stregone, sorcier)Manidu', vari anni dopo, qunado entrambi sono belli, giovani e prestanti, ma di mezzo c'e'il fratello di lei che e'un tychoon e un distriuttore dei rapporti ecologici locali(tutto in funzione del profitto e dell'acculmulazione di denario, costruendo hotels a man basa, infischiandosene dei luoghi naturali protetti)e che naturalmente vorrebbe rimandare Diana Negli States per un matrimonio"comme il faut", a livello di classe sociale... Ma.... Carino, se consideriamo i luoghi, la piacevolezza della storia, che e'appunto una fiaba o quasi(qualcuno dira'una specie di"romanzo Harmony", ma e'piu'ed e0meglio di cio') , bravi e belli Dayton Ka'ne e Maren Jensen, OLiverio Marcel Diaz convincente all'jnizio come Manidu', musiche piacevoli di Francis Lai(quello di tante musiche per i film di Claude Lelouc, tra l'altro) ma soprattutto fotografia di Sam Martin molto riuscita. Se poi vogliamo altro e"quclosa di piu'""certo dobbiamo rivolgerci altrove, ma il passaggio per quest'operina non fara'male a nessuna/o, anzi, El Gato
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