Villaggio abbandona i panni migliori da lui vestiti, quelli del ragionier Ugo Fantozzi, per indossare quelli di Giandomenico Fracchia, personaggio altrettanto sfigato e di fantozziana memoria. Non a caso è presente il fantastico Gigi Reder, noto per aver interpretato il ragionier Filini, che qui interpreta invece la madre siciliana del pericoloso criminale oltre ad Anna Mazzamauro. Il film è la metafora del'ingiustizia della vita terrena ma non solo: infatti quando i due personaggi verranno uccisi, solo uno avrà il tanto agognato "lasciapassare" che gli garantirà il paradiso e non sarà di certo lo sfortunatissimo geometra Fracchia, che invece in tasca si troverà fogli di giornale che gli spalancheranno le porte dell'inferno.
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Villaggio abbandona i panni migliori da lui vestiti, quelli del ragionier Ugo Fantozzi, per indossare quelli di Giandomenico Fracchia, personaggio altrettanto sfigato e di fantozziana memoria. Non a caso è presente il fantastico Gigi Reder, noto per aver interpretato il ragionier Filini, che qui interpreta invece la madre siciliana del pericoloso criminale oltre ad Anna Mazzamauro. Il film è la metafora del'ingiustizia della vita terrena ma non solo: infatti quando i due personaggi verranno uccisi, solo uno avrà il tanto agognato "lasciapassare" che gli garantirà il paradiso e non sarà di certo lo sfortunatissimo geometra Fracchia, che invece in tasca si troverà fogli di giornale che gli spalancheranno le porte dell'inferno. I riferimenti al personaggio di Fantozzi sono tanti e chiarissimi, molti episodi ricorda vecchi film sul ragioniere, comresi vari epiteti quali "merdaccia" o frasi tipo "com'è umano lei!". Oltre ai già citati Villaggio e Reder,spicca un divertentissimo Lino Banfi nei panni dell'esilarante Commissario di Polizia Auricchio, protagonista di una scena memorabile, un vero cult: quella davanti al ristorante in cui canta la canzoncina in rima, un mito assoluto! Fondamentalmente sciatto, banale e trash, funziona alla grandissima, facendo ridere di gust, variando in maniera cialtrona, apocalittica e alquanto nostrana "Tutta la cità ne parla" di John Ford.
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