fedeleto
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domenica 13 novembre 2011
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la ballata di herzog
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Bruno e' un uomo appaena uscito di galera,vuole ricominciare una vita ed insieme ad una prostituta sua amica,e un anziano sua vecchia conoscenza,parte per l'america,lasciando una berlino troppo deprimente e ostile.Arrivato nella terra delle opportunita',vedra' che niente e' come sembra e anzi verra' abbandonato dalla ragazza e il suo vecchio amico verra' portato in carcere.A bruno non rimarra' che un' ultima drastica scelta.Un film di werner herzog8aguirre,l'enigma di kaspar hauser,cuore di vetro) che analizza il problema di un america dove tutto ruota intorno al denaro che e' fondamentalmente il rpoblema della disfatta,e il personaggio di Bruno (lo stesso che ha interpretato l'enigma di kaspar hauser),e' un succube della vita,e per quanto possa fare ,rimane sempre in un cerchio chiuso(abile la scena del furgone che gira in tondo,un omaggio a anche i nani hanno cominciato da piccoli).
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Bruno e' un uomo appaena uscito di galera,vuole ricominciare una vita ed insieme ad una prostituta sua amica,e un anziano sua vecchia conoscenza,parte per l'america,lasciando una berlino troppo deprimente e ostile.Arrivato nella terra delle opportunita',vedra' che niente e' come sembra e anzi verra' abbandonato dalla ragazza e il suo vecchio amico verra' portato in carcere.A bruno non rimarra' che un' ultima drastica scelta.Un film di werner herzog8aguirre,l'enigma di kaspar hauser,cuore di vetro) che analizza il problema di un america dove tutto ruota intorno al denaro che e' fondamentalmente il rpoblema della disfatta,e il personaggio di Bruno (lo stesso che ha interpretato l'enigma di kaspar hauser),e' un succube della vita,e per quanto possa fare ,rimane sempre in un cerchio chiuso(abile la scena del furgone che gira in tondo,un omaggio a anche i nani hanno cominciato da piccoli).Una pellicola sull'impotenza dell'uomo ,il cui destino sembra essere segnato da una forza avversa degli eventi ,e il dualismo avere ed essere porta il suo crudo risultato finale.
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ennio
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domenica 30 dicembre 2018
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lo strano e incoerente sogno americano di herzog
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"il sogno americano di Stroszek" sarebbe stata la traduzione italiana più adeguata al titolo originale che è semplicemente "Stroszek".
Il povero protagonista vive una vita miserabile nei bassifondi della vecchia mitteleuropa, e all'improvviso grazie a un certo vicino di casa gli si apre una possibilità di vivere il sogno americano. Si trasferisce là con la sua bella, una volubile prostituta, e senza troppa fatica ha tutto ciò che rende normalmente felice una persona moderna: una famiglia, una casa, un lavoro. Addirittura un televisore, che viene enfatizzato come conquista suprema figlia del successo personale.
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"il sogno americano di Stroszek" sarebbe stata la traduzione italiana più adeguata al titolo originale che è semplicemente "Stroszek".
Il povero protagonista vive una vita miserabile nei bassifondi della vecchia mitteleuropa, e all'improvviso grazie a un certo vicino di casa gli si apre una possibilità di vivere il sogno americano. Si trasferisce là con la sua bella, una volubile prostituta, e senza troppa fatica ha tutto ciò che rende normalmente felice una persona moderna: una famiglia, una casa, un lavoro. Addirittura un televisore, che viene enfatizzato come conquista suprema figlia del successo personale. Poi tutto diventa appunto America: se non hai i soldi, sei fuori gioco. Niente più casa, lavoro, donne. Ma del resto che ci si poteva aspettare da un poveretto come Stroszek, mi domando? Un individuo senza capacità, volontà e anche scarsa intelligenza. L'America è spietata d'accordo, ma che avrebbe dovuto fare?
Un film assai piacevole, anche se come al solito con quel nonsochè di insensato che caratterizza tutta l'opera di Herzog. Un regista che sembra odiare tutto ciò che è normale e plausibile, mettendo in gioco come protagonisti nani, disperati ed iperboli.
Le scene più simboliche, ma anche grottesche e divertenti le riserva il finale. Tacchino e fucile, più America di così.
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carloalberto
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giovedì 17 dicembre 2020
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la favola tragica di un pinocchio senza speranze
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La ballata di Stroszek è una condanna irrevocabile, poetica e disperata di Herzog del sistema capitalistico e consumista del suo tempo, di quegli anni ’80 in cui imperversava come un virus in Europa ed in tutto l’occidente l’edonismo reaganiano, che, in verità, non ha mai smesso di infettare le coscienze dei cittadini di questa parte del mondo e che, anzi, si è diffuso anche nell’altro emisfero, attraverso il racconto della storia drammatica di un emarginato dalla nascita, un uomo debole, minato da un’infanzia e da una adolescenza difficile, segnato dal riformatorio e dal carcere, che si illude di poter riscattare un’esistenza balorda senza amore, dominata dalla dipendenza all’alcol, emigrando verso il sogno americano, alla ricerca della fortuna che in quel paese, secondo la mitologia moderna, tutti sono destinati a fare.
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La ballata di Stroszek è una condanna irrevocabile, poetica e disperata di Herzog del sistema capitalistico e consumista del suo tempo, di quegli anni ’80 in cui imperversava come un virus in Europa ed in tutto l’occidente l’edonismo reaganiano, che, in verità, non ha mai smesso di infettare le coscienze dei cittadini di questa parte del mondo e che, anzi, si è diffuso anche nell’altro emisfero, attraverso il racconto della storia drammatica di un emarginato dalla nascita, un uomo debole, minato da un’infanzia e da una adolescenza difficile, segnato dal riformatorio e dal carcere, che si illude di poter riscattare un’esistenza balorda senza amore, dominata dalla dipendenza all’alcol, emigrando verso il sogno americano, alla ricerca della fortuna che in quel paese, secondo la mitologia moderna, tutti sono destinati a fare. Ma è una favola. E sotto forma di favola la sua vita viene narrata con toni che oscillano tra il farsesco ed il surreale, fino alla tragedia finale.
Come un novello Pinocchio, il protagonista, interpretato da un attore non professionista, Bruno Schleinstein, pittore e musicista di strada,con un vissuto alle spalle che assomiglia molto a quello del personaggio che interpreta, perseguitato dagli sfruttatori della sua amica prostituta, il gatto e la volpe, in una Berlino plumbea, ripresa staticamente in una visuale chiusa, oppressa tra le strade grigie e le quattro mura dei cortili dei palazzoni tetri, dove si esibisce suonando la fisarmonica, fugge in America. Da subito, come materializzazione visiva delle possibilità straordinarie che offre il nuovo continente, si aprono spazi sconfinati che lasciano presagire grandi cose da realizzare, fin già dal porto di attracco, con la bella nave da crociera bianca inquadrata mentre fa il suo lento e trionfale ingresso nella rada, e poi nei paesaggi, scorti dalla macchina in viaggio verso la meta prefissata, che si perdono a vista d’occhio su pianure immense, sotto enormi nuvole insanguinate dal tramonto. E’ il tanto agognato paese dei balocchi. Ma il Lucignolo attempato, suo compagno di viaggio, forse deluso dai parenti americani dallo squallore in cui vivono, si perde quasi subito in elucubrazioni fantastiche credendosi un grande inventore, e la sua fata turchina, Eva Mattes, tornerà a fare il suo antico mestiere, anche oltreoceano, offrendosi per qualche dollaro ai camionisti di passaggio nell’autogrill dove fa la cameriera.
Memorabile la scena finale, metafora delle esistenze alienate dei tre protagonisti, icasticamente potente, caratterizzata da un cromatismo, stridente con la tragicità dei contenuti, che rinvia a quello di un cartoon della Disney, e per associazione di immagini al color rosso vivo della porta e delle scale dell'appartamento di Stroszek, in cui dei piccoli animali da cortile, in striminzite gabbie, si esibiscono meccanicamente, come automi impazziti, in numeri progettati per suscitare ilarità, il coniglio che guida l’autopompa, la gallina che balla sulla piattaforma girevole, il gallo che suona il pianoforte.
Stroszek si sottrae al proprio destino nell’unico modo che gli resta, dopo aver fatto un ultimo viaggio su una funivia, che lo riporta sempre al punto di partenza e aver lasciato il camion in avaria a girare in tondo fino ad esplodere e ad incendiarsi, simboli entrambi di una vita senza via di uscita con il percorso già segnato dall'inizio.
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