Adelio Ferrero
Cinema Nuovo
Forse il film più "sincero" e scoperto di P. (il che non significa, necessariamente, il più bello. Ma è poi importante?).
Innanzitutto per la funzione e il peso del personaggio femminile: Elita, entraineuse di bassa estrazione e di altrettanto infimo livello in locali di terz'ordine di Città del Messico. La gelosia retrospettiva di Benny per Garcia, ultimo amante di lei, mette, nella macabra impresa del protagonista, un di più di accanimento e di odio (vedi il rimando a Cane di paglia, riconfermato qui dalla sequenza degli hippies che tentano di violentare Elita e verranno sterminati da Benny) che si rovescia, dopo la morte della donna, in odio-amore, macabra preservazione (la testa nel sacco coperto di mosche, i blocchi di ghiaccio per impedirne la putrefazione, la risposta al ragazzo: «ho un gatto morto che apparteneva a un mio amico») del simbolo marcio di una possibilità frustrata, l'amore. [...]
di Adelio Ferrero, articolo completo (4182 caratteri spazi inclusi) su Cinema Nuovo 2005