Giuseppe Marotta
Che paese vario, tumultuoso, folle, è il paese del Cinema. Davanti al Pizzo Chaplin, la tozza collinetta degli Hathaway; a due passi dal verde altipiano dei De Sica e dei Castellani, la palude, la "bassa" delle innumeri "mezze maniche" della regia; qua i salati Faraglioni di Tati e là i neri strapiombi degli infimi "paglietta" della pellicola, gli abissi, per intenderci, di Raffaello Matarazzo e compagni. Avevo appena finito di vedere O Cangaceiro, infatti, quando sgusciai nella sala in cui si proiettava, anzi no, si contorceva il film Torna! Alla cassa mi trovai accanto (non invento, giuro: la mia vita è piena di significative coincidenze, di avvertimenti e di fantasmi. [...]
di Giuseppe Marotta, articolo completo (5515 caratteri spazi inclusi) su 1956