Pellicola di produzione europea del registra francese Roger Vadim che nella parte della protagonista volle l’allora compagna Jane Fonda, già al tempo famosa per altre interpretazioni (“Cat Ballou”, “La caccia”, “A piedi nudi nel parco”), ma che grazie a questo film divenne pure un sex symbol internazionale, aumentando notevolmente la propria fama.
A memoria del sottoscritto, si tratta del primo film di fantascienza con una protagonista femminile; tuttavia bisogna chiarire che la pellicola è molto diversa rispetto ai film dello stesso genere che si sono diffusi successivamente, in quanto proprio la componente femminile venne interpretata e sfruttata come chiave per spostare la pellicola verso un cinema sensuale e quasi erotico, piuttosto che puramente fantascientifico.
Il film di Vadim infatti propone varie scene disinibite, a cominciare da quella sui titoli di testa, dove la Fonda compare nuda; l’argomento sessuale non è affatto un tabù, bensì viene trattato con leggerezza ed ironia, nonostante che poi le scene di sesso esplicito non siano mai effettivamente mostrate.
La Fonda appare una bambolina sexy futuristica che cambia continuamente abito, risultando molto diversa delle protagoniste dei film fantascientifici d’azione che si affermeranno in seguito, dalla tenente Ripley incarnata da Sigourney Weaver in “Alien” di Ridley Scott, fino alle eroine dei film più recenti.
Il cast internazionale conta oltre alla Fonda l’americano dal fisico da modello John Phillip Law, che viene utilizzato come oggetto del desiderio sia della protagonista che soprattutto della dispotica e perversa antagonista interpretata dalla bella Anita Pallenberg; l’altro ruolo di maggior rilievo è affidato al bravo caratterista Milo O'Shea; infine si ricordano in ruoli comunque rilevanti Ugo Tognazzi, Marcel Marceau e David Hemmings.
Un’avvertenza per i cultori del genere fantascientifico, inteso come genere cinematografico (e prima ancora letterario) che pur prevedendo elementi fantasiosi includa comunque un fattore scientifico: il personaggio di Barbarella era nato pochi anni primi come protagonista dell’omonimo fumetto dell’autore francese Jean-Claude Forest; pertanto la fantascienza che mette in scena Vadim è estremamente spinta e ben poco poggiata su basi scientifiche, ricalcando invece quella di natura fumettistica di Forest, con pesanti sconfinamenti nel genere fantastico.
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