weach
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sabato 12 marzo 2011
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fantapolitca temibile e possibile
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Strangelove prima di Stanley Kubrick
Questo film ,un poco fantapolitico,un poco commedia macabra noir, con dei contorni satirici e di feroce critica alla struttura militare, si colloca storicamente in mezza alla “guerra fredda “mentre imperversava il timore per una guerra termonucleare possibile o imminente , a due passi dal rischio di una terza guerra mondiale durante il pericolo “Cuba “ , con la memoria storica dell’olocausto di Hiroschima e Nagasaki; con ancora gli occhio del mondo che guardavano la distruzione della seconda guerra mondiale , con l’ammirazione ed il timore per “ la misteriosa e magica forza sprigionato dalla atomo” .
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Strangelove prima di Stanley Kubrick
Questo film ,un poco fantapolitico,un poco commedia macabra noir, con dei contorni satirici e di feroce critica alla struttura militare, si colloca storicamente in mezza alla “guerra fredda “mentre imperversava il timore per una guerra termonucleare possibile o imminente , a due passi dal rischio di una terza guerra mondiale durante il pericolo “Cuba “ , con la memoria storica dell’olocausto di Hiroschima e Nagasaki; con ancora gli occhio del mondo che guardavano la distruzione della seconda guerra mondiale , con l’ammirazione ed il timore per “ la misteriosa e magica forza sprigionato dalla atomo” .
Eccellente questo “quadro di epoca” nel rappresentare le sensazioni presenti agli inizi degli anni” 60” di un’l’umanità che si confrontava con il rischio nucleare; nel rappresentare, minuziosamente, grazie alla maniacale puntigliosità di Kubrick , le procedure militari che regolavano la sicurezza nella gestione del potenziale atomico.
Fu una pellicola che provocò grande risonanza nella critica ed attenzione nel pubblico per i suoi contorni di attuali, interpretati con sfumature satiriche , grottesche , allucinanti.
I tre personaggi ,interpretati mirabilmente da un immenso “giocoliere” e funambolico Peter Selleres , sono la sintesi di un lavoro di concerto fra l’attore e la regia, con uno Stanley kubrick che per una sola seconda volta , già in parte era successo con Lolita, concesse ad altri “ di farsi trasportare “ in avventure create da un fantasista traboccante .
Stanley Kubrick era perfettamente consapevole del dramma dell’ uomo ,che in continuo conflitto con se stesso, in realtà obbedisce a forze cosmiche primordiali, complementari,contrapposte , con autorevolezza descritte dalla scuola Taoista quella dell’yin e dello yung , forze presenti in tutto l’universo conosciuto , sia nell’infinitamente piccolo che nell’ infinitamente grande;due forze unite e sperate nello stesso tempo da una forza che le neutralizza ;le similitudini sono evidenti con le moderne conoscenze sulla struttura delle forze che operano all’interno atomo.
Su di un piano spirituale queste due forze , sopra descritte,sono viste come soma e psiche oppure paura ed amore ;o ancora voglia di armonizzare e distruggere ,capacità di condividere o separare.!
Oggi ci si domanda quale fosse il messaggio implicito di questo indecifrabile Strangelove!!
Dico la mia: “Stanley Kubrick intendeva condividere con una “copertina” formalmente da commedia “un angoscia esistenziale, un pericolo per l’umanità;a volte il percorso incisivo che porta alla consapevolezza della follia lo si percepisce “ osservandosi allo specchio”mentre si costruisce una figura apparentemente istrionica e grottesca come quella di dottor Stranamore .
Giocando allo specchio Stanley Kubrick si osserva, o meglio, scruta l’umana debolezza,”attraverso una “schizoide rappresentazione ,amara, disperata , profonda.
Ma c’è dell’altro:la peripatetica della follia passa per qua attraverso un apparente commedia che è poi dramma disperato perché annega “in un singhiozzo di profondo annichilimento ”.
La festa della autodistruzione , celebrata con la simbologia di esplosione nucleari a catena,ha una sua liricità e poesia ;le immagini sembrano trasformasi in monumenti di pace quelli di una fine agognata e pertugio per dar luogo ad un nuovo inizio”
Mentre esaurisco il mio pensiero, come folletti ,ricompaiono nel mio immaginario i tre personaggi impersonati dall’ eclettico Peter Sellers in sibillina passerella , il presidente Muffley , il dottor Stanamore e il capitano Lionel Mandrake archetipi dell’umana follia e monito contro il nasto pensiero malato.
Ma Stanley Kubrick voleva veramente rappresentare quanto ho letto ?
Forse !.
A voi comunque compete la personale lettura ed il privilegio di godere di questo capolavoro.
Grazie
Weach illuminati
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il cinefilo
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mercoledì 2 giugno 2010
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uno dei vertici di stanley kubrick
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Il film in questione,realizzato da Stanley Kubrick nel 1964 è da considerarsi,a mio giudizio,una delle migliori opere del regista e uno dei capolavori assoluti della storia del cinema americano.
TRAMA:La storia si svolge durante il periodo della guerra fredda e dove un generale americano impazzito ordina un bombardamento atomico sul territorio dei russi dove però rischia anche di scatenare la fine del mondo...RECENSIONE:Questa pellicola è stata girata proprio durante il periodo conflittuale tra USA e URSS(durato oltre un trentennio)e si può respirare,ad ogni inquadratura,il "profumo" di quel periodo lontano(ma nemmeno troppo considerando alcuni temi attuali.
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Il film in questione,realizzato da Stanley Kubrick nel 1964 è da considerarsi,a mio giudizio,una delle migliori opere del regista e uno dei capolavori assoluti della storia del cinema americano.
TRAMA:La storia si svolge durante il periodo della guerra fredda e dove un generale americano impazzito ordina un bombardamento atomico sul territorio dei russi dove però rischia anche di scatenare la fine del mondo...RECENSIONE:Questa pellicola è stata girata proprio durante il periodo conflittuale tra USA e URSS(durato oltre un trentennio)e si può respirare,ad ogni inquadratura,il "profumo" di quel periodo lontano(ma nemmeno troppo considerando alcuni temi attuali...).
Quest'opera è,innanzitutto,una satira(e anche particolarmente spietata)nei confronti non soltanto delle due superpotenze(che si trovano in uno stato di "guerra di tensione")ma,in generale,diretta contro l'intera umanità e contro il suo folle desiderio di una scienza senza freni e confini e che rischia soltanto di far sprofondare il genere umano nel baratro(il concetto del "ordigno fine del mondo"espresso nel film a proposito della mostruosa bomba atomica sovietica è la figura stessa del dottor Stranamore,ex nazista e "fanatico" degli ordigni nucleari si possono definire entrambi una perfetta "sìntesi umoristica" di una umanità pronta per l'autodistruzione).
il film può vantare numerose sequenze memorabili,comiche ma anche raccapriccianti(come la telefonata tra il presidente americano e il primo ministro russo e la sequenza finale in cui il pilota si lancia a cavallo della bomba nucleare)e gli attori sono tutti perfetti e strepitosi(a partire da Peter Sellers che ricopre tre ruoli(il presidente americano,l'assistente del generale pazzo e il dottor Stranamore),Sterling Hayden e George C.Scott(geniale nel suo ruolo di generale guerrafondaio) e la scenografia della sala del pentagono dove si riuniscono i leader statunitensi è "genialmente perfetta".
Questo capolavoro possiede almeno un tema in comune con un altra sua grande "opera" cinematografica(2001 odissea nello spazio)che è,appunto,il tema della tecnologia che si rivolta contro gli esseri umani(in questo film è l'ordigno "fine del mondo",nel successivo 2001 questa minaccia viene "personificata" dal computer Hal 9000)ed è un "incubo" che Kubrick esorcizza, lungo tutta questa pellicola,attraverso l'arma dell'umorismo nero.
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dodo
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martedì 10 aprile 2007
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unico nel suo genere...
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Nessuno come Kubrick riesce a trattare in ambito filmico temi così importanti con sagace sarcasmo e critica sibillina. Nessuno come Kubrick riuscirebbe a compiere una simile parodia sulla bomba, sull'uomo, sulle sue paure, sulle sue manie e contraddizioni.
Il film è tratto da un romanzo di Peter George: "Red alert".
Nella seconda migliore opera (a nostro parere) di Kubrick dopo soltanto "Odissea 2001 nello Spazio" c'è proprio tutto: tematiche antropologiche, storiche, sociologiche.
A partire dalla sete di potere e sopraffazione insita nell'uomo, fino ad arrivare all'approdo di una nuova speranza di cambiamento storico verso una nuova direttiva di pace (interpretata in questo caso dal tranquillo e sprovveduto Presidente Americano).
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Nessuno come Kubrick riesce a trattare in ambito filmico temi così importanti con sagace sarcasmo e critica sibillina. Nessuno come Kubrick riuscirebbe a compiere una simile parodia sulla bomba, sull'uomo, sulle sue paure, sulle sue manie e contraddizioni.
Il film è tratto da un romanzo di Peter George: "Red alert".
Nella seconda migliore opera (a nostro parere) di Kubrick dopo soltanto "Odissea 2001 nello Spazio" c'è proprio tutto: tematiche antropologiche, storiche, sociologiche.
A partire dalla sete di potere e sopraffazione insita nell'uomo, fino ad arrivare all'approdo di una nuova speranza di cambiamento storico verso una nuova direttiva di pace (interpretata in questo caso dal tranquillo e sprovveduto Presidente Americano). Dalla lotta tra due opposte visioni ideologiche del mondo, alla paura umana dell'autodistruzione. Dall'ombra di una totale meccanicizzazione razionale dell'agire umano (resa perfettamente da tanti sketch presenti nel film, si vedano le congetture di Dottor Stranamore nel finale, il quale espone i bizzarri, ma non troppo, rimedi per salvare una parte dell’umanità, quella americana, dalle conseguenze dello scoppio della bomba) a tante tante altre tematiche, presentate da Kubrick sempre sotto un alone di ironia, ma che risultano essere molto “vere”.
La sceneggiatura è da oscar, e non vale la pena descrivere e anticipare nulla. Il film è di grande impatto. Buona visione.
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riccardo-87
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giovedì 21 gennaio 2010
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un film demenziale sulla demenzialità dell'uomo
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Stanley Kubrick mette in scena uno dei capolavori del cinema demenziale con preciso scopo di critica politica: la demenzialità del film infatti vuole riflettere la stupidità che governa il mondo d’oggi, nel quale, oltre ad aver perso ogni valore morale, si è perso anche ogni tipo di buonsenso, come dimostra il pericolo della cosiddetta “guerra totale”, ovvero di una guerra nucleare che potrebbe annientare l’umanità intera- memorabile in questo film è l’idea dell’ordigno “fine di mondo”, che, elaborato dalla Russia allo scopo di deterrenza, risulta invece essere la causa effettiva della fine del mondo. Insomma vi è qui l’idea che il regime di terrore istaurato dal nucleare, basato sul fatto che non sia conveniente usare la potenza atomica per paura del “diritto di rappresaglia” degli avversari – denominato anche “possibilità di secondo colpo”- possa effettivamente portare all’autoannientamento dell’umanità.
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Stanley Kubrick mette in scena uno dei capolavori del cinema demenziale con preciso scopo di critica politica: la demenzialità del film infatti vuole riflettere la stupidità che governa il mondo d’oggi, nel quale, oltre ad aver perso ogni valore morale, si è perso anche ogni tipo di buonsenso, come dimostra il pericolo della cosiddetta “guerra totale”, ovvero di una guerra nucleare che potrebbe annientare l’umanità intera- memorabile in questo film è l’idea dell’ordigno “fine di mondo”, che, elaborato dalla Russia allo scopo di deterrenza, risulta invece essere la causa effettiva della fine del mondo. Insomma vi è qui l’idea che il regime di terrore istaurato dal nucleare, basato sul fatto che non sia conveniente usare la potenza atomica per paura del “diritto di rappresaglia” degli avversari – denominato anche “possibilità di secondo colpo”- possa effettivamente portare all’autoannientamento dell’umanità. Parallelamente si può ritrovare la concezione riguardante quella che a me piace chiamare “l’assurdità gerarchica” , ovvero che le decisioni importanti siano nelle mani di pochi e siano inconfutabili anche se palesemente senza senso; inoltre il film dimostra come basti che ad un generale “giri il boccino” per mettere in crisi e direi addirittura in ginocchio l’intero sistema militare e la sicurezza planetaria – e si provi ad immaginare se “il boccino” girasse ad un presidente- . “il dottor Stranamore” è un film di denuncia del cosiddetto “progresso” scientifico e tecnologico. La stupidità dell’invenzione del nucleare ha dell’incredibile: tutti noi ci preoccupiamo della fine del mondo per un meteorite (Armageddon), per il raffreddamento del sole o lo scioglimento dei ghiacciai, e neanche ci accorgiamo che l’arma letale l’abbiamo in casa, e che la fine dell’umanità molto probabilmente sarà dovuta, anziché ad una catastrofe naturale, all’uomo stesso – in realtà, pensando al ’62, cioè alla crisi di Cuba e Fidel Castro, si può dire che ci siamo andati già molto vicini …! In conclusione ritengo “il dottor Stranamore” un film estremamente attuale, un film di denuncia realistica che in quanto tale va preso molto sul serio; di questo capolavoro, oltre che sottolineare l’infinita finezza umoristica, ritengo che si debba cogliere anche il lato tragico del messaggio di Kubrick. Un merito particolare lo riconosco al monologo di Peter Sellers al telefono con “Dimitrij”, ai dialoghi tra lo stesso e il generale Ripper e al generale Turgidson, anche se trovo davvero difficile non dare un riconoscimento a ciascuno degli attori che hanno preso parte a questo spettacoloso capolavoro.
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erre
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venerdì 6 giugno 2008
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il dr. sellers alla corte di stanley
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Uno lo scrive, l' altro lo dirige, uno lo interpreta, l' altro lo produce, che bella coppia Peter Sellers e Stanley kubrick, così bella da creare, dal nulla, un capolavorro veramente raffinato: Il Dottor Stranamore. Una pellicola satirica, quasi grottesca, piena di ironia intelligente ma anche, e soprettutto, un atto vero e propio di denuncia sulla guerra e, più a fondo, una critica dura e decisa sull' avvento, in larga scala, del nucleare e derivati. Un lungometraggio mai banale e con la giusta dose di moralità. Straordinaria l' interpretazione di Sellers che si fa letteralmente in tre in questo film interpretando: il capitano Lionel Mandrake, un anti-comunista, da una parte ( la maschera), deciso e voglioso di dare sfoggio della sua autorità e sicurezza, dall' altra (il vero volto), un uomo insicuro, confuso e, in alcuni momenti, malinconicamente ibarazzato davanti a se stesso, cioè il presidente degli Stati Uniti Muffley, un uomo intelligente e diplomatico ma un po distaccato dal mondo che lo circonda ed è per questo che, ad un certo punto, deve chidere spiegazioni, in merito alla potente arma segreta russa, a se stesso, cioè il Dottor Stranamore, un ex nazzista in carrozzella, un pò (tanto) svitato, con una mano finta che non ne vuol saper di piantarla di inneggiare al nazzismo.
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Uno lo scrive, l' altro lo dirige, uno lo interpreta, l' altro lo produce, che bella coppia Peter Sellers e Stanley kubrick, così bella da creare, dal nulla, un capolavorro veramente raffinato: Il Dottor Stranamore. Una pellicola satirica, quasi grottesca, piena di ironia intelligente ma anche, e soprettutto, un atto vero e propio di denuncia sulla guerra e, più a fondo, una critica dura e decisa sull' avvento, in larga scala, del nucleare e derivati. Un lungometraggio mai banale e con la giusta dose di moralità. Straordinaria l' interpretazione di Sellers che si fa letteralmente in tre in questo film interpretando: il capitano Lionel Mandrake, un anti-comunista, da una parte ( la maschera), deciso e voglioso di dare sfoggio della sua autorità e sicurezza, dall' altra (il vero volto), un uomo insicuro, confuso e, in alcuni momenti, malinconicamente ibarazzato davanti a se stesso, cioè il presidente degli Stati Uniti Muffley, un uomo intelligente e diplomatico ma un po distaccato dal mondo che lo circonda ed è per questo che, ad un certo punto, deve chidere spiegazioni, in merito alla potente arma segreta russa, a se stesso, cioè il Dottor Stranamore, un ex nazzista in carrozzella, un pò (tanto) svitato, con una mano finta che non ne vuol saper di piantarla di inneggiare al nazzismo. Quest' ultimo, nel monologo finale, ci spiega, indirettamente, come gli uomini potenti siano immuni ad ogni evento scatenabile dall' uomo, su questo mondo, e come anche il più grande dei disastri possa lasciarli quasi indifferenti. Con questo film Kubrick e Sellers volevano dirci che la smania di potere, l' ignoranza, la follia e la crudeltà dell' essere umano portano alla lotta, alla guerra, se poi questa dovesse essere combatuta a colpi di bombe nucleari...
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filippo catani
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giovedì 31 gennaio 2013
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capolavoro antimilitarista
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Un folle generale statunitense ossessionato dai comunisti e dai loro complotti decide di ordinare un attacco atomico contro l'URSS. Un ufficiale inglese e il Presidente degli USA cercheranno di porre rimedio a questo immane disastro.
Questo film si può certamente iscrivere alla categoria dei capolavori e alla voce di quelli contro la guerra e i suoi isterismi che la seguono e che soprattutto la precedono. Sono diverse le scene tragicomiche che mettono alla berlina i militari e i militaristi convinti: intanto il generale che parla fumando un lunghissimo sigaro, poi le rigide procedure per lo sgancio della bomba fino ad arrivare in una lunga escalation allo scontro a fuoco tra militari americani.
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Un folle generale statunitense ossessionato dai comunisti e dai loro complotti decide di ordinare un attacco atomico contro l'URSS. Un ufficiale inglese e il Presidente degli USA cercheranno di porre rimedio a questo immane disastro.
Questo film si può certamente iscrivere alla categoria dei capolavori e alla voce di quelli contro la guerra e i suoi isterismi che la seguono e che soprattutto la precedono. Sono diverse le scene tragicomiche che mettono alla berlina i militari e i militaristi convinti: intanto il generale che parla fumando un lunghissimo sigaro, poi le rigide procedure per lo sgancio della bomba fino ad arrivare in una lunga escalation allo scontro a fuoco tra militari americani. Inoltre è veramente esilarante la telefonata tra il presidente e il suo omologo russo con il primo a spiegare al secondo che è pure ubriaco che a breve una bomba atomica scoppierà sul suo territorio. Quindi ecco entrare in scena il "mitico" dottor Stranamore e la fantomatica "bomba fine del mondo" capace di distruggere tutto e tutti (nonostante questo il generale americano assolutamente compiaciuto vorrebbe poter avere a disposizione questo congegno). Insomma un film che gioca con la paura e la psicosi sia del complotto comunista (gli USA erano da poco usciti dal maccartismo) sia di una guerra atomica (pochi anni prima d'altra parte c'era stata la crisi dei missili di Cuba che aveva precipitato il mondo a un passo dalla guerra). Questi strumenti neanche dovrebbero esistere visto che potrebbero essere maneggiati da individui senza scrupoli capaci di creare una vera e propria ecatombe solo per il gusto di sentirsi più uomini. D'altra parte, come si sottolinea nel film, il ricorso a queste armi renderebbe poi il pianeta praticamente inabitabile. Senza dubbio uno dei migliori film di Kubrick con un grande Sellers capace di impersonare tre diversi personaggi.
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(di maurito91)
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great steven
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venerdì 7 ottobre 2016
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fantascienza e satira politica ben amalgamate!
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IL DOTTOR STRANAMORE, OVVERO: COME IMPARAI A NON PREOCCUPARMI E AD AMARE LA BOMBA (USA, 1964) di STANLEY KUBRICK. Interpretato da PETER SELLERS, GEORGE C. SCOTT, STERLING HAYDEN, KEENAN WYNN, SLIM PICKENS, TRACY REED, PETER BULL
Il generale statunitense Jack Ripper, impazzito, invia trentaquattro cacciabombardieri a scagliare bombe ad idrogeno sull’Unione Sovietica.
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IL DOTTOR STRANAMORE, OVVERO: COME IMPARAI A NON PREOCCUPARMI E AD AMARE LA BOMBA (USA, 1964) di STANLEY KUBRICK. Interpretato da PETER SELLERS, GEORGE C. SCOTT, STERLING HAYDEN, KEENAN WYNN, SLIM PICKENS, TRACY REED, PETER BULL
Il generale statunitense Jack Ripper, impazzito, invia trentaquattro cacciabombardieri a scagliare bombe ad idrogeno sull’Unione Sovietica. Quando il Congresso viene a sapere, tramite una soffiata del generale Tayerson, delle intenzioni dell’uomo, viene convocata una riunione speciale in una base operativa alla quale son presenti lo stesso Presidente degli Stati Uniti e il dottor Stranamore, ex nazista esperto di ordigni esplosivi nucleari. I generali riuniti revocano ai piloti dei vari velivoli l’ordine di bombardare il territorio russo ma, su trentaquattro aerei, soltanto trenta recepiscono il comando, mentre altri tre proseguono il viaggio e uno precipita dopo esser stato intercettato e colpito in volo. Nel frattempo Ripper, segregato in un ufficio insieme al colonnello Mandrake, si suicida dopo essersi reso conto della gravità del gesto commesso, lasciando Mandrake solo a telefonare, con un altro colonnello irascibile che gli punta costantemente contro un mitra, al Congresso per sincerarsi che non scoppi la guerra nucleare che sembra già profilarsi all’orizzonte fra le due superpotenze mondiali. E mentre uno dei comandanti di volo farà la sua ultima cavalcata scendendo involontariamente dall’aereo insieme alla bomba testé sganciata, l’ambasciatore sovietico Aleksej si darà da fare in gran segreto per mettere i bastoni fra le ruote ai nemici americani. Il migliore film di Kubrick, insieme a 2001: Odissea nello spazio e Full Metal Jacket: la sua natura di satira politica, elegantemente abbinata alla sua funzione fantapolitica, lo rende un prodotto godibilissimo per come fa del sarcasmo pungente, ma di un’intelligenza estrema, sullo spettro che per più di quarant’anni aleggiò sull’intero pianeta, facendo temere ai suoi abitanti la sua scomparsa definitiva per colpa dei maneggi di potere combinati alla crescente corsa agli armamenti e alla preoccupante potenza delle bombe atomiche, anch’essa destinata ad aumentare anno dopo anno. L’opera più delirante, eccessiva e meno controllata di Kubrick si afferma con preponderanza anche come sguardo critico al mondo militare USA: le guerre non sono altro che una dimostrazione, o meglio, ostentazione di forza per gareggiare in fatto di diavolerie tecnologiche atte soltanto a mietere più vite umane possibile, e i generali che le conducono sono ritratti come pazzoidi scatenati che sacrificano tutte le cose più importanti nel nome non certo lodevole della fedeltà ad uno Stato che, a livello pratico, si traduce con feroce semplicità nel desiderio e nell’intenzione di sterminio indiscriminato del nemico. E il nemico, non importa chi sia esattamente, è sempre dipinto con le caratteristiche del demonio, un demonio che appare esecrabile non solo per ragioni politiche. Una delle migliori black comedy di tutti i tempi, il cui punto di forza fondamentale risiede nella lucidità dello sguardo, autentico mezzo per narrare le millenarie follie umane che creano dei mostri belligeranti con l’ausilio delle tecnologie elettroniche e l’ampliamento inarrestabile della globalizzazione. Una galleria di personaggi indimenticabili, tutti accomunati dal desiderio di salvezza ma al tempo stesso anche dalla volontà di non farsi male loro stessi a causa delle pazzie altrui. In primo luogo troviamo un P. Sellers al massimo della sua forma, in ben tre ruoli distinti: il colonnello baffuto Mandrake, ufficiale gentiluomo, eccentrico, loquace e assai determinato a tenere il naso fuori da affari pericolosi; l’occhialuto Presidente americano, addirittura reso come un individuo tutto sommato sprovveduto e ingenuo che ha un bisogno continuo del consiglio dei collaboratori per prendere le decisioni chiave per l’incolumità della Nazione che governa; lo squilibrato dottor Stranamore, tedesco emigrato oltreoceano, con un braccio meccanico che gli dà non pochi problemi, che prospetta per il futuro del pianeta uno scenario davvero poco rassicurante in cui sarà la radioattività a determinare le sorti umane, all’interno di un panorama dove solo i più forti potranno cavarsela, ma ricorrendo obbligatoriamente a sistemi degni di una condizione post-apocalittica. Meritano apprezzamenti non certo inferiori il simpatico e testardo ufficiale di Scott e l’ambasciatore russo di P. Bull, che strappano un sincero applauso nel loro primo incontro, segnato da una colluttazione mancata. Marce militari fra le più celebri negli USA impreziosiscono una colonna sonora che non poteva essere più azzeccata. Girato in bianco e nero, e a ragione ben veduta: il colore avrebbe rovinato gli obiettivi narrativi, fantasiosi, bilaterali e caricaturali di un film che si propone, con un coraggio considerevole, come documento di lettura della Guerra Fredda in un periodo in cui dominava con una pienezza raggelante, consegnando alla storia del cinema una pellicola che non solo propose un modo innovativo di gestire la materia filmica nel genere satirico, ma specialmente un monito accorato e disinteressato ai politicanti e agli artificieri che vedevano nel conflitto nucleare internazionale l’unica soluzione per spazzare via gli indesiderabili, senza però che Doctor Strangelove medesimo prenda una qualche posizione netta, anzi, mantenendosi invece ben lontano dallo scegliere uno schieramento, in quanto ciò avrebbe fuorviato dai suoi intenti, e soprattutto per via della neutralità di un linguaggio che arriva dritto allo spettatore senza ricattarlo. Un picco tragicomico con una tensione drammatica davvero difficile da replicare, che si mescola abilmente ad un registro divertente e dissacrante che tira fuori il meglio di sé nelle dettagliate e spassose descrizioni delle qualità distruttive delle bombe H.
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joker 91
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domenica 10 luglio 2011
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eccellente capolavoro
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un film satirico politico incredibile che racconta la guerra fredda scatenando risate ed allo stesso tempo facendo riflettere attraverso una galleria di personaggi grandiosi,su tutti va omaggiato il mitico Peter Sellers che doveva avere l'oscar poi non conferitogli. In pieno periodo guerra fredda kubrick affronta questo tema in momento ostico ricavandone come al solito un capolavoro
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paolo 67
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venerdì 2 dicembre 2011
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costruzione e distruzione, due sorelle gemelle
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"Il dottor Stranamore" è stato il primo film critico della bomba atomica nella cultura popolare. Che gli apparati predisposti dall'uomo per la sua salvaguardia possano essere anche la causa della sua fine (Kubrick osservava "Niente è più pericoloso di una cosa certa") appare più importante della denuncia del militarismo, dello scientismo e della corsa agli armamenti nucleari. La psicopatia del generale Ripper è generata da un'inquietudine di carattere sessuale (non vuole ammettere la propria impotenza e attribuisce ai comunisti che complottano per conquistare il mondo libero l'inquinamento dei fluidi vitali). Come altre opere di Kubrick, fin dal titolo il film esprime il rapporto tra l'amore e la morte.
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"Il dottor Stranamore" è stato il primo film critico della bomba atomica nella cultura popolare. Che gli apparati predisposti dall'uomo per la sua salvaguardia possano essere anche la causa della sua fine (Kubrick osservava "Niente è più pericoloso di una cosa certa") appare più importante della denuncia del militarismo, dello scientismo e della corsa agli armamenti nucleari. La psicopatia del generale Ripper è generata da un'inquietudine di carattere sessuale (non vuole ammettere la propria impotenza e attribuisce ai comunisti che complottano per conquistare il mondo libero l'inquinamento dei fluidi vitali). Come altre opere di Kubrick, fin dal titolo il film esprime il rapporto tra l'amore e la morte. Il film chiude l'equivoco che aveva classificato Kubrick come un liberal tradizionale denunciando insieme la fragilità della politica kennediana (che aveva lasciato il paese con un sistema di difesa nucleare sensibile come l'ago di una bussola e suscettibile di scattare per paradossali errori, come rischiò di avvenire per un volo di anatre o la mancata segnalazione di un nominativo da parte di un pilota distratto) e i pericoli della strategia del predecessore Eisenhower (il "Long pull"). Molti ritenevano allora la guerra nucleare inevitabile, addirittura prossima ma per fortuna, l'umanità di fronte allo stato di necessità, ha saputo essere abbastanza saggia. Nel film la guerra è vista come un rapporto erotico: è evidente la forma fallica, iperrealistica della bomba cavalcata dal maggiore "King" Kong, mentre il rifornimento nei titoli di testa sembra un accoppiamento. L'"ordigno fine di mondo" è ispirato a un meccanismo realmente ipotizzato (il "dottor Stranamore" è ispirato alle figure di Edward Teller, Hermann Kahn, Werner von Braun, John van Neumann ed Henry Kissinger). Dopo "Lolita", che era un riepilogo dell'immaginario post-illuminista, Kubrick porta la commedia nera all'apocalisse che sarà il tema di "2001", coll'affrancamento dell'uomo fino ad allora conosciuto, ma anche di "Arancia meccanica", coll'uomo che ritorna all'uomo. Nel "dottor Stranamore" l'atomo, insieme conquista della ragione e figura dell'inconscio, dell'irrazionale che incute una specie di terrore mistico, torna all'atomo. Kubrick anticipò l'interpretazione -che non era attuale fino alla fine degli anni '60- della bomba atomica come pulsione sessuale. Una nuova riflessione sulla ragione biologica e metafisica della violenza che scaturirà nella fiaba moderna di "2001", ma anche nelle storie chiuse di "Arancia meccanica" e "Shining". Prima delle soluzioni simboliche di un'altra dimensione, Kubrick comincia a sviluppare la dimensione metafisica nella sua opera che aveva già fatto apparizione nel precedente "Lolita". Il film, che propone anche una interessante lettura psicoanalitica mostrando il nazismo come ennesimo travestimento del Super-Io mostra l'inevitabilità dell'errore, insito nella natura umana, e del fallimento dei sistemi (come i regimi totalitari) fondati su un'errata visione di perfezionamento dell'uomo. Il film ebbe quattro candidature all'Oscar: miglior film, regia, sceneggiatura non originale e attore (Peter Sellers, impegnato in tre ruoli -che avrebbero dovuto essere quattro, se un infortunio non gli avesse impedito di interpretare la parte del maggiore-), non alle scenografie di Ken Adam, che Kubrick volle dopo aver visto il primo film di 007, autore della geniale War Room del Pentagono (una delle sue costruzioni stilizzate improbabili ma di sconcertante significato simbolico, come l'interno del deposito aureo di Fort Knox in "Goldfinger"). Kubrick è sbalorditivo nell'intuito nell'accostamento delle immagini con la musica (rendendo ad esempio ultramondano il commiato della canzone romantica alla fine del film, respiro che si riascolterà, ancora più inquietante, in "Shining") e nel montaggio, sacrificando intere scene (una, divertentissima alla fine) per aumentare l'ossessiva coesione del film o dilatando i tempi per aumentare la tensione. I film di Kubrick partendo da una storia preesistente e esaurendone con un duro lavoro dalle ricerche alle sequenze ogni possibilità finiscono per costruire un mondo, un universo, un "buco nero" (come il monolito) che tutto assorbe: logica in questo senso la continuazione della sua opera, dove la metafora prenderà la forma di immagini simboliche che sono anche il cinema.
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paolo 67
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martedì 20 dicembre 2011
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potere della finzione e influenza della visione
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Quando Ronald Reagan divenne presidente degli Stati Uniti d'America, chiese al capo del suo staff di mostrargli la War Room. Il capo dello staff gli rispose che non c'era nessuna War Room alla Casa Bianca. E Reagan disse: "Ma io l'ho vista in quel film... IL DOTTOR STRANAMORE!".
Ken Adam, intervistato nel documentario di David Naylor "Inside Dr. Strangelove"
Citato in M. Di Flaviano, F. Greco, S. Landini, "Stanley and Us", Lindau, Torino 2001, p. 13 del volume accluso al VHS.
"C'è un tipo, abita nella città di Londra,
Fa del cinema, in tutto il mondo è noto.
Sì, ha davvero una gran fama,
Stanley Kubrick lui si chiama.
Lui fa tutto, lui fa tutto, (...)
E' un tipo che tutto prevede
Per farvi credere che ha resuscitato i morti.
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Quando Ronald Reagan divenne presidente degli Stati Uniti d'America, chiese al capo del suo staff di mostrargli la War Room. Il capo dello staff gli rispose che non c'era nessuna War Room alla Casa Bianca. E Reagan disse: "Ma io l'ho vista in quel film... IL DOTTOR STRANAMORE!".
Ken Adam, intervistato nel documentario di David Naylor "Inside Dr. Strangelove"
Citato in M. Di Flaviano, F. Greco, S. Landini, "Stanley and Us", Lindau, Torino 2001, p. 13 del volume accluso al VHS.
"C'è un tipo, abita nella città di Londra,
Fa del cinema, in tutto il mondo è noto.
Sì, ha davvero una gran fama,
Stanley Kubrick lui si chiama.
Lui fa tutto, lui fa tutto, (...)
E' un tipo che tutto prevede
Per farvi credere che ha resuscitato i morti. (...)
E' un genio con i trucchi. (...)
Ve lo dico a tutti, Stanley, lui fa tutto.
(Canzone scritta durante la lavorazione di "Shining" da Scatman Crothers, che interpreta il ruolo di Hallorann)
Jack Kroll, "Stanley Kubrick's Horror Show", Newsweek, 2 giugno 1980.
Citato in Michel Ciment "Kubrick", Rizzoli, Milano 2007, p. 31
Stanley Kubrick fa davvero tutto, perchè "2001", rivisto oggi , "sembra un documentario" (Claudio G. Fava) fatto sull'uomo sulla Luna poco più di un anno prima che ci arrivasse. Magia del cinematografo.. (nota personale)
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