Commedia deliziosa che affronta con straordinaria leggerezza una situazione paradossale ed alquanto spinosa, tanto che proprio in forza di tale contrasto ben poco realistico, la pellicola acquisisce un connotato favolistico.
La storia è in effetti paradossale e difficile da proporre, tuttavia l’ambientazione azzeccatissima e l’atmosfera estremamente lieve e piacevole riescono a rendere tutto insolitamente normale e persino quasi comprensibile.
Viene da riflettere se oggigiorno sarebbe possibile riproporre un film di questo tipo; probabilmente no, in quanto l’evoluzione della società e l’acquisizione di un ruolo sempre più paritario della donna ha sicuramente reso ancor più inaccettabili certi argomenti che risultano ormai addirittura offensivi ed arcaici (per il ruolo in cui viene relegata la donna appunto); tuttavia una pellicola di questo genere ancora oggi risulta godibile ed interessante nella parte in cui dimostra come al tempo (fine anni ’50, questa è l’epoca di uscita del film) si propagandasse una visione della società e della moralità molto rassicurante ed incentrata sulla famiglia.
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Commedia deliziosa che affronta con straordinaria leggerezza una situazione paradossale ed alquanto spinosa, tanto che proprio in forza di tale contrasto ben poco realistico, la pellicola acquisisce un connotato favolistico.
La storia è in effetti paradossale e difficile da proporre, tuttavia l’ambientazione azzeccatissima e l’atmosfera estremamente lieve e piacevole riescono a rendere tutto insolitamente normale e persino quasi comprensibile.
Viene da riflettere se oggigiorno sarebbe possibile riproporre un film di questo tipo; probabilmente no, in quanto l’evoluzione della società e l’acquisizione di un ruolo sempre più paritario della donna ha sicuramente reso ancor più inaccettabili certi argomenti che risultano ormai addirittura offensivi ed arcaici (per il ruolo in cui viene relegata la donna appunto); tuttavia una pellicola di questo genere ancora oggi risulta godibile ed interessante nella parte in cui dimostra come al tempo (fine anni ’50, questa è l’epoca di uscita del film) si propagandasse una visione della società e della moralità molto rassicurante ed incentrata sulla famiglia.
La direzione è dell’esperto Henry Levin che se la cava con buon mestiere ma senza lasciare il segno, come del resto si è sempre comportato nelle numerose pellicole dirette in carriera.
La sceneggiatura è molto ben fatta; ottimi i dialoghi.
Il cast è composto da interpreti bravissimi e tutti assolutamente in parte: Clifton Webb è perfetto nei panni dell’eccentrico protagonista, come altrettanto adatta al ruolo si rivela la bravissima Dorothy McGuire; negli altri ruoli troviamo il vecchio Charles Coburn, ad una delle sue ultime prove attoriali, che sostiene con la solita eccezionale carica di simpatia, e una giovane Jill St. John che invece era qui al suo primo lavoro di effettivo rilievo. Si ricordano poi il bravo caratterista Larry Gates e Ron Ely, che in seguito diverrà famoso nei panni di Tarzan nell’omonima serie televisiva.
L’opera, di durata saggiamente contenuta, si lascia guardare in modo estremamente piacevole, senza mai stancare, ma anzi stuzzicando e intrattenendo amabilmente lo spettatore.
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