dario
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lunedì 22 agosto 2011
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magnifico
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Un capolavoro assoluto, uno dei migliori film di sempre. Bergman compie un'indagine interiore all'essere umano con grande padronanza ed insieme grande umiltà. Il problema esistenziale, l'essere e l'apparire, il coraggio di vivere anche gli eventi estremi, sono temi cari al rigido protestantesimo nordico - con l'uomo solo con se stesso, senza tutele superiori - che Bergma dimostra di aver assimilitato bene e di saper svolgere altrettanto bene, come sfogo necessario al rispetto di una presenza. Sontuoso, eppure semplice, lineare, eppure articolato, prosaico, eppure poetico, il film scorre senza un istante di pausa, senza una incertezza, tranne quella di fondo, tranne quella che lo sostiene e che riguarda l'esistenza stessa, la sua consistenza.
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Un capolavoro assoluto, uno dei migliori film di sempre. Bergman compie un'indagine interiore all'essere umano con grande padronanza ed insieme grande umiltà. Il problema esistenziale, l'essere e l'apparire, il coraggio di vivere anche gli eventi estremi, sono temi cari al rigido protestantesimo nordico - con l'uomo solo con se stesso, senza tutele superiori - che Bergma dimostra di aver assimilitato bene e di saper svolgere altrettanto bene, come sfogo necessario al rispetto di una presenza. Sontuoso, eppure semplice, lineare, eppure articolato, prosaico, eppure poetico, il film scorre senza un istante di pausa, senza una incertezza, tranne quella di fondo, tranne quella che lo sostiene e che riguarda l'esistenza stessa, la sua consistenza. L'impianto teatrale, tipico nei film di Bergman, no nuoce affatto allo spettacolo, anzi risulta indispensabile, grazie anche all'opera di una serie di professionisti di altissimo livello (il forografo, lo sceneggiatore, lo scenografo) coadiuvati da attori dalla bravura più unica che rara. Anche questo è neorealismo: ma al confronto, quello italiano è provinciale (tranne eccezioni, Zurlini, Pietrangeli, Petri e pochi altri).
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alemrg
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mercoledì 13 gennaio 2010
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delusione
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Oggi questo film del 1957 non ha più smalto, anche i capolavori (se lo è stato) sentono il peso degli anni. Io l'ho visto due mesi fa e sono rimasto deluso. Sento dire da più parti che è un film profondo, sarà anche vero, ma lo è sulle cose ovvie, non apporta niente di nuovo. Mi sembra corretto nei confronti del forum prepararlo ad una possibile delusione. Secondo me tre stelle le merita tutte ma cinque proprio no.
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(di alebird)
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tony71
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venerdì 4 dicembre 2009
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le fragole, ormai, sono finite...
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Assieme a Luci della ribalta, forse è il più bel film sulla vecchiaia e sulla vita che finisce. La scena più bella è quella del sogno, all'inizio del film.
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adriano sgarrino
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giovedì 30 luglio 2009
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il posto delle fragole
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Paese di prod.: Svezia Anno: 1957 di: Ingmar Bergman con: Victor Sjostrom, Bibi Andersson, Ingrid Thulin, Gunnar Bjornstrand, Folke Sundqvist, Max von Sydow.
Un anziano medico, Isak Borg (Sjostrom), si mette in viaggio in automobile con la nuora (Thulin) alla volta dell'università di Lund dove è stato invitato per ricevere un premio prestigioso. Il viaggio si rivela per il medico l'occasione giusta per riportare alla mente alcuni episodi del suo passato.
A soli 37 anni Bergman firma uno dei suoi più grandi film, e uno dei migliori sulla vecchiaia. L'accostamento metaforico del viaggio "geografico" e il viaggio interiore forse non è dei più originali, ma la messa in scena bergamaniana sorprende fotogramma dopo fotogramma per tutta una serie di richiami letterari (e non solo) che si susseguono senza forzatura alcuna e con grande naturalezza: si colgono echi di Proust, Kafka, e altri ma non si avverte minimamente la sensazione di "appesantimento" erudito.
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Paese di prod.: Svezia Anno: 1957 di: Ingmar Bergman con: Victor Sjostrom, Bibi Andersson, Ingrid Thulin, Gunnar Bjornstrand, Folke Sundqvist, Max von Sydow.
Un anziano medico, Isak Borg (Sjostrom), si mette in viaggio in automobile con la nuora (Thulin) alla volta dell'università di Lund dove è stato invitato per ricevere un premio prestigioso. Il viaggio si rivela per il medico l'occasione giusta per riportare alla mente alcuni episodi del suo passato.
A soli 37 anni Bergman firma uno dei suoi più grandi film, e uno dei migliori sulla vecchiaia. L'accostamento metaforico del viaggio "geografico" e il viaggio interiore forse non è dei più originali, ma la messa in scena bergamaniana sorprende fotogramma dopo fotogramma per tutta una serie di richiami letterari (e non solo) che si susseguono senza forzatura alcuna e con grande naturalezza: si colgono echi di Proust, Kafka, e altri ma non si avverte minimamente la sensazione di "appesantimento" erudito. "Il posto delle fragole" emoziona, scava dentro l'anima di chi è disposto ad assecondare il viaggio dell'anziano protagonista (il grande regista e attore Sjostrom). Proprio perchè film sulla terza età, questo capolavoro di Bergman ha ancora molto da insegnare, soprattutto alle giovani generazioni: uno dei risultati più sublimi della cinematografia mondiale, una vera e propria opera d'arte.
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jacopokiller95
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domenica 12 luglio 2009
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molto bello
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non ho altro da aggiungere.. ma non è film perfetto. quindi niente 5 stelle.
[+] il film perfetto! mica è una tempesta!
(di salvo)
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alessandra verdino
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venerdì 5 giugno 2009
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il viaggio nella mente
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"Il Posto delle Fragole" di Ingmar Bergman é uno dei capolavori assoluti del cinema mondiale.
Così come tutti gli altri film di questo grande genio del cinema.
Cos'ha fatto Bergman di così speciale nella sua incredibile carriera?
La cosa più difficile: l'esplorazione della mente.
In questo caso, associata ad un viaggio: nella memoria.
L'idea del viaggio rimanda, esplicitamente, alla psicanalisi.
E' ricordando che si rimettono insieme tanti puzzles individuali, e si riesce a guarire.
Soprattutto, ad accettarsi.
"Il Posto delle Fragole" é un viaggio all'interno di se stessi.
Alla ricerca del proprio tempo perduto, più esplicitamente, della gioia o della malinconia dell'infanzia e della gioventù.
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"Il Posto delle Fragole" di Ingmar Bergman é uno dei capolavori assoluti del cinema mondiale.
Così come tutti gli altri film di questo grande genio del cinema.
Cos'ha fatto Bergman di così speciale nella sua incredibile carriera?
La cosa più difficile: l'esplorazione della mente.
In questo caso, associata ad un viaggio: nella memoria.
L'idea del viaggio rimanda, esplicitamente, alla psicanalisi.
E' ricordando che si rimettono insieme tanti puzzles individuali, e si riesce a guarire.
Soprattutto, ad accettarsi.
"Il Posto delle Fragole" é un viaggio all'interno di se stessi.
Alla ricerca del proprio tempo perduto, più esplicitamente, della gioia o della malinconia dell'infanzia e della gioventù.
Il protagonista, affiancato dalla nuora, ossia dal presente, ritorna indietro nel tempo.
Rivedendo il luogo degli affetti, della sua famiglia.
Con gli occhi di chi si sente prossimo alla fine della vita.
Ricordando l'innocenza iniziale della sua esistenza,in contrapposizione con le esperienze difficili e col cambiamento imposto dalla vita.
In questo viaggio, il presente si impone con durezza e dolcezza.
Ed ecco degli incontri.
Con l'allegria e la spensierateza della gioventù.
Con il dolore di un'esperienza finita male.
Con la consapevolezza dolente di sua nuora, una splendida Ingrid Thulin, una donna che, in parte, é stata rovinata dalla vita.
Ingmar Bergaman ha sempre dipinto molto bene le donne: é una delle sue caratteristiche più spiccate.
Le ha sempre dotate di cervello, dolcezza e femminilità.
Il personaggio principale, il professore, é il ritrato dolente di una vecchiaia che ricerca un pò di gioia di vivere.
La scena iniziale, l'incubo, con gli orologi privi di lancette che significano l'approssimarsi della morte, é stemperato da un ottimismo sempre crescente.
Ricordando, si ci accetta.
Si capisce di aver vissuto. Nel bene e nel male.
Si ritorna nel "Posto delle Fragole" per dare un senso positivo alla propria esistenza.
Si ritorna nel luogo degli affetti, nei visi delle persone care del tempo della felicità dell'innocenza.
Un meraviglioso film sul modo di accettarsi e di accettare la vita. E la sua fine.
Ricordando.
Solo uno dei capolavori di Ingmar Bergman: il più grande esploratore della mente del cinema mondiale.
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gloriapessoa
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giovedì 4 giugno 2009
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sublime
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Un lungo viaggio, attraverso i ricordi inquieti, popolati di voci , amori perduti, rimproveri ma anche di raffinate sensazioni. Più che religiosa, per Isac diventa una conversione umana che incontra l'accettazione di Dio.
Il cinema di oggi ha perduto la sua missione, fortunatamente ci appoggiamo agli antichi...
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il cinefilo
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domenica 3 maggio 2009
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una parola: stupendo!!!
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Il "titolo"della mia recensione fornisce subito la parola che ha attraversato continuamente il mio cervello durante la visione di questo film fino all'ultimo fotogramma...IL POSTO DELLE FRAGOLE di Ingmar Bergman,fin dalla prima volta che lo ho visionato,si è collocato subito tra i 10 migliori capolavori che mi sia capitato,per ora, di vedere...sono innumerevoli i discorsi,soprattutto in chiave filosofica,che si possono fare e scrivere per recensire questo film...ma,per me,la verità è che non basterebbero un mare di recensioni e un universo di parole per descrivere appieno la profondità di questo immenso(e sottolineo IMMENSO)capolavoro cinematografico che al sottoscritto,personalmente,fa rimpiangere ancora una volta il confronto tra "questo"cinema e il cinema odierno.
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Il "titolo"della mia recensione fornisce subito la parola che ha attraversato continuamente il mio cervello durante la visione di questo film fino all'ultimo fotogramma...IL POSTO DELLE FRAGOLE di Ingmar Bergman,fin dalla prima volta che lo ho visionato,si è collocato subito tra i 10 migliori capolavori che mi sia capitato,per ora, di vedere...sono innumerevoli i discorsi,soprattutto in chiave filosofica,che si possono fare e scrivere per recensire questo film...ma,per me,la verità è che non basterebbero un mare di recensioni e un universo di parole per descrivere appieno la profondità di questo immenso(e sottolineo IMMENSO)capolavoro cinematografico che al sottoscritto,personalmente,fa rimpiangere ancora una volta il confronto tra "questo"cinema e il cinema odierno...escludendo pochi "grandi"che sono rimasti(ad esempio Clint Eastwood ma anche altri...)sulle condizioni in cui riversa il concetto attuale di "cinema"sarei tentato di stendere un velo pietoso,per ovvie ragioni...parlando di questo grande film di bergman la cosa che mi è rimasta più incollata nella mente e nel cuore è la riuscitissima commistione tra il passato e il presente,il sogno e la realtà,l'altruismo e l'egoismo che caratterizzano la vita dell'vecchio Isak borg,che durante un viaggio in nome di una onoreficienza di cui sarà onorato avrà la possibilità di inabissarsi nel passato e scoprire se stesso fino a farne scaturire i grandi difetti che hanno caratterizzato la sua vita permettendogli di farsi "un esame di coscienza"che troverà la sua summa di severità nell'sogno-incubo in cui fallisce una prova "d'esame"punendolo severamente.
Il film in questione mi sembra veramente uno dei punti più alti e complessi mai raggiunti dalla cinematografia in generale...non commenterò oltre in quanto non ho altri termini con cui descriverne la sublime e ipnotica bellezza che ti avvolge fin dalla scena dell'incubo iniziale(bellissimo!)fino alla conclusione.
Un ultimo appunto:teniamocelo stretto,questo capolavoro,in quanto ho il forte sospetto che questo tipo di cinema non lo rivedremo mai più.
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luigibologna
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lunedì 20 aprile 2009
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grazie ingmar. ci manchi....
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APRILE 2009 CHIUNQUE AMA IL VERO CINEMA, HA IL DOVERE E IL DIRITTO DI VEDERE QUESTA OPERA D'ARTE. I TEMI ESISTENZIALI CHE AFFRONTA E SCAVA BERGMAN... I SUOI SILENZI...I SUOI PRIMI PIANI....IL BIANCO E NERO....LA BRAVURA DEGLI ATTORI....LA POESIA.... REGALANO A QUESTA OPERA D'ARTE IL FILM PIU' BELLO INTERESSANTE DI TUTTI I TEMPI.GRAZIE INGMAR. CI MANCHI...
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