Giuseppe Marotta
Non sono un critico normale, io, non m’affaccio e non sentenzio da vaporosi ed alti concetti, avendo sulle ginocchia le tavole di pietra della mia legge; macché, sono il vostro appiedato e fragile don Peppino. L’unica ambizione mia, lo sapete, è che nei centomila "io" di queste note, parecchi di voi (un uomo o è molti uomini o è lo zio Nessuno) di tanto in tanto si ravvisino e mormorino: “È vero... al cinema e altrove anch’io ragiono, spesso, come quel terrone (vi sfuggirà, il mio nome) dell’Europeo”. [...]
di Giuseppe Marotta, articolo completo (8217 caratteri spazi inclusi) su 1958