gianni lucini
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sabato 3 dicembre 2011
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musolino, attore per caso e regista per scelta
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Vincenzo Musolino, nato a Reggio Calabria nel 1930 non ha alcuna intenzione di dedicarsi al cinema. Il suo primo lavoro è quello del pescatore, scelto non per particolare vocazione ma perché è l’unica possibilità che sembra offrirgli la sorte e la sua condizione sociale. Tra la salsedine, il sole e le reti da rammendare un giorno arriva una persona destinata a cambiare radicalmente tutte le sue prospettive. Si chiama Renato Castellani, è un regista e sceneggiatore convinto che il neorealismo si possa efficacemente mescolare con i toni leggeri della commedia. Ci ha già provato nel 1948 con "Sotto il sole di Roma" e l’anno dopo con "È primavera" ma ha in mente un ulteriore salto di qualità.
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Vincenzo Musolino, nato a Reggio Calabria nel 1930 non ha alcuna intenzione di dedicarsi al cinema. Il suo primo lavoro è quello del pescatore, scelto non per particolare vocazione ma perché è l’unica possibilità che sembra offrirgli la sorte e la sua condizione sociale. Tra la salsedine, il sole e le reti da rammendare un giorno arriva una persona destinata a cambiare radicalmente tutte le sue prospettive. Si chiama Renato Castellani, è un regista e sceneggiatore convinto che il neorealismo si possa efficacemente mescolare con i toni leggeri della commedia. Ci ha già provato nel 1948 con "Sotto il sole di Roma" e l’anno dopo con "È primavera" ma ha in mente un ulteriore salto di qualità. La sua idea è quella di trasportare la storia di Giulietta e Romeo nell’Italia del dopoguerra con tono leggero e un lieto fine. Per la parte di Carmela, la protagonista femminile ha già scelto la quindicenne Maria Fiore. Quando vede Vincenzo Musolino gli propone di interpretare Antonio, il protagonista maschile e il giovane pescatore accetta. Nasce così "Due soldi di speranza". Il film ottiene un successo eclatante e rivela al mondo le qualità d’attore di Musolino. Dopo aver interpretato una trentina di film tra i quali spicca il pluripremiato "La ciociara" di Vittorio De Sica, nel 1966 debutta come sceneggiatore con il nome d’arte di Glenn Vincent Davis in "Vajas con Dios, Gringo!" e due anni dopo passa per la prima volta alla regia dirigendo un altro western: "Chiedi perdono a Dio, non a me". Nel 1969, pochi mesi dopo l’uscita nelle sale di "Quintana", il suo secondo film come regista, muore improvvisamente a Roma..
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stefanocapasso
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venerdì 20 aprile 2018
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la speranza nel futuro sta nella fiducia
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In un piccolo paese in provincia di Napoli Antonio è un giovane appena tornato dalla guerra, disoccupato, che cerca di arrangiarsi come può. Carmela, giovane dal carattere focoso, si innamora di lui e cerca in tutti i modi di attirare la sua attenzione, che però rimane frenata dal fatto di essere troppo povero. Sfidano l’avversità della famiglia di Carmela, Antonio cerca ogni tipo di lavoro per poter coronare il suo sogno d’amore con Carmela, ma ogni tentativo finisce male, finchè i due arrivano alla “fuitina”.
Il film di Renato Castellani segna l’inizio del Neorealismo Rosa, dove i toni brillanti e melodrammatici si affiancano a quelli della povertà sostituendo la cupa rassegnazione del primo dopoguerra.
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In un piccolo paese in provincia di Napoli Antonio è un giovane appena tornato dalla guerra, disoccupato, che cerca di arrangiarsi come può. Carmela, giovane dal carattere focoso, si innamora di lui e cerca in tutti i modi di attirare la sua attenzione, che però rimane frenata dal fatto di essere troppo povero. Sfidano l’avversità della famiglia di Carmela, Antonio cerca ogni tipo di lavoro per poter coronare il suo sogno d’amore con Carmela, ma ogni tentativo finisce male, finchè i due arrivano alla “fuitina”.
Il film di Renato Castellani segna l’inizio del Neorealismo Rosa, dove i toni brillanti e melodrammatici si affiancano a quelli della povertà sostituendo la cupa rassegnazione del primo dopoguerra. In questo caso la povertà e la (relativa” differenza sociale dei due protagonisti è di impedimento solo finche i due giovani rimangono ancorati alla tradizione e al buon senso comune, sin troppo remissivo. La speranza và vissuta investendo sul futuro anche senza avere certezze in mano, perché è questa speranza contagiosa che apre le porte del cuore, della fiducia e del credito della comunità intorno e configura la reale possibilità di costruirsi una vita
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onufrio
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sabato 2 maggio 2020
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gli ostacoli dell'amore
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Appartenente al filone del Neorealismo Rosa, la commedia di Castellani affronta le solite tematiche post guerra, ma lo fa con una maggiore positività ed ottimismo di fronte alle varie problematiche che affliggono i protagonisti, una giovane coppia d'amanti vogliosi di congiungere a nozze. Quadretto realistico e a tratti macchiettistico dell'Italia post seconda guerra mondiale nel quale spicca la naturalezza espressiva e recitativa di un cast quasi interamente amatoriale.
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