Esercizi di sopravvivenza

Trilly e Siggio hanno iniziato da qualche anno un'attività di produzione di miele facendo del "do it yourself" la loro filosofia di lavoro: costruiscono le arnie recuperando il legno difettoso, curano le api senza affidarsi a veterinari, smielano e confezionano le loro varietà di miele in vasetti di seconda mano nel buio di uno scantinato-laboratorio dove finiscono per perdere la maggior parte del loro tempo. I due procedono per tentativi, in difesa di un tipo di conoscenza rudimentale del mestiere capace di conservare la primitiva bellezza di una continua riscoperta. Il film vuole rendere omaggio all'amatorialità, all'anti-specializzazione, al tentativo mancato, caratteristiche che mal si conciliano con una definizione economica di lavoro, che quindi diventa "altro", qualcosa di non misurabile, come il sentimento di amicizia che unisce i protagonisti allo sguardo di una videocamera tanto impietosa quanto maltrattata.