
Ora su Prime Video un'opera che racconta 'la santità dello stare al mondo senza miracoli, senza poteri o superpoteri'.
di Paola Casella
La Marchesa Alfonsina de Luna possiede una piantagione di tabacco e 54 schiavi che la coltivano senza ricevere altro in cambio che la possibilità di sopravvivere sui suoi terreni in catapecchie fatiscenti, senza nemmeno le lampadine perchè a loro deve bastare la luce della luna. In mezzo a quella piccola comunità contadina si muove Lazzaro, un ragazzo che non sa neppure di chi è figlio ma che è comunque grato di stare al mondo, e svolge i suoi inesauribili compiti con la generosità di chi è nato profondamente buono. Ma qual è il posto, e il ruolo, della bontà fra gli uomini? Come saprà risorgere questo Lazzaro per continuare a testimoniare che il bene esiste, e attraversa le vicende umane senza perdere la propria valenza rivoluzionaria?
Alla sua terza regia Alice Rohrwacher fa intraprendere al suo protagonista, e alla comunità che lo circonda, un cammino che è anche il proprio, all'interno di un cinema che deve molto a Olmi e Zavattini ma continua a spingersi oltre lungo un terreno che frana e si modifica continuamente sotto i suoi (e i nostri) piedi.