
Evento di pre-apertura della Festa del Cinema di Roma, un atto di amore per dare voce alla malattia di un fratello.
di Martina Ponziani
Massimo soffre di depressione, ma non è sempre stato così. Lo racconta lui stesso nei tanti filmati che negli anni ha girato immortalando la sua vita e descrivendo l'avanzare della malattia. Era una persona instancabile, amante degli sport estremi ed un inguaribile viaggiatore. Tutto all'improvviso è cambiato ed a questa vitalità si è sostituita l'autodistruzione ed una sofferenza difficile da descrivere a parole. Il fratello Marco prova a raccontare questa parabola discendente verso l'oblio, avvalendosi delle immagini e della parole dello stesso Massimo e procedendo a ritroso con la memoria ai primi anni di vita insieme, ai suoi vent'anni ed alla vecchiaia del padre.
Come regista ufficiale di questo progetto appare Marco Leopardi, ma sarebbe giusto pensare al fratello Massimo come la vera mente dietro il film. È lui che condivide i suoi filmati privati, è lui che prova a dar voce ai suoi pensieri, è lui che cerca di aprirsi con gli spettatori, o meglio con chi è disposto ad ascoltarlo.