Il Vegetale |
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Un film di Gennaro Nunziante.
Con Fabio Rovazzi, Luca Zingaretti, Rosy Franzese, Antonino Bruschetta.
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Commedia,
Ratings: Kids,
durata 90 min.
- Italia 2018.
- Walt Disney
uscita giovedì 18 gennaio 2018.
MYMONETRO
Il Vegetale
valutazione media:
2,61
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Recensione: Il Vegetaledi pentagrammamagazine.itFeedback: 1213 | altri commenti e recensioni di pentagrammamagazine.it |
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lunedì 22 gennaio 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il Vegetale è il nuovo film di Gennaro Nunziante che ritorna questa volta nelle sale affidando il ruolo da protagonista ad un insolito Fabio Rovazzi, qui in veste di attore e non di creatore di tormentoni web come 'Andiamo a Comandare' e 'Tutto molto interessante'.
Interessante, appunto, in questo film, è la storia del giovane Fabio, laureato in Scienze della Comunicazione, pieno di sogni e speranze, che cerca un lavoro consono ai suoi ideali e del suo coinquilino, Nicola, che invece si accontenta di fare un lavoro qualsiasi come le consegne per conto di un ristorante giapponese.
Fabio, ben presto, è costretto ad accettare come il suo amico un lavoro qualsiasi e inizia così a consegnare dei volantini, venendo poi selezionato per uno stage particolare. Coinvolto in un rapporto difficile con il padre e con la sorella, viziata e petulante, il ragazzo cercherà di barcamenarsi in un mondo a lui nuovo e difficile quello degli adulti, del lavoro e della difficoltà nel gestire vari aspetti di questa condizione che più di una volta, non solo per colpa sua, lo lasciano inerme come un "vegetale".
In questo lavoro, Nunziante con molta leggerezza punta l'attenzione sulla situazione precaria dei ventenni che spesso risentono della poca o nulla importanza della meritocrazia nella società odierna.
Rovazzi, ha una flemma e un'ironia naturale che lo aiutano ad entrare nel personaggio, sebbene limitato da un'evidente inesperienza attoriale e cinematografica ma per sopperire alle normali ed eventuali mancanze del protagonista, corrono in aiuto attori di esperienza come Zingaretti, Bruschetta e lo stesso Nunziante che da tempo predilige la naturalezza e permette quindi ai suoi interpreti di improvvisare, modificare in parte i dialoghi, creando così una recitazione più naturale e rilassata.
Il lungometraggio nel complesso funziona, anche l'inesperienza di Rovazzi paradossalmente, può esser positiva per certi aspetti; Non è Checco Zalone, con cui Nunziante è abituato a collaborare, certo, ma è a modo suo un talento "embrionale", da scoprire anche sotto l'aspetto cinematografico.
Il tema caro al regista e sceneggiatore, è molto attuale e richiama l'attenzione di tutte le fasce d'età, invitando di certo alla riflessione ma non è privo di piccoli inciampi ad esempio alcune scene abbastanza stereotipate che segnano la differenza tra provincia e città come e anche la sdolcinatezza di alcune scene alla "volemose bene" e saggezza popolare annessa che ogni tanto escono fuori contrapponendosi agli squali cinici e senza valori del mondo del lavoro.
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