Grizzly Man |
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Un film di Werner Herzog.
Documentario,
durata 103 min.
- USA 2005.
uscita venerdì 24 novembre 2006.
MYMONETRO
Grizzly Man
valutazione media:
3,62
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Uno sconvolgente capolavorodi jacopo b98Feedback: 37256 | altri commenti e recensioni di jacopo b98 |
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domenica 28 settembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
È la storia di Timothy Treadwell (1957-2003) che per ben tredici anni, dal 1990 al 2003, trascorse le sue estati in Alaska a stretto contatto con gli orsi grizzly, dal 2000 al 2003 portò con sé anche una videocamera e realizzò oltre 100 ore di filmati. Il 5 ottobre 2003 venne sbranato da uno dei “suoi” orsi insieme alla fidanzata Amie Huguenard. Il regista Werner Herzog con Grizzly Man ha realizzato un capolavoro assoluto, uno dei suoi film più riusciti e senz’alcun dubbio il più grande documentario della storia del cinema. Il 70% dei 103 minuti di durata è composto da filmati originali ripresi dallo stesso Treadwell, la restante parte da interviste a famigliari e amici dell’uomo. Il regista ricostruisce un ritratto complesso e approfondito di una figura controversa, infatti negli ultimi anni Treadwell era diventato una vera celebrità in America. Herzog commenta la sua vita, i suoi filmati (elogiandoli per la capacità di cogliere momenti di straordinario realismo, che al cinema neanche si sognano), e soprattutto il significato della sua folle scelta: dapprima attore fallito, poi drogato e alcolista, e infine “difensore” degli orsi. È il tentativo di un uomo di farsi accettare dagli animali, non solo, di diventare uno di loro, Treadwell vuole essere un orso, vuole vivere come loro. E buffamente è lui stesso a dirlo: “Prima non avevo una vita, adesso sì”, “Io sono pronto a morire per questi animali, morirò per loro, morirò per loro!”. E il tentativo di unirsi alla natura, di diventare parte di essa è drammaticamente troncato dalla morte di Treadwell, fra l’altro ripresa dalla sua telecamera (a cui in realtà l’uomo aveva dimenticato di togliere il tappo, quindi si sente solo l’audio). E mentre Herzog ascolta girato di spalle (senza farceli sentire) i lamenti e le urla di Treadwell e della Huguenard (poi consigliando a colei che li conserva di distruggerli) riesce a trasmettere un orrore, un’angoscia terrificanti, per una natura impassibile, crudele, violenta, selvaggia. E quella di Herzog è una condanna rispettosa della follia dell’uomo, che pensa di poter addomesticare ogni cosa, ritenendo che la natura sia ordine, invece di caos e rabbia. Un capolavoro assoluto, ma da guardare con cautela e preparazione psicologica.
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