Wolf Creek |
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Un film di Greg McLean.
Con John Jarratt, Cassandra Magrath, Andy McPhee, Kestie Morassi, Guy Petersen, Nathan Phillips.
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Horror,
durata 99 min.
- Australia 2004.
uscita venerdì 18 novembre 2005.
MYMONETRO
Wolf Creek
valutazione media:
1,81
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Wolf Creeck - Il cratere della pauradi gianleo67Feedback: 61482 | altri commenti e recensioni di gianleo67 |
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sabato 7 luglio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Durante una escursione in auto diretti a Wolf Creeck (celebre sito di uno spettacolare cratere meteorico nell'Ovest australiano) tre amici,due ragazze ed un ragazzo, rimangono appiedati per un guasto al motore. Viene loro in soccorso un cacciatore locale che li trasporta presso la sua rimessa per le necessarie riparazioni. Le intenzioni tuttavia non sono quelle che sembrano e i tre rischiano di fare la fine del topo. Discreto thriller-horror made in Australia che inizia come un road movie dalle ambientazioni mozzafiato per poi precipitare nell'inquietante messa in scena di un massacro annunciato, rielaborando in modo non troppo originale (ma neanche disprezzabile) la materia prima di quel filone horror che da 'Non aprite quella porta' conta una serie indefinita di mediocri epigoni e storielle piu' o meno riuscite. Sebbene dichiaratamente ispirato ad un fatto reale la narrazione è sostenuta da una scelta convenzionale nella progressione della tensione drammatica ma sviluppando un interessante binomio nel definire il rapporto tra l'ambiente (campi lunghi e lunghissimi dal suggestivo respiro paesaggistico) ed i personaggi seguiti quasi in presa diretta tramite l'uso insistito della camera a mano. Ne riesce un convincente senso di spaesamento in un ambiente selvaggio e desolato, ancorchè di struggente bellezza, che acuisce il senso di impotenza dei foresti in balia delle sadiche perversioni dello psicotico autoctono di turno. Il ricorso all'uso dello splatter non appare eccessivo (nè tantomeno fuori luogo in un film di genere) nell'economia di una storia che basa sul dinamismo (più che sull'introspezione o sulle caratterizzazioni psicologiche) l'aspetto qualificante del processo narrativo. Un pò meno convincente appare invece il modo frettoloso di risolvere il concitato finale cadendo nell'abusato clichè delle usuali inverosimiglianze da 'caccia all'uomo' o ricapitolando il senso della vicenda tragica (e reale) attraverso le immagini filmate dai malcapitati ospiti del folle omicida: un esempio banalizzante di film nel film. Ininfluente per lo spettatore sapere che si è trattato di un fatto realmente accaduto anche perchè la vicenda reale sembrerebbe meno credibile della sua versione romanzata. Ordinario.
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