Fa' la cosa sbagliata - The Wackness |
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Un film di Jonathan Levine.
Con Ben Kingsley, Josh Peck, Famke Janssen, Olivia Thirlby, Mary-Kate Olsen.
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Titolo originale The Wackness.
Drammatico,
durata 96 min.
- USA 2008.
- Fandango
uscita venerdì 28 agosto 2009.
- VM 14 -
MYMONETRO
Fa' la cosa sbagliata - The Wackness
valutazione media:
2,72
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Remember me (Ed anche gli altri)di Francesco2Feedback: 41676 | altri commenti e recensioni di Francesco2 |
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lunedì 27 giugno 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Per un puro caso, ho visto recentemente questo film ed un'altra pellicola "Adolescenziale", "Remember me".Nonostante alcune differenze innegabili (Come si vede, al di là di tutta la retorica sulle Torri gemelle, che quest'ultimo sia post-11 Settembre........) i due film presentano anche delle analogie: i protagonisti sono due giovani "Sballati", che in entrambi casi non vengono giudicati ma di cui si cerca di cogliere le contraddizioni ora caratteriali ora dovute ai traumi cui la vita li ha sottoposti. Ciò che disturba in quello di cui stiamo per parlare è la contraddizione tra i "Trasgressivi" personaggi proposti (E neanche tutti) e la "sensibilità" un pò da fiction con cui vengono analizzate certe situazioni: si pensi all'amore con la squinzia di turno, o al rapporto coi genitori, o ancora , parzialmente, al rapporto tra il maestro post-sessantottino(?) pentito(??) e l'allievo, che non è sicuro di avere bisogno di lui, e che anzi viene trascinato in improbabili avventure da colui che dovrebbe aiutarlo a conoscere sé stesso. Ecco perché, quando arriva a rifiutarne l'aiuto, al di là forse di certe complicazioni di fondo (E' lo psicologo ma contemporaneamente il padre della ragazza di cui è innamorato), non lo fa perché, come si diceva a proposito della "Nouvelle Vague", vorrebbe uccidere il padre, quanto perché appare una figura totalmente priva di autorevolezza, che arriva ad avere bisogno (Anche materialmente, in quanto consumatore di droghe leggere) del giovane pusher che è il suo unico paziente. In questo senso, il film non giudica nessuno, a cominciare proprio dallo psichiatra che finisce per instaurare complicità con chi dovrebbe "Guidare", estendendosi anche al giovane amore del protagonista, di cui anzi viene ssottolineata sin troppo poco la superficialità di fondo. Ecco, se un messaggio c'è, in queste solitudini che (A volte) si incontrano, soprattutto quando non costituiscono "Coppie" tradizionali ( messe anzi molto in discussione, per ragioni diverse), è che nel suo essere "Pusher" il giovane protagonista non è assolutamente peggio di figure più istituzionali, neanche nel contesto repressivo(?) dell'era Giuliani. I vari incontri ed allontanamenti vengono sottolineati solo una volta in maniera più enfatica (Il tentativo di suicidio di Kingsley), ma più spesso con una musica dolcemente sottile che resta una delle cose migliori del film. Alla fine, la vita o anche le sue stesse scelte mettono Luke di fronte ad una necessità: sradicarsi da quel piccolo mondo che si era costruito. Ma nel momento in cui pesta una sigaretta (Quanto si fuma, e di tutto, in questo film!), è come se si fosse compiuto il suo, personalissimo romanzo di (In) formazione, fortunatamente senza didascalicismi inutili.
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