La noia [1]

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Un film di Damiano Damiani. Con Catherine Spaak, Bette Davis, Horst Buchholz, Isa Miranda, Lea Padovani.
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Drammatico, b/n durata 100 min. - Italia 1963. MYMONETRO La noia [1] * * 1/2 - - valutazione media: 2,67 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Ampiamente sottovalutato... Valutazione 4 stelle su cinque

di chriss


Feedback: 41524 | altri commenti e recensioni di chriss
domenica 17 ottobre 2010

'La noia' è un film che avrebbe meritato miglior fortuna se fosse stato visto con occhi più attenti. L' approfondita analisi psicologica sui personaggi risulta sempre fondamentale per la riuscita e la comprensione di un' opera cinematografica. Questo film, diretto dal bravo Damiano Damiani, si fa valere soprattutto per questo. I dialoghi e le azioni dei tre personaggi principali riflettono alla perfezione la loro decadenza. Essi sono Dino, la madre di Dino e Cecilia. I rapporti Dino/pittura, Dino/madre e Dino/Cecilia sono il filo conduttore del film. Dino è un giovane pittore annoiato che ha appena finito di distruggere le sue tele: non si sente più portato per la pittura. Il rapporto con l' arte si esaurisce definitivamente quando invita nel suo studio Cecilia, una ragazza che posava per il pittore Balestrieri, appena defunto: "La tela vuota dice tutto quello che c' è da dire ed è la sola che possa firmare onestamente". Sarà solo il primo di una serie di fallimenti. Nel giorno del suo compleanno, torna a casa a trovare la madre, una contessa che sembra più interessata a gestire il patrimonio di famiglia che a vedere felice e realizzato il proprio figlio ("Se non fosse stato per me, ora saremmo in mezzo ad una strada"). La carezza di Dino alla madre, la prima in dieci anni, dimostra la conflittualità del rapporto genitore-figlio, basato unicamente sui soldi e non sull' affetto e sulla comprensione. Le parole della madre sono molto elequenti: "I soldi erano il solo mezzo che avevo per vederti: venivi a trovarmi solo quando ne avevi bisogno". Soltanto alla fine, Dino si renderà conto del suo egoismo, lasciando almeno una speranza nel cuore della madre: "Meno avrò bisogno dei tuoi soldi, più ne avrò di te". Il rapporto Dino/Cecilia è il più complesso dei tre. Dino rimane immediatamente affascinato dalla giovane ragazza, una modella già legata sentimentalmente col vecchio pittore Balestrieri. Dopo la morte di quest' ultimo, Cecilia si affeziona pure a Dino, col quale trascorre intensi momenti di piacere sessuale. La ragazza non disdegna pure le attenzioni di Luciani, un personaggio che lavora nell' ambito del cinema. Dopo ripetuti incontri, più o meno clandestini, Dino finisce per innamorarsi di Cecilia. Le chiede la mano, anche nel tentativo di venire a capo della sua crisi esistenziale. La ragazza, sentendosi spaventata o ancora troppo giovane, risponde: "Non lo so. Te lo dirò domani, forse." Giunti a questo punto, Dino tenta di 'comprarla'. La porta ad un ricevimento, mostrandogli la macchina, la villa ed il patrimonio del casato. La stende sul letto della madre e la ricopre di soldi, nella speranza che la ragazza rifiuti l' invito di Luciani (due settimane in vacanza a Capri). Il tentativo di dissuaderla si rivelerà del tutto vano. Cecilia, che prende soltanto quaranta mila lire dei soldi che Dino aveva tirato fuori dalla cassaforte, decide ugualmente di partire. Il finale del film dovrebbe sancire il cambiamento (in positivo) di Dino. Non lo svelerò, ma vale la pena ricordare almeno tre scene di questo bellissimo film: la madre di Dino che, molto freddamente, si presenta a Cecilia; l' abbordaggio alla prostituta ed il tentato suicidio di Dino. La seconda scena è stupenda: Dino vede per strada una ragazza (una prostituta) che somiglia moltissimo a Cecilia; la prende per mano, ma lei si tira indietro; nel tentativo di baciarla, la prostituta fugge, forse impaurita da quello strano cliente. Questa scena dimostra il cammino decadente ed egoistico del pittore fallito. Seguirà la scena dello schianto con la sua lussuosa macchina, regalatagli dalla madre per il suo compleanno. Dei tre personaggi, Dino è certamente il più debole ed egoista. E' quello che non riesce minimamente ad inserirsi in un contesto sociale (non ha amici od altre ragazze da frequentare od un hobby da praticare). Cecilia, interpretata dalla bellissima Catherine Spaak, rappresenta la bellezza, la giovinezza e l' ambiguità. Sembra contorta anche lei, ma tutto ciò si potrebbe, almeno parzialmente, giustificare col fatto di essere ancora troppo giovane. La madre di Dino (la grande Bette Davis, sempre all' altezza delle sue possibilità artistiche) è probabilmente il personaggio più forte, quello che dimostra meno debolezze di tutti. I molti soldi, che di volta in volta offre a Dino, sono solo il tentativo di una madre di non perdere il figlio amato. Per me è un film da vedere e rivedere con molta attenzione. Bravo Horst Buchholz nella parte del personaggio più emotivo e sofferto. Un bravo pure al regista. Ampiamente sottovalutato. Palmieri Christian...

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