|
Un film completo e toccante, che arriva a parlare di punti essenziali della vita, per quanto guardata con semplicità – che non è sinonimo di superficialità . L’inizio del film descrive perfettamente il carattere del bambino Harvey che, abituato dal padre miliardario a ordinare e ad avere sempre tutto ciò che desidera, prepotente e viziato, spreca tutta la sua determinazione e la sua intelligenza. Durante un viaggio con il padre avente lo scopo di avvicinarli, Harvey cade in mare e viene tratto in salvo da Manuel Fidello (un immenso Spencer Tracy), che porta il ragazzo sulla goletta dove lavora come pescatore. Qui il ragazzo impara a poco a poco i valori della vita, la passione dei pescatori per il proprio lavoro e l’importanza del sentirsi parte di qualcosa; guida in tutto questo scoprire è Manuel, il quale si affeziona al suo “pesciolino” fino a portarlo a pescare sulla sua barca – in cui andava solo dalla morte di suo padre. Le lezioni di vita che Manuel dona al ragazzo sono immense, ed il ragazzo pare percepirle ed assimilarle anche grazie alla passione e al disinteresse con cui il suo “maestro di vita” le proferisce. Da citare sicuramente è la scena in cui Manuel si ritrova sul ponte a far di vedetta assieme al ragazzo; così, mentre il pescatore suona un vecchio strumento lasciatogli in eredità dal padre, sboccia tra i due uno dei dialoghi più profondi e significativi dell’intero film: “sai scrivere canzoni?” chiede Harvey a Manuel “mica le scrivo, me le trovo belle e fatte in bocca” risponde il pescatore; “una canzone fatta così non può valere niente” “ehi, sono le più belle invece! Quando sei felice dentro e libero come il vento” “le canzoni si imparano, non stanno dentro la gente come dici tu” “certe volte le canzoni che ho dentro sono così grandi che non riesco a farle uscire.. allora guardo le stelle, magari piango e sono felice. Tu non hai mai provato? Eh no.. credo di no” “nessuno l’ha mai provato” “mio padre quando era vivo faceva canzoni anche più belle” “e che canzoni cantava?” “cantava del mare, del sole, cantava delle nubi; belle canzoni sul vento e le tempeste.. oppure cantava del nasino di mia madre. Ah, mio padre era un uomo sempre contento” “e sapeva solo cantare?” “cosa?! Mio padre era il miglior pescatore di Madera, e cioè del mondo” “beh, non è poi un granché” “come sarebbe a dire?!” “beh, non si è sprecato molto per te: infatti non ti ha lasciato nulla” “non mi ha lasciato nul.. ma mi ha lasciato questo organetto che era di suo padre prima; mi ha insegnato a pescare e a navigare; mi ha dato braccia, mani, piedi, mi ha insegnato a vivere e a sentirmi contento qui dentro.. ha fatto tutto questo e aveva altri diciassette figli.. cos’altro poteva fare?!”. In queste ultime parole di Manuel io trovo racchiuso il più spettacoloso tra tutti i messaggi: cos’è che fa di un padre un buon padre? I regali? Il proteggere il proprio figlio dai dolori della vita sino a quando, non essendoci più, questi si troverà ad affrontarli senza preparazione? O forse proprio quello che il padre del pescatore ha fatto, e cioè “insegnare a vivere e a sentirsi felici dentro”, e l’essere ricordato come l’uomo che ha trasmesso a suo figlio la passione per un lavoro?
[+] lascia un commento a riccardo-87 »
[ - ] lascia un commento a riccardo-87 »
|
twitter
diventa fan
valutazione media:
3,86
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
