Inside Man |
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Un film di Spike Lee.
Con Denzel Washington, Clive Owen, Jodie Foster, Christopher Plummer, Willem Dafoe.
continua»
Poliziesco,
durata 129 min.
- Gran Bretagna, USA 2006.
uscita venerdì 7 aprile 2006.
MYMONETRO
Inside Man
valutazione media:
3,95
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Poliziesco che strizza l'occhio a Philippe Marlowedi Antonello VillaniFeedback: 0 |
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sabato 15 aprile 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Spike Lee in forma smagliante. L’ennesimo film girato a New York -set ideale per le sue storie a base di violenza e conflitti razziali- è un poliziesco vecchia maniera che strizza l’occhio ai Philippe Marlowe degli anni ‘50: il detective con qualche cosa da farsi perdonare cerca di sventare una rapina organizzata nei minimi particolari da una banda che depista l’intero corpo di polizia. Così il regista afroamericano lascia al suo passaggio una miriade di falsi indizi, gioca in contropiede con il ladro gentiluomo che ad eliminare gli ostaggi non ci pensa nemmeno, mischia le carte con tranelli e indovinelli per poi ricomporre il puzzle con un finale da antologia. Ritmo e azione non sono alle stelle, eppure “Inside man” mette da parte ogni velleità da action movie preferendo il gioco psicologico tra guardie e ladri: Clive Owen, nella parte del capobanda, mette in piedi un colpo perfetto senza spargimenti di sangue ma con parecchi diamanti e un documento compromettente; Denzel Washington, nel ruolo del negoziatore, giunge alla verità grazie al fiuto del perfetto poliziotto eludendo le trappole disseminate da affaristi senza scrupoli; comprimari eccellenti Jodie Foster, cinica ed arrivista come non mai, Christopher Plummer e Willem Dafoe. Il regista de “La 25sima ora” non perde occasione per parlare di discriminazioni razziali con l’indiano sospettato per il colore della pelle e conclude con alcuni monologhi non “politically correct”; l’undici settembre è ancora vivo nella coscienza americana, ma la sceneggiatura ad incastro fa dimenticare qualche caduta di stile. Insomma, il crimine non paga ed il castigo arriva anche dopo mezzo secolo dal misfatto. Perché la tragedia dell’Olocausto continua a tormentare un banchiere senza scrupoli che si è venduto l’anima per arricchirsi sulla pelle dei deportati: la storia insegna, Spike Lee impara. E il suo film è una lezione di cinema che difficilmente si dimentica. Antonello Villani (Salerno)
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