E no caro Spike, non basta mettere in bocca ai tuoi protagonisti una citazione da "Quel pomeriggio di un giorno da cani" e raccontare di una rapina in banca per diventare Lumet. Non basta neppure per fare un buon film. Perché un buon film è scrittura (in buona parte), è equilibrio, credibilità delle situazioni, ed è anche casting. E in tutte queste componenti, caro Spike - te lo dice con rammarico chi ha molto amato "La 25ª ora" e "Summer of Sam" - tu non centri l'obbiettivo. Non lo centri con la scrittura, verbosa per un buon tratto di pellicola e mai incisiva (il dialogo "razzista" tra il poliziotto di strada e il detective Denzel Washington è risibile e decisamente fuori contesto, per non parlare delle lamentazioni dell'impiegato di banca indiano cui è stato sottratto il turbante), non lo centri con la credibilità delle situazioni (e dai! Può una squadra di imbianchini entrare nella sede di una banca che si presume superprotetta senza che nessuno della sicurezza chieda niente vedendoli arrivare?), non lo centri con l'equilibrio (buona la scelta dei tempi, lo riconosco, ma il montaggio è un irritante esercizio di stile tutto giocato sul disvelamento del colpo di scena finale, con in più la seppiata fotografia degli interrogatori post rapina, che non si capisce bene a che serva) e lo fallisci clamorosamente con il cast. E qui, Spike mio, permettimi di essere impietoso. Jodie Foster, ad esempio, mi vuoi spiegare che centra con l'economia del film? Come "cattiva" è risibile, e come "eminenza grigia" (ma non troppo data l'età) che "risolve problemi" al massimo strappa divertiti sorrisi. Ma il vero infortunio è Chistopher Plummer; scegliere di utilizzare uno con una faccia così per fare l'uomo nero (in tutti i sensi) è davvero quanto di più scontato ci possa essere. Alzi la mano chi non ha pensato subito, considerato che il buon Christopher ha ben più di qualche primavera sulle spalle, che i suoi innominabili segreti avessero a che fare con la Seconda Guerra Mondiale. Credimi Spike, ho provato una sorta di inconsolabile tristezza dinanzi a questo cast strampalato (bravo Owen, sufficiente Washington, sprecato Dafoe, che è un ottimo professionista e non un carattere, il resto non vale la pena di citarlo), mentre il pensiero correva al meraviglioso outsider Adrien Brody di "Summer of Sam"; con lui sì che aveva senso parlare di razzismo. Capisco Spike che il razzismo sia un tema che senti profondamente e di cui intendi ragionare ogni volta che ne hai la possibilità. Devo però farti presente - con la massima umiltà, sia chiaro - che si tratta di un tema delicato e difficile, che merita rispetto, e non mi pare che in questo film tu ne abbia avuto molto. Se si banalizza una cosa grande come questa non si rende un buon servizio alla sacrosanta causa antirazzista, non credi? Dì la verità Spike, questa volta non morivi dalla voglia di lavorare, eh? Ti aspetto al prossimo giro, un po' meno fiducioso di prima ma, te lo prometto, non prevenuto.
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gianluca
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mercoledì 12 aprile 2006
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complimenti!
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Trovo la tua recensione ben fatta
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stefania
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lunedì 8 maggio 2006
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acuto
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non sono esattamente daccordo con le due stelle (si relativam agli altri film di lee ma no in senso assoluto)ma la recensione strappa simpatia...
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elia
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sabato 26 agosto 2006
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ti fai troppe seghe mentali
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Caro Pizzato, il film si l'hai visto, ma forse fra una scena e l'altra ti è scappata qualche pomiciata di troppo con la tua donna (o uomo?). Vai a sottilizzare su aspetti di contorno, mentre un film va analizzato nella sua architettura complessiva.
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max65
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lunedì 22 ottobre 2007
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finalmente una voce fuori dal coro
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perfetta e seria esamina di paolo.adoro spike ma qs film è noia banalità presuntuosità pura. attendibile, lento, prevedibile quando logico, ma pieno di buchi per il resto (se non grottesco come nel caso citato degli imbianchini ed anche nel caso della stanza a doppio fondo... maddai!)è davvero senz'anima.alla prossima, spike!
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anonimus
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domenica 30 agosto 2009
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cambia tono
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ti faccio i miei complimenti: sei riuscito a scrivere un elenco di stupidaggini. il cast è azzeccatissimo, a mio parere. i dettagli che hai citato sono sì imperfetti, ma in fondo quanto può importare? non devi valutare il film nei morbosi particolari, ma nell'insieme, nella struttura complessiva. e, soprattutto, non usare il tono biasimante del fan deluso: la tua presunzione fa pena.
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(di francesco2)
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cicciodesto
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domenica 5 gennaio 2014
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insomma non ti è piaciuto si è capito.
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Guarda per curiosità ho deciso di leggere la tua recensione. 2 stelle per me è patetico, ma come si dice, ognuno hai suoi gusti. Per me la scelta dei personaggi è più che buona, un bel cast, buone interpretazioni, sinceramente dalla tua critica, potrei pensare a te più come un regista che come un'attento spettatore. Insomma vecchio mio hai praticamente riscritto il film! Per farla breve, non sono d'accordo con la tua critica perchè non la reputo una critica, ma solo un presuntuoso modo di riscrivere un film che, è evidente, non ti è piaciuto. Poi per ultimo, io ritengo che tu sia leggermente razzista, ma non lo dico per offenderti, ma solo perchè in questo film non ho percepito nessun messaggio contro il razzismo o di razzismo o robe simili, non come quei chiari riferimenti in altri suoi film, ma solo qualche battuta da copione che non ritengo stoni per niente con gli avvenimenti.
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Guarda per curiosità ho deciso di leggere la tua recensione. 2 stelle per me è patetico, ma come si dice, ognuno hai suoi gusti. Per me la scelta dei personaggi è più che buona, un bel cast, buone interpretazioni, sinceramente dalla tua critica, potrei pensare a te più come un regista che come un'attento spettatore. Insomma vecchio mio hai praticamente riscritto il film! Per farla breve, non sono d'accordo con la tua critica perchè non la reputo una critica, ma solo un presuntuoso modo di riscrivere un film che, è evidente, non ti è piaciuto. Poi per ultimo, io ritengo che tu sia leggermente razzista, ma non lo dico per offenderti, ma solo perchè in questo film non ho percepito nessun messaggio contro il razzismo o di razzismo o robe simili, non come quei chiari riferimenti in altri suoi film, ma solo qualche battuta da copione che non ritengo stoni per niente con gli avvenimenti. Insomma ragazzi è un film su una rapina di due ore che scorre bene, non ti è piaciuto? perfetto, ci può stare, ma il tono da " se lo avessi fatto io " che tu usi e fidati, lo usi, non è contemplato nella critica. la critica si limita a giudicare, analizzare e commentare ( anche in modo aspro se necessario ), quello che c'è, non quello che non doveva esserci o che ci sarebbe dovuto essere.
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(di francesco2)
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cizeta
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mercoledì 19 febbraio 2014
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quoto ogni tua singola parola
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assolutamente d'accordo in tutto e per tutto... banale, scontato e fumoso...
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arnaco
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sabato 21 febbraio 2015
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confronti e scontri
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Anche secondo me questo film non ha l'intensità drammatica, la contestualizzazione sociale e l'efficacia interpretativa (John Cazale ancor più di Al Pacino, se possibile) di "Un pomeriggio di un giorno da cani". Sia Denzel Washington che Jody Foster mi sono sembrati patetici. Tuttavia non lo demolirei così, anzi. Innanzi tutto è una bella esemplificazione del teorema (mai smentito, soprattutto oggi che siamo in un regime di bancocrazia)che i veri criminali non sono quelli che svaligiano le banche, ma quelli che le fondano. Poi c'è la supremazia della negoziazione sulla violenza, se è condotta da persone intelligenti e non coinvolte nel traffico di armi. Gli unici morti si vedono nel video-game del ragazzino che sembra quasi deluso per questo dal capo dei rapinatori; il quale si propone di parlarne al padre.
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Anche secondo me questo film non ha l'intensità drammatica, la contestualizzazione sociale e l'efficacia interpretativa (John Cazale ancor più di Al Pacino, se possibile) di "Un pomeriggio di un giorno da cani". Sia Denzel Washington che Jody Foster mi sono sembrati patetici. Tuttavia non lo demolirei così, anzi. Innanzi tutto è una bella esemplificazione del teorema (mai smentito, soprattutto oggi che siamo in un regime di bancocrazia)che i veri criminali non sono quelli che svaligiano le banche, ma quelli che le fondano. Poi c'è la supremazia della negoziazione sulla violenza, se è condotta da persone intelligenti e non coinvolte nel traffico di armi. Gli unici morti si vedono nel video-game del ragazzino che sembra quasi deluso per questo dal capo dei rapinatori; il quale si propone di parlarne al padre. Infine nel dialogo tra il negoziatore e il rapinatore emerge l'importanza dell'amore nella vita di qualsiasi uomo. Il tema del razzismo o antirazzismo è solo accennato in qualche battuta quasi a sottolineare che il problema è lungi dall'essere risolto, ma ragionevolmente sotto controllo. Viene giustamente ridicolizzata la superstizione religiosa dell'indiano che si rifiuta di collaborare perché ha perso il turbante. Concluderei con una notazione personale: alla fin fine io giudico un film da quante volte consulto la barra di avanzamento (o l'orologio); in questo caso non l'ho mai fatto.
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